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L'azione legale dovrebbe servire a spingere le riforme per cambiare il clima all'interno di uno dei carceri più grandi del Paese
NEW YORK - Il governo degli Stati Uniti contro la città di New York per la prigione degli orrori di Rikers Island. Il dipartimento di Giustizia americano ha deciso di fare causa alla Grande Mela alla luce dell'ultimo rapporto sulle condizioni dei detenuti in quel carcere dove - come si legge - è radicata la cultura della violenza in particolare contro i detenuti minorenni.
L'azione legale dovrebbe servire a spingere le riforme per cambiare il clima all'interno di uno dei carceri più grandi del Paese. La notizia dell'azione legale è arrivata ad un giorno di distanza dalla visita al carcere del sindaco di New York, Bill de Blasio, e anche del suo annuncio della fine del regime di isolamento per i detenuti di 16 e 17 anni.
Ma per il dipartimento di Giustizia la fine dell'isolamento non basta, ed è solo una goccia nel mare delle richieste fatte dai procuratori federali per fermare le violenze. Secondo il ministro della giustizia, Eric Holder, nonostante quattro mesi di negoziazione con la città, ancora non si è raggiunto un accordo che possa portare all'avvio di serie riforme.
City Hall, sede del comune newyorkese, non si è opposta all'intervento del governo federale e il portavoce del sindaco, Martin Adams, ha detto che "l'amministrazione ha iniziato a smantellare un regime che negli anni ha portato a livelli inaccettabili di violenza a Rikers Island".
Il carcere ospita circa 11'000 detenuti. Il rapporto sulle violenze è stato reso noto lo scorso agosto e prende in considerazione il periodo che va dal 2011 al 2013. Nelle 79 pagine pubblicate dal New York Times si legge che nel 2013 sono stati riscontrati 565 episodi di violenza ai danni di prigionieri minorenni che hanno riportato oltre mille ferite. Inoltre quasi la metà della popolazione carceraria minorile, dal 30 ottobre 2012, ha subito almeno una volta l'uso della forza da parte delle guardie.
