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AFGHANISTANOspedale bombardato. "Piango lacrime di sangue"

03.10.15 - 19:30
Sarebbero 20 le vittime del centro traumatologico di Medici Senza Frontiere
Ospedale bombardato. "Piango lacrime di sangue"
Sarebbero 20 le vittime del centro traumatologico di Medici Senza Frontiere

KUNDUZ - È di almeno 20 morti il bilancio provvisorio del raid aereo contro l'ospedale di Medici senza Frontiere (Msf) a Kunduz, in Afghanistan. Lo hanno detto al Guardian online fonti di Msf. I feriti sono numerosi e il bilancio è destinato a salire. Secondo un medico di Msf, tra le vittime ci sono otto infermieri, tre medici, sei guardie di sicurezza e un farmacista. Fra i deceduti anche tre bambini. 

“Piango lacrime di sangue", ha singhiozzato il dottor Shafiq Musadeq, ricordando i terribili bombardamenti durante i quali sono morti colleghi e pazienti. "Ero all'interno dell'ospedale, stavo lavorato con altri medici per curare i feriti, che sono sempre più numerosi". Improvvisamente, allo scoccare della 2:00, "il cielo è caduto sulle nostre teste. Non abbiamo mai pensato di poter essere noi stessi nel mirino", ha detto incredulo all’agenzia AFP. Dall’ospedale è stato subito inviato un allarme ma i bombardamenti sono continuati "per più di mezz'ora".

Il mattino seguente piccoli focolai bruciavano ancora nella struttura, un commerciante ha parlato di un impressionante odore di carne bruciata. “Ho dovuto pregare i talebani perché mi facessero entrare” dove ha scoperto che il suo conoscente era stato ucciso.

Da Facebook, un video straziante sta facendo il giro del mondo. Si vede un  giovane che chiede ad alta voce dove sia suo fratello, che "ha lavorato in ospedale. Il suo telefono è spento". "Potrebbe essere stato trasferito in un altro luogo», gli risponde un uomo che sta al suo fianco.

Gli Stati Uniti indagano - "Stiamo cercando di determinare cosa sia successo esattamente e voglio esprimere il mio cordoglio alle persone colpite". Così, il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, dopo i raid aerei Usa che hanno colpito l'ospedale. "Un'indagine completa sui tragici fatti è in corso in coordinamento con il governo afghano", ha aggiunto.

Human Rights Watch: “Rivedere le procedure” - Human Rights Watch chiede un'inchiesta immediata. "Il bombardamento dell'ospedale è un risvolto scioccante per Kunduz, dove civili e operatori rischiano le loro vite a causa del conflitto", ha detto Patricia Grossman, ricercatrice a Hrw. L'organizzazione chiede agli Usa di rivedere le procedure di attacco per assicurare che incidenti simili non si ripetano.

Amnesty International ha "deplorato" l'attacco - Amnesty International ha "deplorato" l'attacco e ha sollecitato le autorità di Kabul a "indagare urgentemente e in modo imparziale sull'accaduto". "Questo è un giorno nero per l'azione umanitaria. Fa tristezza pensare che medici e altri operatori sanitari debbano perdere la vita mentre stanno cercando di salvare quella degli altri. Il diritto internazionale umanitario dice chiaramente che gli ospedali sono inviolabili", ha dichiarato Horia Mosadiq, ricercatrice di Amnesty International sull'Afghanistan.

Il centro, unico nel suo genere in tutto l'Afghanistan - Il centro traumatologico di Medici Senza Frontiere (Msf) a Kunduz è l'unica struttura del suo genere in tutto l'Afghanistan nord-orientale per salvare le vite di centinaia di persone vittime della recrudescenza del conflitto con i talebani in questa parte del Paese.

Aperto nell'agosto 2011, fornisce assistenza medico-chirurgica gratuita alle vittime dei conflitti, per le lesioni riportate da bombe e armi da fuoco, ma anche per il coinvolgimento in incidenti stradali. Da quando lunedì sono scoppiati i combattimenti tra le forze armate afghane e i talebani, che hanno preso il controllo di Kunduz City, sono stati curati 394 feriti con oltre 80 operatori nazionali e internazionali.

Kunduz era considerata una delle province più stabili nel conflitto in Afghanistan, ma dall'anno scorso si è registrato un aumento significativo dei combattimenti. Msf ha curato 204 pazienti - 51 tra donne e bambini - dopo l'inizio della cosiddetta "offensiva di primavera" dei talebani, la maggior parte feriti da arma da fuoco e esplosioni.

L'organizzazione ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 1980. Supporta il Ministero della Salute in due ospedali di Kabul, in uno a Lashkar Gah, nella provincia sud-occidentale di Helmand. A Khost, in Afghanistan orientale, gestisce un ospedale specializzato in maternità. Msf lavora in Afghanistan esclusivamente grazie a fondi privati e non accetta finanziamenti da nessun governo. Lo scorso anno, ha pubblicato un rapporto dal titolo "Tra retorica e realtà", in cui si sottolineava la difficoltà della popolazione afgana nell'accesso alle cure mediche.

La maggior parte degli 800 pazienti ascoltati non era riuscita ad essere curata a dovere a causa della distanza degli ospedali, i costi e l'insicurezza generale nel Paese devastato da una guerra pluridecennale. Il 40% di coloro che avevano raggiunto le strutture di Msf avevano riferito di aver attraversato zone di combattimenti, essere sfuggiti alle mine antiuomo, e di aver subito maltrattamenti.

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