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La dichiarazione d'indipendenza catalana è attesa per oggi, ma per lo storico Collado Seidel è possibile resti «simbolica»
BARCELLONA/MARBURG - Oggi il governo catalano potrebbe dichiarare unilateralmente la secessione dalla Spagna, ma i separatisti del presidente Carles Puigdemont arrivano fiaccati a questo appuntamento. Sembrano infatti aver perso terreno dal referendum sull’indipendenza del 1° ottobre scorso.
Nel weekend, per la prima volta, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona e nel resto della Spagna per manifestare contro le separazione da Madrid. Uno sviluppo «impressionante», sottolinea lo storico ed esperto di Spagna Carlos Collado Seidel, che spiega come ci sia anche altro a minare l'entusiasmo dei secessionisti. «La fuga dalla Catalogna di diverse grandi banche e aziende ha scioccato i separatisti conservatori del campo di Puigdemont», spiega il docente dell’Università di Marburg, in Germania. Anche la strategia dell’esecutivo regionale riguardo al coinvolgimento di Bruxelles nella questione catalana ha avuto la sua parte: «I tentativi assolutamente disperati del governo catalano di spingere l’Ue a fare da mediatore non hanno portato frutti», afferma.
Secondo lo storico, oggi Puigdemont si limiterà ad annunciare un’indipendenza «simbolica». Che cosa ciò significhi in concreto è difficile dirlo, aggiunge: «Credo, però, che non osi dichiarare unilateralmente l’indipendenza», valuta Collado Seidel. La conseguenza sarebbe la messa in atto, da parte del governo centrale, di misure drastiche «che, in caso di un’ulteriore, prevedibile escalation, significherebbero l’ingresso dei carri armati a Barcellona quale ultima ratio».
