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IRAQChiese profanate e croci divelte: continua la barbarie dell'Isis

25.10.16 - 21:24
I seguaci del califfato hanno devastato decine di paesini cristiani a sud di Mosul. Continuano gli attacchi della coalizione mentre gli jidahisti giustiziano le persone in piazza
Chiese profanate e croci divelte: continua la barbarie dell'Isis
I seguaci del califfato hanno devastato decine di paesini cristiani a sud di Mosul. Continuano gli attacchi della coalizione mentre gli jidahisti giustiziano le persone in piazza

MOSUL - Ancora orrori e scempi dei seguaci di Abu Bakr al Baghdadi nel nord dell'Iraq: a sud di Mosul, dove sorgono decine di città e villaggi cristiani, le chiese sono profanate e devastate, trasformate in postazioni difensive dei jihadisti, che sono stati costretti a ritirarsi dopo nove giorni dall'inizio della massiccia offensiva per liberare la 'capitale' irachena dell'Isis.

E a Mosul i miliziani hanno messo a morte 50 prigionieri in tre giorni, 23 sono stati 'giustiziati' oggi in piazza nei pressi di un ospedale.

A Bartella, città cristiana strategica per l'avanzata delle forze curdo-irachene, l'Isis ha messo a soqquadro la chiesa ortodossa di San Shimony: i jihadisti hanno divelto le croci e sfondato le cassette dove erano conservati i soldi delle elemosine.

Le immagini, pubblicate da Rudaw Tv, mostrano inoltre le ridotte difensive allestite nella chiesa, dove tra le macerie restano ancora le postazioni per il lancio di razzi artigianali.

«Sono notizie terribili, ma l'avanzata dei soldati ci dà nuova speranza», dice all'ANSA fratello Basim, originario di Bartella, da due anni con lo status di profugo a Erbil. Nel centro storico della città, dove si concentrano i più poveri, oltre 1.300 rifugiati cristiani arrivati dal sud di Mosul sono ospitati in un centro commerciale, messo a disposizione dal proprietario.

Nel palazzo, gigantesco, ai primi piani ci sono i negozi di abbigliamento, i manichini, mentre all'esterno pullulano i banchi dei venditori di sigarette, scarpe, schede telefoniche e cellulari.

«La gran parte dei militari che stanno liberando le nostre città - continua fratello Basim - sono musulmani. Ne abbiamo visti tanti che portano rispetto per la croce, le prendono in mano e cercano di rimetterle a posto. E' un bel messaggio di pace». Poi l'appello a Papa Francesco e ai cristiani d'Italia: «Pregate per noi in questo momento difficile».

A Mosul intanto, l'Onu denuncia le atrocità dell'Isis: 15 civili sono stati massacrati nel villaggio di Safina, circa 45 km a sud di Mosul. I corpi sarebbero stati gettati nel fiume. Nello stesso villaggio, il 19 ottobre, uomini dell'Isis avrebbero legato sei civili a un veicolo trascinandoli nel villaggio. Domenica scorsa sarebbero stati 50 gli ex agenti di polizia uccisi.

Fonti dalla martoriata città - non confermabili indipendentemente - denunciano oggi la strage di 23 civili, trucidati in piazza. Tutti prigionieri. «Chiunque viene trovato con una Sim per cellulari è bollato come spia e messo a morte», continuano le fonti citate dai media curdi.

L'Isis avrebbe ricevuto rinforzi dalla Siria destinati unicamente alla battaglia finale per Mosul. Vengono «rinforzate le difese occidentali» che offrono il fianco all'avanzata curdo-irachena. «I jihadisti si nascondono tra i civili usati come scudi umani», proseguono le fonti dalla città.

E in questo quadro, desta scalpore la cattura di Nazar Hammud Ghany, cugino di Saddam Hussein. L'uomo, figlio della zia materna del defunto dittatore iracheno, era nascosto - come fece a suo tempo lo stesso Saddam - in una cisterna d'acqua, armato di Ak47 ed esplosivi. Era ricercato per la strage di Kirkuk di venerdì scorso. Ha ammesso "di essere dell'Isis", riferiscono le fonti di sicurezza citate dai media locali.

 

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