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TUNISIAStrage al resort: l’attentatore è uno studente

26.06.15 - 16:21
Da Sousse un terzo dei combattenti tunisini per l'Isis
Strage al resort: l’attentatore è uno studente
Da Sousse un terzo dei combattenti tunisini per l'Isis

TUNISI - Secondo il Ministro degli interni tunisino, l’autore dell’attentato di Sousse - che ha registrato almeno 27 vittime - è uno studente non conosciuto alle forze dell'ordine, originario di Qayrawan, nel centro del Paese, una delle città sante dell'Islam e sede della più antica moschea del Maghreb. Lo riferisce il segretario di Stato tunisino per gli Affari di sicurezza, Rafik Chelly, citato dai media locali. L'uomo è riuscito ad arrivare sulla spiaggia, passando dal retro dell'Hotel.

La Tunisia è il paese che finora ha fornito il più alto numero di combattenti stranieri ("foreign fighters") alle forze del sedicente Stato islamico (Isis) e molti di loro sono originari proprio di Sousse.

Secondo dati ufficiali citati in un servizio della tv satellitare al-Jazeera del novembre scorso, sui circa 3000 tunisini che combattono con i jihadisti, un migliaio sarebbero di Susa.

Nel suo reportage, l'emittente riferiva che alcuni quartieri della città, come al-Qalaa al-Kubra, al-Riyadh, al-Shabab e Hamam Soussa, rappresentano veri e propri centri di reclutamento di potenziali terroristi, al pari di sobborghi come Herkalion, Sidi Abdelhamid e Nafidha.

Questi quartieri sono stati spesso teatro di scontri tra estremisti islamici e forze di polizia, tra cui un attacco a un commissariato nel 2012, in cui persero la vita due attivisti salafiti, e quello di un kamikaze che si fece esplodere sulla spiaggia di Susa a ottobre 2013, senza fare vittime.

Raccogliendo le testimonianze di residenti della città, al-Jazeera raccontava di come si perdano di frequente le tracce di giovani che frequentano alcune specifiche moschee di Susa e di come, nei giorni successivi, le famiglie vengano a sapere della loro partenza per la Turchia, con destinazione finale Siria o Iraq.

La tv riferiva di un gran numero di questi jihadisti che sono rientrati in patria e sono riusciti a evitare di essere incriminati. Questo spingeva alcuni analisti a puntare l'indice contro le autorità tunisine.

 

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