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THAILANDIABomba di Bangkok: l'arrestato è un turco

29.08.15 - 16:51
Il 28enne è sospettato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al tempio Erawan
Bomba di Bangkok: l'arrestato è un turco
Il 28enne è sospettato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al tempio Erawan

BANGKOK - Una caccia all'uomo di quasi due settimane ha portato oggi al primo risultato: l'arresto di un turco di 28 anni sospettato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al tempio Erawan di Bangkok, che il 17 agosto ha causato 20 morti e oltre 120 feriti.

Non si tratta dell'ormai famigerato attentatore dalla maglietta gialla, ma di un complice sorpreso in casa con decine di passaporti falsi e materiale per preparare ordigni esplosivi. Se il suo coinvolgimento sarà confermato, la pista della minoranza turcofona degli Uighuri più che quella dell'Islam jihadista, diventerà automaticamente la più accreditata per spiegare la matrice di quell'attacco.

L'arresto di Adem Karadag (28 anni) è avvenuto nel primo pomeriggio a Nong Chok, un sobborgo alla periferia est di Bangkok dove è forte la presenza di musulmani. Il raid delle forze di sicurezza - a cui hanno preso parte un centinaio di uomini - è stato organizzato su soffiata della padrona di casa, che aveva affittato l'appartamento al sospettato da fine luglio. All'interno è stato ritrovato un piccolo arsenale fatto di esplosivi, tubi di metallo, cavi elettrici e persino biglie metalliche simili a quelle usate nella strage. Il tutto vicino a oltre 10 passaporti turchi falsi, con dettagli che rivelano una contraffazione di pessima qualità.

Criticate aspramente dai media internazionali per indagini che fin qui sembravano dominate dall'incompetenza, le autorità thailandesi hanno subito dato risalto all'arresto, con un annuncio congiunto di polizia ed esercito sulle tv nazionali. Ma dopo che le prime versioni dei media thailandesi parlavano di "presunto attentatore", è arrivata presto la smentita ufficiale: è altamente probabile che l'arrestato faccia parte del gruppo responsabile, ma non è quel ragazzo sorpreso dalle telecamere di sorveglianza a collocare lo zainetto esplosivo sul luogo dell'attentato.

Mentre Karadag - se si tratta del suo vero nome - è ora in un carcere militare con l'accusa di possesso illegale di esplosivi, l'arresto ha riportato alla luce le ripetute contraddizioni delle autorità di Bangkok nelle indagini. Solo tre giorni dopo l'attentato, un portavoce militare aveva solennemente dichiarato in tv che l'attacco "molto probabilmente non è opera del terrorismo internazionale". Anche stasera, il capo della polizia Somyot Pumpanmuang ha ripetuto il concetto, parlando di "vendetta per conto di amici" alla base dell'attentato.

Se l'arrestato è effettivamente colpevole, la teoria della matrice uighura riprenderebbe invece forza. A inizio luglio il regime militare di Bangkok infatti aveva deportato 109 uomini di questa minoranza cinese, musulmana e con lingua di ceppo turco, gli Uighuri, che viene discriminata sistematicamente in Cina, nella regione dello Xinjiang. Il fatto aveva fatto infuriare la diaspora uighura, e il consolato thailandese di Istanbul era stato teatro di scontri. Una delle ipotesi è che l'attentato all'Erawan fosse un modo di punire sia la Thailandia sia la Cina, dato che il piccolo tempio è visitato da migliaia di turisti cinesi al giorno. Alcuni giorni fa, uno stimato esperto di sicurezza a Bangkok aveva menzionato i "Lupi Grigi" turchi - un'organizzazione paramilitare nazionalista - come possibili esecutori della strage, che avrebbe quindi una matrice nazionalista "panturca", per "vendicare" i "fratelli" Uighuri.

È possibile che nuova luce verrà fatta dopo l'arresto di oggi. Ma il comportamento delle autorità di Bangkok potrebbe essere fonte di nuovi equivoci: la giunta militare di Prayuth Chan-ocha ha mostrato ripetutamente di voler mettersi alle spalle l'attentato in fretta, per non danneggiare un settore turistico che contribuisce a oltre il 10% del Pil. Il fatto che molti episodi criminosi in passato siano stati attribuiti a dei capri espiatori alimenta il cinismo tra molti osservatori. E quando oggi un giornalista thailandese ha chiesto se l'arresto di Kadanag non fosse un caso simile, il portavoce della polizia ha interrotto stizzito la conferenza stampa.

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