Dopo l’attacco di Charlottesville, la città ha deciso di far sparire in sordina i ricordi della lotta in difesa della schiavitù
BALTIMORA - Dopo che la rimozione della statua del generale confederato Robert E. Lee ha determinato un sanguinoso weekend di scontri nella vicina Virginia, Baltimora, nel Maryland, ha provveduto a rimuovere nottetempo e in sordina i monumenti in memoria di coloro che combatterono per gli Stati Confederati d’America (e in difesa della schiavitù) contro l’esercito regolare degli Stati Uniti d’America nella Guerra civile del 1861-65.
Come riporta il Baltimore City Paper, poco dopo mezzanotte (le 6 di questa mattina in Svizzera), una squadra di operai armati di gru e scortati da poliziotti ha rimosso quattro statue legate alla retorica suprematista bianca e all’epoca degli Stati Confederati e le ha trasportate fuori città. In un clima «gioviale», racconta il portale locale, una folla di persone convenute grazie al passaparola ha incitato ogni passaggio dell’operazione.
Uno solo dei presenti si è mostrato in disaccordo con la decisione di rimuovere i monumenti: «Siete voi e il vostro City Paper liberale ad aver generato questa me***, avete diffuso false informazioni e bugie», ha dichiarato alla volta dei cronisti.
La rimozione delle statue è stata decisa all’unanimità lunedì dal consiglio comunale cittadino dopo l’attacco alla folla ad opera di un suprematista bianco che, sabato, ha fatto una vittima a Charlottesville, in Virginia.
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— Baynard Woods (@baynardwoods) 16 agosto 2017