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GERMANIA9 ottobre, l'inizio della fine della DDR

09.10.14 - 21:48
25 anni fa il crollo della DDR iniziò a Lipsia. La giornata della retorica
Foto Keystone
9 ottobre, l'inizio della fine della DDR
25 anni fa il crollo della DDR iniziò a Lipsia. La giornata della retorica

BERLINO - Il primo mattone del muro di Berlino venne giù a Lipsia. "Senza il 9 ottobre, non ci sarebbe stato il 9 novembre", ha detto oggi Joachim Gauck. Pastore evangelico nella Ddr di un tempo, oggi presidente della Repubblica federale tedesca riunificata, Gauck ha commemorato così la grande manifestazione popolare che portò in strada oltre 70 mila persone, 25 anni fa, nella città della Repubblica orientale tedesca.

La folla scandì parole poi divenute celebri: 'Wir sind das Volk!', 'Noi siamo il popolo!'. L'espressione di quella rivoluzione pacifica, che un mese dopo avrebbe portato al crollo del muro di Berlino. E alla fine della guerra fredda.

È densa di significati la solennità con cui la Germania ha celebrato questa ricorrenza. Nel pieno del conflitto con Mosca sull'Ucraina, ci si prepara infatti al venticinquesimo anniversario della caduta del muro con un basso profilo: perché quella "è una festa dei cittadini", ha spiegato il portavoce della cancelliera Merkel Steffen Seibert qualche giorno fa, motivando l'assenza di ospiti eccellenti il prossimo 9 novembre a Berlino.

Oggi, invece, in memoria della manifestazione di Lipsia, erano presenti i presidenti di Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria. E poi, l'ex ministro degli Esteri Hans-Dietrich Genscher e gli ex segretari di Stato americani James Baker ed Henry Kissinger. Tutti convenuti nella cittadina sassone per ascoltare il discorso sulla democrazia dell'inquilino di Bellevue.

"La Ddr non era uno Stato giusto, non vi era alcuna giurisdizione indipendente", ha sentenziato Gauck ricordando i soprusi del regime di fronte al recente tentativo della Linke di ridimensionare gli orrori del comunismo. Del resto lui (anche diversamente da Angela Merkel), era attivo come dissidente. In uno Stato in cui regnavano, come ha detto oggi, impotenza e terrore.

E la storia, oggi più che mai, è un faro nella difficile situazione geopolitica mondiale: "Tocca a noi tutti decidere se vogliamo difendere la democrazia – ha tuonato Gauck, fra i politici tedeschi più aspri con Vladimir Putin – e se noi guardiamo oltre l'Europa, vediamo che i giovani di Hong Kong lo hanno compreso molto bene".

Un riferimento preciso a Kiev è arrivato poi dallo statunitense Baker, che pur sottolineando di non ritenere che attualmente si riviva "del tutto una nuova guerra fredda", ha messo in guardia: "Più stati dell'ex Unione sovietica vivono oggi nella paura e nell'angoscia" a causa delle operazioni militari russe in Ucraina.

ats

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