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ITALIADomenico Maurantonio non era ubriaco, nel sangue niente tracce di lassativi

23.05.15 - 11:52
La madre: “Basta omertà, mio figlio non se la merita”
Domenico Maurantonio non era ubriaco, nel sangue niente tracce di lassativi
La madre: “Basta omertà, mio figlio non se la merita”

MILANO - Aveva bevuto, ma non era ubriaco. È quanto dimostrano i primi risultati della perizia tossicologica sul corpo di Domenico Maurantonio, il diciannovenne padovano morto due settimane fa cadendo dal quinto piano di un hotel alle porte di Milano.

Nel sangue il giovane aveva un tasso alcolico di poco inferiore a un grammo per litro. Un livello certamente superiore al limite consentito per mettersi al volante, ma non sufficiente perché fosse in preda ad una "ubriachezza eclatante".

Al momento, nel sangue del ragazzo in gita all'Expo 2015, non è stata trovata nemmeno traccia di lassativi. "Naturalmente andrebbe valutata la sua capacità di tollerare l’alcol... Una capacità che si può considerare bassa, in un ragazzo così giovane non abituato ad assumerne...", spiegano i medici legali che non si sbilanciano su quello che potrebbe essere successo.

Che si sia trattato di un gioco finito male non è possibile al momento provarlo. Nessuno dei 14 compagni di classe di Domenico ha ammesso di aver saputo o partecipato a nulla del genere.

Cosa che continua a provocare l’ira di Antonia Comin, la madre del ragazzo, pure lei insegnante, che attacca duramente i compagni di classe del figlio: "Adesso basta vigliaccherie, dovete dire la verità...". E non risparmia critiche pure ai vertici del liceo Ippolito Nievo di Padova e agli insegnanti che accompagnavano gli studenti in gita: "C’è un discorso che va fatto su quello che riguarda la vigilanza in gita cui è preposta l’istituzione scolastica e gli insegnanti accompagnatori... La scuola è responsabile...".

Lo studente padovano indossava solo una maglietta, era senza calzoncini nè indumenti intimi, senza scarpe nè calze, quando è stato ritrovato. L’ipotesi è che si sia fatto prendere dall’euforia di quella notte. Di sicuro non può essere precipitato per un malore da quella finestra con il davanzale alto 1 metro e 10, troppo alto per pensare a un incidente.

È plausibile che Domenico abbia deciso o si sia fatto convincere dai suoi compagni a defecare fuori da quella finestra poco distante dal balconcino della camera che divideva con altri due studenti. Magari il rito sarebbe finito con un salto proprio sul balcone, come si usa adesso. Non si sa quando sia precipitato Domenico. Alcuni suoi compagni di classe lo tenevano per un braccio. I medici hanno trovato i segni che non sono compatibili con la caduta. Persa la presa, il volo di 15 metri. Ma sua madre vuole la verità: "Basta omertà per quello che è successo a Domenico. Mio figlio non se lo merita".

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