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BRASILEDisastro aereo: il pilota cambiò il piano di volo

01.12.16 - 15:56
«Possiamo affermare chiaramente che l'aereo era senza carburante al momento dell'impatto»
Disastro aereo: il pilota cambiò il piano di volo
«Possiamo affermare chiaramente che l'aereo era senza carburante al momento dell'impatto»

SAN PAOLO - L'aereo precipitato in Colombia è rimasto senza combustibile. Lo confermano fonti colombiane. «Possiamo dire che era senza carburante al momento dell'impatto. Una delle ipotesi su cui lavoriamo è che il carburante sia finito spegnendo i motori, provocando una avaria elettrica», ha detto il capo della sicurezza aerea in Colombia.

Per il Ceo della compagnia LaMia, il pilota ha cambiato il piano di volo, che prevedeva un rifornimento a Bogotà.

«Possiamo affermare chiaramente che l'aereo era senza carburante al momento dell'impatto», ha detto Freddy Bonilla, responsabile per la sicurezza aerea in Colombia.

A bordo del volo LaMia 2933 c'erano 76 persone, tra cui giocatori, tecnici e dirigenti della squadra di calcio brasiliana della Chapecoense. I superstiti sono sei.

Secondo il Ceo della compagnia boliviana di charter, Gustavo Vargas, il comandante Miguel Quiroga, che era anche proprietario della LaMia, ha modificato il piano di volo stabilito, che prevedeva un rifornimento di carburante a Bogotà.

La stampa colombiana avanza anche l'ipotesi che il pilota non abbia voluto dichiarare in tempo utile alla torre di controllo dell'aeroporto di Medellin di essere rimasto senza carburante nel timore della revoca della licenza di volo.

«Ma si può rischiare la vita per la sospensione o il ritiro della licenza?», si è chiesto il responsabile dell'aviazione civile colombiana, Alfredo Bocanegra.

I precedenti - Le scatole nere riveleranno le esatte cause che hanno portato al disastro aereo in Colombia lunedì scorso, ma nelle ultime ore si è fatta strada l'ipotesi che il velivolo sia precipitato - uccidendo 71 persone - per mancanza di carburante.

E se questa ipotesi fosse definitivamente confermata, il volo della compagnia LaMia non sarebbe il primo ad avere incontrato una simile tragica fine.

Negli annali dei disastri aerei, uno dei primi casi di questo genere viene registrato nel 1963, quando un bimotore Tupolev Tu-124 della Aeroflot - nell'allora Unione Sovietica - finì nel fiume Neva, nel nordest del Paese: l'aereo aveva sorvolato per due ore l'aeroporto di Pulkovo mentre l'equipaggio cercava di risolvere un problema al carrello e nessuno si era accorto che il carburante stava finendo.

Fortunatamente, tutti si salvarono, mentre non fu così fortunato il volo 173 della United Airlines con 181 passeggeri, che precipitò il 28 dicembre 1978 per mancanza di carburante schiantandosi su un quartiere periferico di Portland (Oregon). L'impatto provocò la morte di 10 persone: anche in questo caso, l'aereo - un DC-8 proveniente da New York - non riuscì ad atterrare subito a causa di un problema al carrello che lo costrinse a sorvolare Portland per un'ora e il comandante cominciò la discesa troppo tardi.

Il 23 luglio del 1983 un Boeing 767-233 della Air Canada, volo 143 con 69 persone a bordo, finì il carburante a un'altitudine di 12.500 metri, quando si trovava a metà strada del suo tragitto tra Montreal (Québec) ed Edmonton (Alberta): in questo caso il comandante riuscì a far planare l'aereo fino all'ex base dell'aeronautica militare di Gimli (Manitoba), evitando così il disastro. Le indagini attribuirono l'incidente a uno sbaglio di calcolo del carburante in seguito a un disguido sull'uso del sistema metrico e del sistema imperiale britannico: l'episodio e' passato alla storia dell'aviazione mondiale con il soprannome di 'Gimli Glider' (l'aliante di Gimli).

E uno dei disastri più gravi attribuiti alla mancanza di carburante ha coinvolto, nel 1990, proprio un aereo partito da Bogotà, in Colombia: il 25 gennaio di quell'anno, il volo 52 della Avianca diretto a New York con 157 persone a bordo fu costretto a sorvolare la costa della Grande Mela per un'ora e mezza a causa del maltempo e del pesante traffico. E quando finalmente il Boeing 707 era pronto per atterrare all'aeroporto di Kennedy, in seguito alle cattive condizioni meteorologiche solo una pista era aperta per i 33 aerei che cercavano di atterrare ogni ora. A questo punto, il carburante era agli sgoccioli e in seguito a un ulteriore problema - questa volta di comunicazione tra la cabina di pilotaggio e la torre di controllo - si schiantò su Cove Neck, un villaggio di Long Island, uccidendo 65 persone.

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