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Trump aveva minacciato l'imposizione di norme stile Guerra Fredda e di dazi o quote sull'import dalla Cina nel nome della sicurezza nazionale
STATI UNITI - Gli Stati Uniti e la Cina trattano sull'acciaio con l'obiettivo di evitare una guerra commerciale. Nel corso del 'Comprehensive Economic Dialogue' fra i due Paesi, l'iniziativa voluta da Donald Trump e dal presidente cinese Xi Jinping nei mesi scorsi aggiornando il precedente modello di confronto usato dal 2008, Washington e Pechino hanno avviato il dialogo sull'acciaio dopo che Trump ha minacciato l'imposizione di norme stile Guerra Fredda e di dazi o quote sull'import dalla Cina nel nome della sicurezza nazionale.
L'incontro fra le due potenze economiche si è aperto però in salita, con il segretario al commercio americano Wilbur Ross che ha criticato il surplus commerciale cinese con gli Stati Uniti. «Se fosse il prodotto naturale di forze di mercato lo capiremmo, ma non è così», ha affermato Ross aprendo i lavori.
«È il momento di riequilibrare i nostri rapporti commerciali e di investimento», aggiunge. Ad ascoltarlo il vice premier cinese Wang Yang che poco prima aveva definito la collaborazione fra i due Paesi il miglior modo di procedere. Ha ammesso l'esistenza di divergenze il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, secondo il quale però il dialogo è una «pietra miliare nei rapporti finanziari ed economici dei due Stati».
Nonostante le tensioni i primi incontri per risolvere la disputa sull'acciaio sarebbero stati positivi. L'amministrazione Trump ha minacciato di usare i suoi poteri previsti nella 'Sezione 232' delle norme del 1962 sul commercio con l'imposizione di restrizioni sulle importazioni che minacciano la sicurezza nazionale americana.
Secondo gli esperti invocare la 'sicurezza nazionale' potrebbe innescare una serie di reazioni a catena dei partner commerciali statunitensi, spianando la strada a una guerra commerciale.
