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MILANO - Per l'ex agente della Cia Sabrina De Sousa, condannata in contumacia a quattro anni di carcere dal tribunale di Milano in relazione al rapimento nel 2003 dell'imam Abu Omar, si avvicina il momento dell'estradizione in Italia.
Lo scrive Fox News che ha intervistato telefonicamente la donna e che indica nel 17 gennaio la data dell'estradizione. De Sousa si definisce «un capro espiatorio» e sostiene che l'amministrazione Obama ha ignorato tutte le richieste di intervenire in suo favore. Ora spera in Donald Trump, a cui lancia un appello chiedendo che le eviti l'estradizione in Italia.
«Sarebbe un gran brutto precedente da parte di una nazione alleata verso un diplomatico americano», ha affermato.
«Mi piacerebbe avere un contatto con l'amministrazione Trump - ha spiegato De Sousa alla Fox - Credo che con un generale come Flynn nell'amministrazione... Non lo vedo dare il consenso a un'azione penale da parte di una nazione straniera verso un alto ufficiale militare».
Secondo Fox News, un membro del team di transizione del tycoon ha inviato le informazioni sulla situazione di De Sousa agli alti funzionari dell'amministrazione entrante, anche se nessuno dallo staff del presidente in pectore ha commentato.
Quindi, nell'intervista, De Sousa ha aggiunto: gli Italiani «hanno detto» che «è stata responsabile della pianificazione e senza il suo via libera non sarebbe mai avvenuto» il sequestro. E questa è una notizia «di terza mano proveniente da qualcuno che lo ha detto ad un funzionario dei servizi segreti italiani».
La 61enne ex spia riconosce però che la mossa di trasferirsi dagli Usa al Portogallo è stata «catastrofica».
