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ARABIA SAUDITAMorto il re Abdullah

23.01.15 - 07:09
Per anni è stato il più anziano sovrano regnante al mondo
Morto il re Abdullah
Per anni è stato il più anziano sovrano regnante al mondo

RIYADH - Abdullah bin Abdulaziz, sesto re saudita e per anni il più anziano sovrano regnante al mondo, è deceduto giovedì sera. La notizia è stata diramata con un comunicato ufficiale. Aveva 91 anni ed era ricoverato da tempo per una polmonite.  I funerali si terranno oggi nella grande moschea di Riyadh. Lascia quattro mogli, sette figli maschi e 15 femmine.

Proclamato lutto nazionale anche in Giordania e dal presidente palestinese Abu Mazen. Obama ha ricordato il sesto monarca dell'Arabia Saudita per il suo grande "contributo alla ricerca della pace nella regione".

Il fratellastro Salman bin Abdulaziz, ministro della Difesa dal 2012, è stato nominato suo successore. Anche lui è uno dei tanti figli del fondatore del regno, Abdul Aziz al Saud, che porta il suo nome. Il principe Salman è anziano, ha quasi 80 anni, ma ha ottimi rapporti e contatti con le tante tribù del Paese e decenni di esperienza di governo, essendo stato sin dai primi anni '60 governatore della regione di Riad, la capitale, che sotto la sua guida è divenuta una metropoli, con decine di grattacieli e dove vivono quattro dei circa venti milioni di abitanti dell'Arabia Saudita. Ha fama di avere buone capacità diplomatiche, ma anche di saper usare le maniere forti. Ad esempio viene ricordato il fatto che nel 2011 ha ordinato un'azione contro i mendicati di Riad, facendo deportare quelli stranieri e costringendo quelli sauditi a seguire un corso di riabilitazione organizzato dal ministero degli affari sociali.

Proprio dal 2011 è stato inoltre ministro della difesa e ha svolto un ruolo chiave nell'adesione del suo Paese alla coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Usa, con i caccia sauditi che bombardano postazioni jihadiste in Siria. La sua salute desta qualche preoccupazione, avendo avuto un ictus che gli ha lasciato qualche problema di mobilità al braccio sinistro. Tuttavia, dovrebbe essere in grado di garantire una transizione senza scossoni.

È considerato un conservatore, ma anche un mediatore. Già nel 2007, dunque ben prima che nel 2012 venisse nominato principe ereditario, un memo dell'ambasciata Usa a Riad affermava che la grande famiglia reale, che conta circa 5.000 principi, lo considera come "un punto di riferimento" per la soluzione di dispute interne. Un elemento molto importante, per un principe che si accinge a prendere in mano le leve del potere assoluto in un Paese che dispone del 20 per cento delle riserve mondiali di petrolio, che ha al suo interno i luoghi più sacri dell'Islam e che dovrà inevitabilmente concedere delle riforme politiche, per consentire ad uno dei Paesi più tradizionalisti al mondo di poter far fronte a sfide internazionali e regionali sempre più complesse.

Scompare un cruciale alleato degli Usa - Per oltre tre decenni è stato uno degli uomini più influenti degli Stati del Golfo: alleato cruciale degli Stati Uniti, nel dopo 11 settembre dovette guidare quell'alleanza in una fase critica. Quindici dei 19 dirottatori erano sauditi e molti indicarono nell'ideologia di al Qaida le radici dell'interpretazione wahabita saudita dell'Islam.

Il suo regno è stato caratterizzato dallo scontro con le ambizioni regionali dell'Iran, sciita. Uno scontro che si è spostato in vari paesi e da ultimo ha avuto il suo culmine nel conflitto siriano. Fu anche duro nella repressione del dissenso nel momento del sorgere delle primavere arabe, spezzando sul nascere le dimostrazioni da parte della minoranza sciita. Re Abdullah passerà alla storia come il sovrano che in patria ha promosso i valori ultraconservatori dell'Islam, ma che all'estero ha lanciato numerose iniziative per il dialogo inter-religioso. Nell'ultima fase aveva anche cercato di aprire qualche opportunità per le donne, costrette da un'interpretazione molto rigida dell'Islam. Nel 2009 nominò una donna viceministro e cercò di ampliare le loro possibilità di istruzione.

Figlio - assieme a 36 fratellastri - del fondatore dell'Arabia Saudita Abdul Aziz bin Saud, Abdullah ricevette la tradizionale educazione islamica dopo aver passato su ordine del padre un lungo periodo della sua infanzia con le tribù beduine nomadi perchè diventasse "forte fisicamente e mentalmente".

Abdullah era re dal 3 agosto 2005, quando era salito sul trono dopo la morte di Fahd. Già dieci anni prima, nel 1995, aveva di fatto assunto la carica di reggente dopo che lo stesso Fahd era stato dichiarato temporaneamente invalido.

Nel 1982 Abdullah, comandante dal 1963 dell'influente e prestigioso corpo della Guarda nazionale, divenne il principe ereditario e primo vice premier saudita. Fu il primo vero passo concreto verso la corona, ma la sua ascesa ai vertici del potere è stata anche attribuita al fatto che Abdullah non avesse fratelli ma solo fratellastri. Se questo gli ha impedito di costruire attorno a sè una naturale base di potere, gli ha però fornito un maggior margine di manovra nelle lotte intestine alla famiglia reale.

Senza mai tradire l'alleanza con gli Stati Uniti, in più di un'occasione re Abdullah ha però preso le distanze da Washington. Nel 1998 respinse la richiesta americana di usare le basi militari saudite per lanciare i raid contro l'Iraq. Mentre nel 2002 lanciò al vertice arabo di Beirut l'iniziativa di pace saudita per il Medio Oriente, che si distanziava in parte dalle posizioni Usa e prevedeva il riconoscimento arabo dello Stato ebraico in cambio della creazione di uno Stato palestinese formato dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania con Gerusalemme est capitale.

Il sovrano, che lascia le quattro mogli da cui avuto sette figli maschi e 15 femmine, è stato anche il primo re saudita a visitare il Papa durante lo storico incontro a Roma nel novembre 2007 con il pontefice Benedetto XVI.

L'ultimo periodo della sua vita è stato costellato da malattie e ricoveri, in patria e all'estero.

"La sua vita abbraccia un arco di tempo che va da prima della nascita dell'Arabia Saudita moderna fino al suo emergere come forza fondamentale all'interno dell'economia mondiale e leader tra i Paesi arabi e islamici. Egli - afferma Obama - ha intrapreso passi importanti per far avanzare l'iniziativa di pace nella regione araba, uno sforzo che gli sopravviverà".

"Ho sempre apprezzato la sua prospettiva e la nostra sincera amicizia", ha aggiunto Obama, ricordando lo stretto legame tra Arabia Saudita e Stati Uniti: "Ebbe il coraggio delle sue convinzioni e una di queste è stata la fede incrollabile nell'importanza dei rapporti tra Usa e Arabia. La vicinanza e la forza della partnership tra i due paesi è parte della sua eredità".

Anche il presidente francese François Hollande ha ricordato la figura del re saudita: "uno statista la cui opera ha profondamente segnato la storia del suo paese", lo ha definito.

Il petrolio - I future sul petrolio in rialzo dopo la morte del re saudita Abdullah. Le quotazioni del petrolio a New York salgono del 2,27% a 47,39 dollari al barile.

ats/red

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