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AUSTRIAEx diplomatico kazako morto a Vienna, in Svizzera la nuova autopsia

01.03.15 - 15:57
Ex diplomatico kazako morto a Vienna, in Svizzera la nuova autopsia

VIENNA - L'Austria intende far sottoporre a una nuova autopsia in Svizzera il corpo di Rakhat Aliev. Il dissidente kazako, ex genero ed ex oppositore del presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaiev, è stato trovato morto questa settimana impiccato nella sua cella nella prigione di Josefstadt, a Vienna, in cui era detenuto da otto mesi. L'uomo, 52 anni, stava attendendo il processo per l'uccisione di due banchieri nel suo Paese dopo che l'Austria aveva rifiutato per due volte l'estradizione.

Le autorità hanno parlato di suicidio, scartando qualsiasi implicazione di terze persone. Ma gli avvocati della vittima hanno contestato questa versione ufficiale dopo che l'autopsia ha rivelato la presenza di barbiturici nel corpo dell'uomo. Proprio il giorno del decesso, martedì, Aliev avrebbe dovuto testimoniare contro due ex compagni di cella accusati di averlo ricattato e minacciato di ucciderlo simulando un suicidio. Il governo austriaco vuole ora fare chiarezza.

"Le autorità utilizzeranno tutti i mezzi investigativi a disposizione per far luce su questo caso in modo completo e trasparente", ha assicurato oggi il ministro della giustizia Wolfgang Brandstetter al giornale "Österreich". "Saranno chiamati esperti stranieri, in caso di necessità. Una seconda autopsia è programmata in Svizzera", ha continuato il ministro senza indicare una data precisa.

Sposato con Dariga, figlia maggiore di Nazarbaiev, Aliev aveva fatto una carriera brillante: capo della polizia fiscale, vice capo del Knb (il successore kazako del Kgb) e primo vice ministro degli esteri. Poi nel 2007 era caduto in disgrazia, pare sullo sfondo di una guerra di potere dai risvolti familiari, ed era stato "esiliato" come ambasciatore a Vienna. Pochi mesi dopo, arrivarono il divorzio in sordina da Dariga e le prime accuse (tutte da lui respinte come politicamente motivate), concretizzatesi in una condanna in contumacia a 40 anni per una serie di gravi reati: alto tradimento, tentato colpo di Stato, sequestro e uccisione di due dirigenti della Nurbank, di cui Aliev era uno dei maggiori azionisti.

La sua vicenda giudiziaria ha avuto larga pubblicità non solo in Austria ma anche in Kazakistan, dove i servizi segreti sono stati accusati da alcuni media di aver tentato di influenzare il procedimento.

 

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