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ISRAELEPalestinesi incriminati per 'incitamento sul web'

25.09.16 - 14:58
Palestinesi incriminati per 'incitamento sul web'

TEL AVIV - Cresce la pressione israeliana nei confronti dei palestinesi che dal web lanciano messaggi di 'incitamento' e di istigazione alla violenza: dall'inizio dell' anno, secondo la radio militare, le incriminazioni sono già 108, sei volte quelle registrate nell'intero 2015.

Sull'altro versante monta il malumore dei palestinesi nei confronti di Facebook che viene accusata di aver oscurato due importanti siti di aggiornamento palestinesi «dietro pressione di Israele». Nelle reti sociali palestinesi sono comparsi primi appelli a boicottare oggi Facebook per due ore.

La magistratura militare israeliana in Cisgiordania, ha precisato la radio delle forze armate, ha assunto un atteggiamento più pressante nei confronti dei messaggi di 'incitamento' sul web nel tentativo di arginare una ondata di attacchi palestinesi, condotti per lo più da adolescenti ritenuti molto influenzabili dal web.

In una ottantina di casi, ha aggiunto la emittente, gli autori dei messaggi ritenuti incendiari sono stati tenuti agli arresti fino all'inizio del processo, per periodi protrattisi per oltre sei mesi. Finora la detenzione più lunga per incitamento via web è di 14 mesi.

All'inizio del mese due ministri israeliani hanno incontrato dirigenti di Facebook e hanno chiesto loro la rimozione di testi che incitino alla violenza e al terrorismo contro Israele. La stampa palestinese odierna collega quelle pressioni con la recente chiusura di due siti di aggiornamento molto seguiti: Quds e Shehab. Nelle reti sociali palestinesi il logo di Facebook è adesso oggetto di scherno e di espressioni di collera. Un hashtag sollecita inoltre i sostenitori della causa palestinese ad elevare proteste nei confronti di Facebook, e a boicottarla oggi per due ore.

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