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ITALIAIl Papa con il braccialetto dei migranti

01.10.17 - 14:24
Il Papa con il braccialetto dei migranti

BOLOGNA - Lo attendevano come un invitato speciale in una domenica fuori dall'ordinario, con canti, cartelli e voglia di far festa. Ma quando il 'Papa delle periferie' è entrato nell'Hub di smistamento migranti di via Mattei, distante alcuni chilometri dal centro storico e scelto da Francesco come prima e significativa tappa della visita a Bologna, tra gli ospiti dietro le transenne è sceso un silenzio emozionato.

Sotto la pioggia, senza ombrello, il papa è sfilato in mezzo a loro senza tralasciare nessuno, ascoltando una parola da tutti. Le foto con i richiedenti asilo sbarcati da poche settimane le ha fatte indossando il braccialetto giallo numero 3900003 che gli hanno consegnato all'ingresso, insieme a una tesserina. Tutti i circa 500 stranieri del centro hanno oggetti identici, indicano l'inizio del percorso di accoglienza in Emilia-Romagna.

Loro, i «lottatori della speranza», come li ha definiti Bergoglio, arrivati da nazioni diverse attraversando il deserto e il mare e con il desiderio primario di ottenere un permesso che gli consenta di essere qualcuno, lo hanno sentito vicino. «Mi sento orgoglioso che sia partito da qui, non era facile darci questa possibilità», ha riassunto alla fine Gabriel, un giovane nigeriano che mostra sul telefono l'autoscatto col Papa. E così, l'ovazione più potente non poteva che alzarsi quando il Pontefice, nel suo discorso dal palco, ha fatto proprie le parole viste su tanti striscioni e sentite dalle bocche degli stranieri di via Mattei, sulla necessità di avere documenti.

Dopo circa un'ora Francesco è ripartito per la città, ma la sua visita rimarrà negli occhi dei migranti, ragazzi e ragazze, in media ventenni. «Gli ho detto che ciascuno qui ha una storia e il papa ha voluto ascoltarle tutte. Mi ha colpito la sua grande umiltà, la disponibilità a fermarsi con tutti», ha detto Bouchra Naji, mediatrice culturale di origini marocchine che ha accompagnato Francesco. Mussulmana, come 'Tamba', il senegalese che ha dato al papa braccialetto e tesserino. Anche lui sbarcò in Sicilia e adesso lavora nell'accoglienza. Le fedi religiose non sono un ostacolo: «Per loro è importante essere visti, ricordati e riconosciuti nella dignità. Questa è una cosa grande, che si è tradotta nelle manifestazioni di affetto che avete visto. Indipendentemente dalle religioni e dalla provenienza», ha detto Giacomo Rossi, il responsabile delle cooperative che lavorano nella struttura. Ex Cie, ora luogo di passaggio verso una nuova vita in Italia.

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