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REGNO UNITO14enne malata di cancro ibernata post-mortem

18.11.16 - 07:18
Il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite "criogenesi"
14enne malata di cancro ibernata post-mortem
Il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite "criogenesi"

LONDRA - Risvegliarsi, magari "fra qualche secolo", e vivere ancora un po'. Un giudice britannico non se l'è sentita di dire no all'ultimo desiderio d'una ragazza di 14 anni, condannata da una forma rara e inesorabile di cancro che le ha chiuso gli occhi al mondo il mese scorso.

Con un verdetto senza precedenti (nel Regno Unito, ma forse non solo) ne ha di fatto ordinato l'ibernazione post-mortem.

Il sogno della criogenesi, coltivato dalla letteratura e dal cinema a dispetto dei dubbi di buona parte della comunita' scientifica contemporanea, prende ora le forme di una sentenza giudiziaria.

Protagonista un'adolescente determinata a non lasciare l'ultima parola alla morte. Sullo sfondo di un dramma che ha visto i suoi stessi genitori, divorziati da tempo, schierarsi su fronti opposti fino all'aula d'un tribunale.

La vicenda si e' consumata nelle settimane scorse, mentre la vita di JS - queste le iniziali della ragazza, la cui identita' resta coperta da un doveroso riserbo - si spegneva un po' per volta. Ma e' stata resa nota solo nelle ultime ore, a sentenza eseguita.

Era stata lei, dal letto d'ospedale, a invocare la speranza dell'ibernazione. In una lettera a Peter Jackson, il giudice dell'Alta Corte di Londra che alla fine ha dovuto decidere, ha spiegato i suoi sentimenti con il cuore in mano.

Ha raccontato d'aver approfondito alcune teorie sulla "criopreservazione" - tecnica basata in origine sull'idea di conservare a lungo un corpo a temperatura bassissima, rallentandone le funzioni vitali con l'obiettivo di poterlo un giorno 'risuscitare' in un contesto di ricerche più avanzato - e ha rivendicato la sua chance: "non voglio essere sotterrata", ha supplicato, "vorrei vivere un po' più a lungo". Anche "fra centinaia d'anni", se ci sarà da aspettare il giorno che si potrà "guarire" dal cancro.

Sua madre, con cui abitava alla periferia di Londra, le e' stata al fianco senza esitazioni in questa sfida d'addio sulla frontiera fra la tenebra e la luce. Suo padre, allontanatosi di casa ormai sei anni fa, no: "Se anche fosse possibile risorgere fra decine o centinaia di anni che vita sarebbe, senza affetti, senza famiglia, senza denaro?", pare si sia chiesto - ad un tempo pratico e scettico - motivando la propria opposizione. Gli e' costato il rifiuto della ragazza di riceverlo in ospedale, ma alla fine anche lui ha chinato il capo e, dopo il verdetto della giustizia, e' riuscito a promettere almeno per iscritto alla figlia di rispettare il suo volere.

Per attuarne l'esecuzione, e consentire che JS fosse infine congelata negli Usa in uno di quei centri che 'vendono speranze di resurrezione' a rate di decine di migliaia di dollari, c'è voluta tuttavia una sottoscrizione. La ragazza non era certo ricca, a differenza di molti di coloro che le sono ora allineati accanto, immersi in una soluzione d'azoto liquido a -196 gradi in cisterne cilindriche ribattezzate 'tewar'. E delle centinaia di persone, italiani inclusi, che restano in lista d'attesa per stipulare a loro volta un contratto ad hoc con le due grandi società americane pioniere del business - l'Alcor e il Cryonics Institute - o con quelle appena sorte in Russia e altrove.

Il giudice Jackson, nel dare sanzione legale alla speranza, ha sottolineato d'essersi limitato tecnicamente a dirimere una contesa fra genitori su come disporre del corpo d'una figlia morente. Figlia che in base alle norme britanniche non poteva far testamento se non attraverso un tutore. Ma in realtà, cavilli a parte, il magistrato non ha potuto negare d'aver avuto come guida il suo senso di umanità, dopo aver visitato la ragazza in clinica ed essere rimasto "toccato dall'animo coraggioso" con cui le ha visto "affrontare la sua sorte". Una sorte non definitiva, hanno scommesso insieme.

 

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