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ITALIA / SVIZZERAPaoli cerca di difendersi: "Non sono un evasore, ma se devo pagare..."

17.03.15 - 14:17
Il cantautore vuole dimostrare che il suo conto in Svizzera è stato utilizzato (per risparmiare) prima della data in cui sarebbe avvenuto il tentativo di evasione a lui contestato
Paoli cerca di difendersi: "Non sono un evasore, ma se devo pagare..."
Il cantautore vuole dimostrare che il suo conto in Svizzera è stato utilizzato (per risparmiare) prima della data in cui sarebbe avvenuto il tentativo di evasione a lui contestato

GENOVA - Gino Paoli cerca di difendersi dalle accuse di evasione fiscale. La sua strategia, davanti ai magistrati genovesi che lo hanno ascoltato lunedì mattina per circa un'ora, è quella di dimostrare che il suo conto in Svizzera è stato utilizzato per risparmiare prima del 2008, anno della contestazione del pm basata su alcune intercettazioni. Paoli, lo ricordiamo, è accusato di aver esportato illegalmente circa due milioni di euro.

"Già in epoca antecedente al 2008 prelevai da quel deposito, a riprova di come le movimentazioni siano molto più datate di quel che mi si contesta", spiega il cantautore che segnala, ad esempio, un “rimpatrio” di 146 mila euro pre-2008, dicendosi pronto a pagare se si concretizzassero contestazioni amministrative.

Se il cantante - come spiega La Stampa - riuscisse a dimostrare che il denaro è stato portato in Svizzera in tranche differenti e in momenti diversi, vacillerebbe l'accusa. La vicenda, a questo punto, si potrebbe trasformare in una formalità da qualche decina di migliaia di euro.

Il cantautore era stato iscritto sul registro degli indagati dopo una serie di intercettazioni per l’inchiesta Carige: avevano riempito di cimici lo studio del commercialista genovese Andrea Vallebuona, ritenuto uno dei consulenti principali di Giovanni Berneschi, ex presidente della banca, e dei suoi complici nelle compravendite immobiliari truffa, le cui plusvalenze venivano riciclate in Svizzera. Ma nella primavera 2014 i militari si trovano ad ascoltare anche un colloquio fra il professionista, Paoli e la moglie.

L’artista parla di due milioni di euro da riportare in Italia "senza scudare" e frutto, stando alle registrazioni, di pagamenti in nero ricevuti per esibizioni alle feste dell’Unità. La compagna, quindi, fa riferimento a una cartellina di documenti cruciali e dice "la nascondiamo in un luogo sicuro...". Il cantante però si dice preoccupato per gli imminenti accordi bilaterali Italia-Svizzera sulla comunicazione dei correntisti esteri e teme per la propria immagine.

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