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ITALIAQuattro marocchini espulsi, "propagandavano la jihad"

23.11.15 - 16:44
Il provvedimento è stato firmato dal ministro dell'Interno italiano Angelino Alfano che ha ritenuto sussistere un pericolo per la sicurezza
Quattro marocchini espulsi, "propagandavano la jihad"
Il provvedimento è stato firmato dal ministro dell'Interno italiano Angelino Alfano che ha ritenuto sussistere un pericolo per la sicurezza

BOLOGNA  La Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos) di Bologna sta dando esecuzione ad un provvedimento di espulsione su disposizione del Ministero dell'Interno italiano, nei confronti di quattro marocchini, indagati in un'inchiesta sul terrorismo islamico della Procura. 

Provvedimento firmato da Alfano - Il provvedimento d'espulsione dei marocchini è stato firmato dal ministro dell'Interno italiano Angelino Alfano che ha ritenuto sussistente pericoli per la sicurezza visti presunti legami dei quattro con il terrorismo. Erano infatti stati oggetto di un'indagine pregressa, partita da perquisizioni del 2012. Erano tutti indagati dal pubblico ministero Enrico Cieri per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies del c.p.).

Materiale jihadista - Nelle perquisizioni era stato anche trovato del materiale inneggiante alla jihad, che aveva portato appunto alla richiesta al giudice per le indagini preliminari (gip) dell'emissione di misure cautelari. Le misure erano state chieste prima dell'estate ma erano state rigettate dal gip Letizio Magliaro a inizio settembre in considerazione del fatto che il materiale era stato scaricato da internet, e quindi non veniva ritenuto provato che fosse finalizzato ad una azione di indottrinamento jihadista.

Dopo il rigetto, però, dalla procura bolognese era partita la richiesta alla polizia giudiziaria, in questo caso la Digos, di individuare ogni modalità possibile per tutelare la sicurezza nel tempo più rapido. Questo perché oltre al materiale di propaganda trovato inizialmente si era poi trovato altro, come un libretto tecnico operativo per la guerriglia in città e indicazioni per la fabbricazioni di esplosivi, e questo è stato ritenuto dagli inquirenti, "un salto di qualità".

I quattro abitavano nella zona di Casalecchio di Reno, nel Bolognese, e frequentavano un centro di preghiera in via Rigola. Uno dei quattro era ritenuto elemento "guida" religioso. Nell'indagine c'era anche un quinto indagato, che nel frattempo risulta già partito per l'Iraq per combattere.

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