Cerca e trova immobili

CORRISPONDENZE ESTERO"In Malesia abbiamo visto gli Ironman, i veri duri"

09.10.14 - 08:12
Abbiamo i crampi alle mani, dopo questa giornata passata ad applaudire degli autentici campioni di determinazione
Romano Piazzini
"In Malesia abbiamo visto gli Ironman, i veri duri"
Abbiamo i crampi alle mani, dopo questa giornata passata ad applaudire degli autentici campioni di determinazione

Isola di Langkawi, Malesia. Vi si disputa l’edizione 2014 dell’Ironman, gara per veri duri. Uomini e donne - alle quali nessuno sconto o privilegio per il gentil sesso é concesso - dai muscoli d’acciaio, ma soprattutto una testa traboccante di tenacia, focalizzata a testa bassa come arieti sull’obiettivo : portare a termine una gara massacrante. Alle 0700, sulla linea di partenza, al molo dei traghetti, 1397 atleti in rappresentanza di 58 nazioni si tuffano a gruppi nelle acque portuali invero un po’ fetide del golfo di Kuah dove siamo ancorati. 

Colori, musica a tutto volume, odori di creme per i muscoli, tifo di parenti, amici e spettatori. Bandiere malesi, giapponesi, thailandesi, austriache, perfino una bandierina svizzera, ad incoraggiare un piccolo gruppetto di concorrenti provenienti dall'area di Zurigo. Il sole riscalda rapidamente l’ambiente; quando gli ultimi atleti escono dall’acqua, dopo aver percorso 3,8 km di nuoto e inforcano le loro super tecnologiche biciclette, é già alto e martellante.  Temperatura oltre 30°C, umidità elevatissima, a rendere l’impresa ancor più estrema. 180 km su due ruote fino a toccare la vetta del Gunung Raya, la montagna più alta di Langkawi, attraverso due tratti di foresta dove ai concorrenti é assolutamente vietato fermarsi, mangiare o gettare rifiuti. Le numerose famiglie di scimmie che popolano l’isola non esiterebbero ad invadere il campo di gara intralciando pericolosamente il passaggio degli Ironman, gli uomini di ferro. Molti, più in gara con sé stessi che con gli altri. Ognuno con la propria preparazione atletica e con una personale tattica di gara. Lunghi mesi di allenamenti, alimentazione rigorosa, ricerca di nuove teorie ! di scienza dello sport e studio del proprio corpo e della propria mente. Sapere come amministrare le risorse si rivela decisivo per gare di questa durata. Tempo massimo per raggiungere il traguardo : 17 ore.

Un’esperienza che trascende la pura prestazione sportiva. Con il motto “Tutto é possibile”, l’Ironman rappresenta per molti di questi atleti la sfida più alta, più ambiziosa della vita. Un rito di passaggio, un viaggio spirituale alla ricerca dei propri limiti. Dalle transenne incitiamo filippini, brasiliani, tedeschi, italiani, svedesi, cinesi, alcuni con gli occhi spiritati mentre, deposta la bicicletta, si avviano verso l’ultima tratta di 42,2 km al passo di corsa.

Quattro giri di circa 10 km l’uno fra le strade e i parchi di Kuah, il capoluogo dell’isola. Il caldo é insopportabile per noi, figuriamoci per loro, che ai vari punti di ristoro si versano sulla nuca bicchieri d’acqua o ficcano direttamente la testa nelle cisterne dalle quali estraggono manciate di cubetti di ghiaccio per mettersele dentro la maglietta o i pantaloncini, laddove il ferro si sta surriscaldando. Il tifo di parenti, amici e spettatori si fa assordante quando, sotto lo sguardo dell’aquila gigante, monumento simbolo dell’isola, Patrik Nilsson, un giovane svedese che sembra una gazzella, dopo 8 ore e una quarantina di minuti varca, solo, il traguardo. Trascorreranno sicuramente ancora parecchie ora prima che Yee Sze Mun, il settantasettenne cinese, concorrente più anziano, varcherà questa soglia. Per questo torniamo sul percorso di gara ad incoraggiare queste forze della volontà. Alcuni rallentano, altri camminano privi di fiato, altri ancora si appoggiano alle transenne per stirare muscoli ormai duri come sassi. Kaito, Markus, Diana, Brian, Yu, tutti hanno diritto ai nostri applausi che ricambiano, seppur stremati, con un sorriso o una riconoscente occhiata. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE