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Vendute, abusate, e costrette a convertirsi all'Islam. Altrimenti ad attenderle c'è la morte
BAGHDAD - Diverse ragazze Yazidi irachene catturate dai terroristi islamici dell'Isis e usate come schiave del sesso hanno potuto sfuggire ai loro aguzzini e rifugiarsi nelle zone curde del Nord Iraq, dove hanno raccontato al giornale turco Hurriyet il loro terribile percorso.
Dalia, 19 anni, catturata con altre decine di donne e ragazze nel villaggio di Herdan nel Sinjar, ha riferito di essere stata ripetutamente violentata e torturata durante nove mesi. È stata 'venduta' sette volte ai miliziani jihadisti, responsabili di atrocità in Siria e Iraq.
Subito dopo l'occupazione dei loro villaggi donne e ragazze sono state separate dagli uomini, uccisi o portati via, e poi probabilmente assassinati. Tutte sono state costrette a "convertirsi all'Islam o morire".
La conversione forzata non ha migliorato la loro sorte. Donne e ragazze sono state concentrate in scuole trasformate in 'mercati delle schiave' dove i miliziani venivano a comprarle. Leyla, 20 anni, è stata venduta a Raqqa, la 'capitale' dell'Isis in Siria.
"Venivano tutti i giorni e prendevano tre o quattro ragazze che gli piacevano". Leyla è stata comprata con un'altra ragazza da un miliziano che l'ha portata a Husaybah, dove l'ha venduta a un altro jihadista.
"Mi ha violentata per 4 giorni, ammanettata. Poi mi ha venduta a un egiziano" che anche lui l'ha violentata. "L'ho supplicato di non farlo: 'sono gli ordini del nostro califfo al-Baghdadi', rispondeva".
Fra le vittime dei terroristi islamici anche una bambina di 10 anni, Rudeyna. "Hanno fatto cose brutte con me", ha detto al quotidiano turco, che l'ha incontrata in un campo profughi, "sono la gente più cattiva del mondo".
