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AFGHANISTANMsf: "Ospedale di Kunduz fuori uso, ma ci siamo"

04.10.15 - 14:43
La stampa aveva riportato un abbandono della struttura da parte di tutto lo staff
Msf: "Ospedale di Kunduz fuori uso, ma ci siamo"
La stampa aveva riportato un abbandono della struttura da parte di tutto lo staff

KUNDUZ CITY - L'ospedale di Medici senza Frontiere (Msf) a Kunduz City "è fuori uso", "non ci sono più né pazienti né nostri membri al suo interno", ma "parte del nostro staff è restato in città per controllare la struttura e rispondere alle necessità mediche della popolazione non appena le condizioni della sicurezza lo permetteranno". Lo ha appreso l'agenzia di stampa italiana ANSA da fonti di Msf in Afghanistan.

Correggendo notizie stampa riguardanti un abbandono di Kunduz City da parte di tutto lo staff di Msf, una responsabile ha indicato che "l'ospedale è stato gravemente danneggiato e non è più operativo".

Tutti i pazienti in condizioni critiche, ha aggiunto, "sono stati trasferiti in altre strutture sanitarie e nessun membro dello staff di Msf lavora più nel nostro ospedale. Parte del nostro personale medico è andato a lavorare in due ospedali dove alcuni dei feriti sono stati trasferiti".

Altri membri dello staff, ha ancora detto la responsabile, "sono stati evacuati dalla città mentre altri sono rimasti a Kunduz City per controllare la struttura e rispondere alle necessità mediche della popolazione non appena le condizioni della sicurezza lo permetteranno".

Unicef: "Scioccati e rattristati" - "Tutti noi dell'Unicef siamo scioccati e rattristati per la morte degli operatori umanitari di Medici Senza Frontiere e dei loro pazienti, dopo un attacco aereo su un ospedale nel nord dell'Afghanistan". È quanto afferma in una nota il direttore generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef), Anthony Lake.

"Ci uniamo alle famiglie, ai colleghi e agli amici di coloro che hanno perso la vita e che sono stati feriti, in lutto per la perdita di veri eroi dedicati a rendere il mondo un posto migliore. Loro e gli operatori umanitari che rischiano la propria vita per gli altri in alcuni dei luoghi più pericolosi al mondo meritano la nostra grande ammirazione", conclude la nota.

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