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FRANCIADollari e pecore dall'Isis alla famiglia di uno dei kamikaze di Parigi

18.01.17 - 19:23
Ammar Ramadan Mansour Mohamad al Sabaawi si fece esplodere fuori dallo Stade de France il 13 novembre 2015
Dollari e pecore dall'Isis alla famiglia di uno dei kamikaze di Parigi
Ammar Ramadan Mansour Mohamad al Sabaawi si fece esplodere fuori dallo Stade de France il 13 novembre 2015

PARIGI - Gli inquirenti francesi hanno identificato formalmente uno dei due uomini bomba che il 13 novembre 2015 si fecero esplodere allo Stade de France di Saint-Denis.

Si trattava, si è appreso questa mattina, di un iracheno con falso passaporto siriano, proveniente da Mosul. L'Isis, aggiungono gli inquirenti, indennizzò la famiglia del ventenne Ammar Ramadan Mansour Mohamad al Sabaawi con un risarcimento di 5.000 dollari americani e con un gregge di pecore.

Intanto, Oltralpe, cresce la preoccupazione per il possibile ritorno di foreign fighter jihadisti. Per Loic Garnier, numero uno dell'Unità di coordinamento antiterrorismo (Uclat) intervistato oggi da Le Figaro, alcuni sono «pronti a tutto» per uccidere gli infedeli.

Un particolare riferimento agli oltre 700 individui con passaporto transalpino, di cui 250 'combattenti', partiti nei feudi dell'Isis in Siria ed Iraq e il cui rientro in patria potrebbe rappresentare una seria minaccia. Per Garnier "la Francia resta il primo contributore dell'Unione europea" in termini di jihadisti arruolatisi nell'Isis.

Mentre sarebbero all'incirca duecento quelli che hanno lasciato il Califfato per rientrare in Francia, spesso attraverso «strade improbabili fuori dal controllo dei radar, dei servizi di sicurezza e della polizia». L'addio ai feudi del terrore riguarda soprattutto «giovani donne che riescono a riescono a entrare in contatto con le loro famiglie».

Non esclusa la presenza di individui pericolosi. «Un certo numero di loro - avverte l'esperto dell'Uclat - ha imparato ad affrontare la lotta, a sparare senza battere ciglio, dando prova di agghiacciante sangue freddo, come visto al Bataclan. Conoscono la fabbricazione artigianale e l'uso di esplosivi, le auto bomba, le cinture kamikaze. Infine, continuano a seguire ciecamente le istruzioni del loro emiro raccomandando colpi di pugnale o l'utilizzo di camion ariete come a Nizza. Questi jihadisti sono pronti a tutto». Mentre sul territorio nazionale sarebbero un migliaio quelli che ancora manifestano la volontà di arruolarsi in Siria o in Iraq.

In materia di sicurezza il rientro dei combattenti dell'Isis è la nostra «principale preoccupazione» per i prossimi cinque anni, dichiarò nel novembre scorso l'allora premier Manuel Valls, oggi dimessosi per concorrere alla primarie della gauche in vista delle presidenziali del 2017.

Giovedì si terrà a Parigi una riunione promossa dal suo successore alla guida del governo, Bernard Cazeneuve, in particolare, sul rientro dei minori.

Intervistata da BFM-TV, Fabienne Klein-Donati, procuratore di Bobigny - alle porte di Parigi - ha raccontato che da settembre «abbiamo accolto cinque famiglie: 10 bambini e 9 bambine (dai 3 mesi ai 16 anni), cinque dei quali sono nati in zone di conflitto, spesso accompagnati solo dalla madre». Secondo il governo sono 17 gli attentati sventati in Francia nel 2016. Erano stati dieci di meno nel 2015.

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