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TUNISIAIl governo chiude 80 moschee che incitano alla violenza

27.06.15 - 09:41
Lo ha annunciato il premier Habib Essid confermando che fra i morti e i 36 feriti ci sono "in maggioranza" turisti tedeschi, britannici e belgi
Il governo chiude 80 moschee che incitano alla violenza
Lo ha annunciato il premier Habib Essid confermando che fra i morti e i 36 feriti ci sono "in maggioranza" turisti tedeschi, britannici e belgi

TUNISI - Giro di vite del governo tunisino laico contro i centri di predicazione dell'odio religioso. Saranno chiuse 80 moschee - al di fuori del controllo dello Stato - per incitamento alla violenza dopo il massacro di ieri a Susa (Sousse), sulla costa centro-orientale, dove un estremista islamico ha massacrato 38 persone, la maggioranza turisti stranieri.

Lo ha annunciato il premier Habib Essid confermando che fra i morti e i 36 feriti ci sono "in maggioranza" turisti tedeschi, britannici e belgi. In un primo momento Essid aveva parlato di 39 vittime, ma ha poi specificato che nel bilancio era stato incluso il terrorista ucciso.

L'Isis rivendica la strage - La paternità della strage è stata intanto rivendicata sui social media a nome dello Stato Islamico (Isis). L'Isis aveva già rivendicato l'altro attentato di ieri contro una moschea a Kuwait City che ha fatto 27 vittime.

Una dichiarazione su Twitter, non verificabile ma che è simile alle altre diffuse precedentemente dall'Isis, spiega che "un soldato del califfato" ha attaccato le "tane della fornicazione, del vizio e dell'apostasia" e questo "malgrado le misure" di sicurezza "rafforzate attorno a queste tane". La maggior parte delle persone uccise, aggiunge, sono cittadini "di Stati dell'alleanza crociata che combatte lo Stato del Califfato".

Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, il cui nome di battaglia sarebbe Abu Yahya al-Kairouani.

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