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GERMANIASonboly si è ucciso davanti agli agenti

23.07.16 - 21:05
Poliziotti protagonisti nel bene e nel male nella strage di Monaco
Sonboly si è ucciso davanti agli agenti
Poliziotti protagonisti nel bene e nel male nella strage di Monaco

MONACO - L'autore della strage di Monaco, Ali Sonboly, si è suicidato con la sua pistola sotto gli occhi di agenti di polizia che cercavano di parlargli: il particolare è fornito in un comunicato della polizia del capoluogo bavarese diffuso in serata.

"Verso le 20:30" di ieri una volante della polizia "ha avuto un contatto" con lo sparatore "a nord del centro commerciale Olympia": "quale reazione alle parole dei funzionari, ha preso immediatamente l'arma da fuoco, se l'è portata alla testa e si è sparato", riferisce la nota che ha ricostruito l'episodio - già emerso con meno dettagli la notte scorsa - sulla base delle testimonianze rese dai poliziotti coinvolti.

Poliziotti scambiati per killer e 'soffiate' online - Attentatori che triplicano come in un miraggio, la polizia che perde il monopolio sull'informazione ma guadagna 'soffiate' a cascata, criminali e terroristi che trovano facili esche e casse di risonanza immotivate.

Con la diffusione sempre più massiccia dei social network, la strage di Monaco si è rivelata una catalizzatore di molti abbagli e potenzialità del mondo virtuale - ma tragicamente realissimo - di Twitter, Facebook e altre piattaforme.

Se poliziotti "in borghese con fucili in mano vengono scambiati sui social media come attentatori, la cosa ci deve far riflettere", ha ammesso il ministro dell'Interno Thomas de Maizière spiegando l'origine delle informazioni che nelle prime ore della strage compiuta dal giovane psicopatico tedesco-iraniano parlavano di tre terroristi in azione.

Con la diffusione dei social media la polizia non ha più il monopolio delle informazioni, ha constatato il ministro. Nel tam tam mediatico alimentato anche dalle reti sociali, l'incubo dei tre attentatori - oltre che dai poliziotti richiamati in servizio senza avere il tempo di togliersi i bermuda - era nato pure dagli occupanti di un'auto partita a tutta velocità, come chiarito dal capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae.

Una circostanza che restituisce a media strutturati il compito di fare la cernita fra abbagli di testimoni sotto shock e realtà dei fatti. In un uso apparso senza precedenti, la polizia del capoluogo bavarese ha sfruttato Twitter non solo per informare costantemente degli sviluppi della vicenda ma anche per farsi inviare immagini e video utili a chiarire la situazione.

Gli appelli erano però accompagnati da moniti a non pubblicare il materiale: "non aiutate gli attentatori!" è stata l'esortazione con tanto di punto esclamativo. Un rischio che era emerso in novembre con gli attacchi a Bruxelles, quando la polizia belga aveva esortato gli internauti a oscurare con foto di gatti e micetti il flusso di informazioni che rischiava di agevolare i terroristi in fuga.

Con l'hashtag #offentur (porta aperta), Twitter ha consentito di offrire aiuto a chi non poteva tornare a casa dopo la sparatoria a causa del blocco totale dei mezzi pubblici. Ma questo positivo ruolo non ha eliminato il potenziale uso distorto di questa e altre piattaforme.

La Procura di Monaco ha accertato che lo sparatore ha violato il profilo Facebook di una donna per pubblicare un finto annuncio di cibo gratis con cui attirare vittime nel fast-food McDonald's fuori dal quale è iniziato il massacro. Pur senza veicolare rivendicazioni, inoltre, diversi profili di seguaci dell'Isis hanno usato l'hashtag arabo "Munikh" (Monaco) per esaltare l'attacco compiuto dal giovane di origine iraniana.

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