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NEPALBeve la sua urina e sopravvive al terremoto, salvo dopo 82 ore

29.04.15 - 09:15
È una delle storie a lieto fine di un superstite del sisma a Kathmandu
Beve la sua urina e sopravvive al terremoto, salvo dopo 82 ore
È una delle storie a lieto fine di un superstite del sisma a Kathmandu

KATHMANDU - A quattro giorni dal devastante terremoto che ha colpito il Nepal le ricerche dei sopravvissuti continuano senza sosta. Il ministro degli Esteri del Nepal, Shanker Das Bairagi, ha chiesto alla comunità internazionale di inviare medici specialisti e gruppi di ricerca, nonostante inizialmente il paese non avesse valutato necessaria questa ipotesi. "La nostra priorità è dare sollievo elle squadre di soccorso. Abbiamo bisogno di neurologi, chirurghi, ortopedici", ha spiegato il diplomatico.

La speranza di trovare persone ancora in vita non cessa, rinvigorita dai salvataggi delle ultime ore, come quello di un bambino di quattro mesi, trovato nella sua abitazione crollata a Bhaktapur, una delle città storiche della valle di Kathmandu. Il piccolo è all'ospedale con diverse ferite, ma è fuori pericolo.

Un’altra storia a lieto fine è quella di un giovane di 28 anni, Rishi Khanal, che è stato recuperato a Gongabu, alla periferia della capitale 82 ore dopo la tragedia. Per sopravvivere fra le macerie dove era sepolto, il ragazzo ha bevuto la sua urina. Aveva abbandonato ormai la speranza, le sue labbra erano spaccate, le unghie bianche, era circondato da cadaveri e dal fetore. Poi la svolta quando una squadra franco-nepalese lo ha ridestato comunicandogli che nel giro di un’ora lo avrebbero salvato. Khanal ha riportato lesioni agli arti inferiori ed è stato ricoverato nell’ospedale della capitale.

Il quotidiano Republica oggi riferisce anche di un ventenne, John K.C., intrappolato al secondo piano di un hotel ed estratto vivo dai soccorritori della Armed Police Force (Apf) grazie all'aiuto di team da Cina e Turchia.

Oltre dieci team di soccorso stranieri, giunti a Kathmandu, stanno assistendo i militari nepalesi in una corsa contro il tempo per salvare i superstiti ancora intrappolati sotto gli edifici. I gruppi stranieri, provenienti da India, Sri Lanka, Cina, Turchia, Olanda, Polonia, Germania, Francia, Israele, Malaysia e Giappone, sono dislocati nella valle di Kathmandu. Un team britannico è invece al lavoro nel distretto di Sindhupalchowk, il più colpito con un bilancio di 1400 morti. I team medici di nove paesi sono invece impegnati nel trattamento dei feriti negli ospedali e nelle tendopoli.

 

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