Il rimpatrio dello svizzerotedesco e del romando avverrà con un aereo dell'Onu
BERNA - I due militari svizzeri rimasti feriti la scorsa notte nell'attentato a un ristorante a Bamako, la capitale del Mali, nel quale sono morte cinque persone, non erano il bersaglio dell'attacco. Verranno rimpatriati appena possibile. Lo ha detto oggi all'ats Mirco Baumann, portavoce del centro Swissint responsabile delle missioni svizzere all'estero impegnate nel promovimento della pace.
All'una di notte, ora locale, sconosciuti sono entrati nel locale ed hanno aperto il fuoco con un'arma automatica, uccidendo cinque persone e ferendone almeno otto, tra cui i due svizzeri. I due sono ricoverati all'ospedale: "il loro stato è stabile ma critico", ha indicato oggi Swissint. Durante il trasporto all'ospedale i due militari feriti erano coscienti e in grado di parlare. Berna è in costante contatto con i medici che si occupano di loro.
Secondo Baumann, l'esercito ha già preso contatto con la Guardia aerea svizzera di soccorso (REGA) per organizzare il trasporto in Svizzera dei due feriti "non appena le loro condizioni lo permetteranno".
Un terzo membro dell'esercito svizzero si trovava nel ristorante assieme a loro, ma è rimasto illeso. Secondo il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) non vi sono indizi della presenza di altri cittadini elvetici all'interno del locale.
Attualmente nel paese africano sono di stanza cinque soldati svizzeri, tre dei quali nell'ambito di missioni delle Nazioni Unite. Gli altri due si trovano in Mali per un viaggio di servizio, ha precisato Baumann. Uno dei feriti lavora come esperto presso l'agenzia dell'Onu incaricata dello sminamento (Unmas), mentre l'altro fa parte di una missione che garantisce la sicurezza degli stock di armi e munizioni.
Baumann ha aggiunto che è troppo presto per dire se tutti i militari elvetici verranno ritirati dal Mali: la decisione di interrompere una missione di questo tipo è politica ed è di competenza del Consiglio federale, ha concluso.
ats