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ITALIAStop a sangue e organi di chi rientra dall'Africa

11.10.14 - 20:21
La misura è stata presa in chiave anti-Ebola
Foto Reuters
Stop a sangue e organi di chi rientra dall'Africa
La misura è stata presa in chiave anti-Ebola
ROMA - La donazione di sangue, organi, cellule e tessuti, sarà vietata a tutti coloro che sono stati in paesi africani a rischio Ebola negli ultimi 50-60 giorni, e non potranno donare il sangue per due mesi anche coloro che avessero avuto contatti con persone a rischio. La decisione, presa dal Centro Nazionale italiano Trapianti (Cnt) sentito il ministero della Salute, si basa su un documento appena emanato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) e indirizzato agli stati membri, in cui si avverte che sangue ed organi di un paziente infetto possono trasmettere il virus Ebola fin dall'inizio della malattia, ovvero prima della comparsa dei sintomi al termine del periodo dei 21 giorni di incubazione.

Una misura, quella relativa allo stop di sangue e organi di chi rientra dall'Africa, annunciata dal direttore del Cnt, Alessandro Nanni Costa, che, tuttavia, precisa che si tratta di una decisione solo "precauzionale". Il documento dell'Ecdc alza comunque l'allerta: "si evidenzia - spiega Costa - come Ebola sia un problema di sanità pubblica, ma l'Ecdc avverte anche che un rischio di contagio attraverso gli organi e il sangue non è escluso". Per questo, prosegue, "l'Ecdc sottolinea la necessità di prendere precauzioni nei settori trapianti e trasfusioni".

In altri termini, esemplifica Costa, "ciò significa che se una persona sospettata di essersi contagiata arriva dall'Africa senza alcun sintomo, questa persona non è contagiosa ma dovrà attendere 21 giorni per l'eventuale comparsa dei sintomi, ed è solo alla comparsa dei sintomi che diventerà infettiva per le altre persone. La stessa persona, se infettata, potrebbe però trasmettere il virus attraverso gli organi, in caso di donazione, o con il sangue, attraverso le trasfusioni, ancora prima della comparsa dei sintomi". L'allerta con le nuove disposizioni, ha inoltre spiegato il direttore del Centro Nazionale italiano Sangue, Giuliano Grazzini, sarà diramata lunedì prossimo con una circolare a tutti i servizi trasfusionali sul territorio.

L'esperto, tuttavia, rassicura: "è una misura di precauzione; i pericoli sono lontani e teorici". Infatti, rileva, "un'eventuale trasmissione del virus resta comunque difficile dal momento che, presumibilmente, il virus inizia a divenire più virulento proprio a partire dalla fase in cui si ha la comparsa dei sintomi della malattia". Tra allerta e inviti a non creare allarmismi, l'attenzione è anche rivolta all'incontro del prossimo 16 ottobre a Bruxelles, in occasione del quale i ministri della Salute europei decideranno nuove e rafforzate misure di controllo negli aeroporti. Intanto, notizie positive arrivano da Madrid, dove sta meglio - è cosciente ed ha ricominciato a parlare - l'infermiera infettata dal virus e ricoverata all'ospedale Carlo III.

La preoccupazione degli Stati, però, cresce: il Canada ha invitato oggi i suoi cittadini a lasciare i paesi colpiti dall'epidemia, mentre in Gran Bretagna è stata organizzata un'esercitazione su grande scala, con la partecipazione di centinaia di operatori sanitari e alcuni ministri, per testare la risposta di fronte ad un eventuale caso Ebola. E dalla Russia arriva l'annuncio di altri tre vaccini in via di sviluppo che dovrebbero arrivare, secondo il ministro della salute russo, in 6 mesi.

Ats Ans
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