Cerca e trova immobili

ITALIADelitto di Garlasco, Stasi rimane in prigione

28.06.17 - 09:38
La Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso dei suoi legali per riaprire il caso, sospendere la pena e riesaminare in un nuovo processo di appello i testi già sentiti in primo grado
Delitto di Garlasco, Stasi rimane in prigione
La Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso dei suoi legali per riaprire il caso, sospendere la pena e riesaminare in un nuovo processo di appello i testi già sentiti in primo grado

PAVIA - Cala il sipario sul delitto di Garlasco, un caso complicato scoppiato l'estate di dieci anni fa in un piccolo paese della provincia pavese quando una giovane, Chiara Poggi, venne uccisa in casa, in pieno giorno, e ritrovata in un lago di sangue nella villetta di Via Pascoli. Lo ha deciso la Cassazione che lascia in carcere Alberto Stasi, all'epoca fidanzato di Chiara, e gli nega il processo di appello ter dopo l'altalena giudiziaria che lo ha assolto due volte e poi rinviato nuovamente a giudizio dalla Suprema Corte, fino alla condanna a sedici anni nel processo d'appello bis.

I supremi giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso dei legali di Stasi mirato a riaprire il dibattimento, sospendere la pena e riesaminare i testi già sentiti in primo grado. Stasi è recluso nel carcere di Bollate per l' omicidio del 13 agosto 2007. Secondo gli 'ermellini', evidentemente, le prove raccolte e quelle rivalutate nel secondo processo d'appello svoltosi a Milano hanno messo in soffitta le precedenti ricostruzioni alle quali ha tentato di appigliarsi la difesa dell'ex studente della Bocconi in un disperato tentativo di sottrarlo alla prigione.

"Il rigetto di quest'ulteriore ricorso conferma come la sentenza di condanna sia stata emessa all'esito di un giusto processo, grazie alle prove schiaccianti faticosamente acquisite dalla Corte di Assise di Appello di Milano", hanno commentato gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali della famiglia Poggi. "Anche nei momenti più difficili - hanno aggiunto - la famiglia di Chiara ha sempre creduto nella giustizia, senza mai cercare giudizi sommari".

Con la consueta pacatezza, pur provata da un dolore senza fine, la signora Rita Preda, mamma di Chiara, spera che adesso "sia davvero finita". "Un po' di ansia alla vigilia c'era, è innegabile ma eravamo fiduciosi. Ora Stasi abbia l'umiltà di dire basta, prendere atto della sentenza e smetterla". Ammonta a oltre 1,2 milioni euro la cifra che tra risarcimento danni e spese legali, Stasi dovrebbe corrispondere ai Poggi e che, a ogni ulteriore ricorso, lievita. "Finora non ci ha dato nulla", taglia corto la mamma di quella ragazza dalla vita tranquilla e così violentemente interrotta da un'arma che è ancora da trovare e da un movente indefinito, forse un moto di rabbia.

"Siamo convinti dell'innocenza di Alberto Stasi: sia la Corte d'assise d'appello, nel processo bis, sia la Cassazione, hanno violato i principi fissati dalla Corte europea dei Diritti Umani in tema di difesa. Con il ricorso in Cassazione abbiamo rilevato errori di fatto relativi all'assunzione di prove dichiarative" aveva detto ieri l'avvocato Angelo Giarda che ha firmato il ricorso straordinario per chiedere di riascoltare circa una ventina di testi e mettere in discussione prove come le tracce del dna di Alberto trovate sul portasapone a casa di Chiara. Per il 'no' all'appello ter si era espresso il Pg della Cassazione Roberto Aniello, lo stesso Pg che nell'aprile 2013 aveva chiesto e ottenuto l'annullamento dell'assoluzione di Stasi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE