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STATI UNITIOstaggio italiano ucciso in un raid per errore

23.04.15 - 16:36
La Casa Bianca ha comunicato che è rimasto vittima di un raid statunitense contro al Qaida. Nell'operazione è rimasto ucciso anche un ostaggio americano
Ostaggio italiano ucciso in un raid per errore
La Casa Bianca ha comunicato che è rimasto vittima di un raid statunitense contro al Qaida. Nell'operazione è rimasto ucciso anche un ostaggio americano

WASHINGTON - L'ostaggio italiano Giovanni Lo Porto, scomparso nel gennaio 2012, è rimasto ucciso nel corso di un raid statunitense contro al Qaida nel gennaio scorso, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Lo rende noto la Casa Bianca. Nell'operazione è rimasto ucciso anche un ostaggio americano, Warren Weinstein.

L'operazione in cui sono morti Lo Porto e Weinstein, afferma la Casa Bianca, aveva come obiettivo un sito di al Qaida, e "non avevamo motivo di ritenere che nessuno dei due ostaggi fosse presente". Il raid è stato condotto con un drone della Cia, riporta il Wall Street Journal citando fonti dell'amministrazione Obama.

Il presidente americano "si assume la piena responsabilità delle operazioni in cui sono rimasti uccisi gli ostaggi di al Qaida Giovanni Lo Porto e Warren Weinstein": lo afferma la Casa Bianca, precisando che "il presidente ha dato direttive per diffondere più informazioni possibile".

"Riteniamo inoltre che due altri americani siano stati uccisi in operazioni antiterrorismo Usa nella stessa regione", dove sono morti Lo Porto e Weintein, ha reso noto la Casa Bianca, spiegando che si tratta di due membri di al Qaida.

Secondo quanto ha reso noto la Casa Bianca, uno dei due, Ahmed Farouq, un leader di al Qaida, è morto nella stessa operazione costata la vita a Lo Porto e Weintstein, e l'altro, Adam Gadahn, alto esponente della stessa organizzazione, è morto in un'operazione condotta sempre a gennaio.

"Anche se Farouq e Ghadahn erano membri di al Qaida, nessuno dei due è stato specificamente preso di mira, non avevamo informazioni che indicassero la loro presenza nei siti delle operazioni".

Chi era Lo Porto - Giovanni Lo Porto è stato rapito tre anni fa, il 19 gennaio 2012, insieme a un collega tedesco in Pakistan, dove lavorava per la ong tedesca Welt HungerHilfe ('Aiuto-fame nel mondo') impegnata nella ricostruzione dell'area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011. Quattro uomini armati li prelevarono con la forza nell'edificio dove lavoravano e vivevano con altri operatori a Multan, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Il collega Bernd Muehlenbeck è stato liberato lo scorso 10 ottobre.

Dopo la liberazione il cooperante tedesco raccontò che i rapitori avevano portato altrove già da un anno il collega italiano. Chi ha lavorato con Lo Porto lo descrive come una persona molto accorta e preparata. Il suo professore alla London Metropolitan University, dove Lo Porto ha studiato, lo ha ricordato tempo fa come uno studente "appassionato, amichevole, dalla mente aperta". "Mi disse: 'Sono contento di essere tornato in Asia e in Pakistan. Amo la gente, la cultura e il cibo di questa parte del mondò", perché "il Pakistan era il suo vero amore e sentiva di aver operato bene, stabilendo dei buoni rapporti con la popolazione".

I suoi amici di Londra organizzarono una petizione già nel dicembre del 2013 in cui chiedevano a chiunque avesse qualche influenza di adoperarsi per la sua liberazione. Iniziativa replicata il 19 gennaio del 2014, per l'anniversario del suo rapimento, con l'appello lanciato dal Forum del Terzo Settore al governo italiano e ai direttori dei giornali "per rompere il muro del silenzio". La vicenda però si è ingarbugliata fin dall'inizio, con la rivendicazione di al Qaeda del sequestro, subito smentita. Più volte il Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP), principale movimento armato anti-governativo, ha negato di avere in mano Lo Porto.

Chi era Warren Weinstein - Warren Weinstein era il direttore per il Pakistan della J.E. Austin Associates. Era stato rapito nell'agosto 2011 a Lahore mentre si preparava a tornare in patria, quattro giorni prima della scadenza del suo contratto con l'Agenzia Usa per lo Sviluppo Federale.

Weinstein aveva 73 anni e viveva a Rockville, alle porte di Washington. La sua famiglia non ha risposto alle telefonate dei media americani che hanno chiesto commenti.

Nel dicembre 2013 al Qaida aveva diffuso un video il cui il cooperante faceva appello a Obama per la sua liberazione. Nel video Weinstein appariva emaciato e spaventato.

La J.E. Austin è una società privata di consulenza che assiste economie emergenti nella crescita e ha progetti in tutto il mondo.

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