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La figlia di Trump dovrà testimoniare di fronte a un giudice federale e difendersi dall'accusa di plagio mossa da un'azienda calzaturiera del Belpaese
NEW YORK - Ci ha provato fino all'ultimo a evitare di comparire in tribunale, facendo chiedere ai suoi legali un'esenzione legata a "circostanze eccezionali", quelle che la vedono alla Casa Bianca come uno dei principali consiglieri del presidente americano. Ma alla fine Ivanka Trump ha dovuto cedere: dovrà testimoniare di fronte a un giudice federale e difendersi dall'accusa di plagio mossa da un'azienda calzaturiera italiana.
La fiorentina Acquazzurra, esattamente un anno fa, aveva fatto causa alla Marc Fisher Holdings, la società che produce per la figlia del tycoon una lussuosa e costosissima linea di scarpe. L'azienda italiana sostiene che uno dei modelli prodotti col marchio di Ivanka Trump, chiamato "Hettie", sia una copia perfetta di una delle sue scarpe di punta, la "Wild Thing". Quasi ogni dettaglio della calzatura - si denuncia - è stato plagiato.
L'oggetto del contendere è un paio di sandali con tacco e frangia molto di moda la scorsa estate - in Italia e negli Usa - che nella versione americana arriva a costare fino a 785 dollari, contro i 125 dollari del modello italiano.
Ora Ivanka sarà ascoltata e dovrà spiegare. Il giudice federale di New York Katherine Forrest ha stabilito che la figlia del presidente dovrà rispondere a delle domande in una deposizione che non durerà più di due ore e che si terrà a Washington, se questa è la preferenza della figlia del tycoon che oramai vive stabilmente nella capitale federale.
Il giudice Forrest ha spiegato ancora che la deposizione si è resa necessaria perché la first daughter afferma di essere coinvolta in prima persona nel processo decisionale della sua azienda.
