L'iter prevede la notifica ufficiale all'Ue tramite una lettera con la quale si dichiara l'intenzione della Gran Bretagna di uscire dall'Unione avviando quindi un negoziato della durata di due anni
LONDRA - Il meccanismo di avvio della Brexit scatterà il 29 marzo. Lo annuncia Downing Street, secondo la stampa britannica.
E' stato l'ambasciatore britannico a Bruxelles, Sir Tim Barrow, ad informare l'ufficio del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, della data scelta dalla premier Theresa May. L'iter prevede la notifica ufficiale all'Ue tramite una lettera firmata dal primo ministro con la quale si dichiara l'intenzione della Gran Bretagna di uscire dall'Unione avviando quindi un negoziato della durata di due anni. "Siamo all'inizio del più importante negoziato per il Regno Unito nell'arco di una generazione", ha affermato in una nota il ministro per la Brexit, David Davis.
Il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha confermato che l'esecutivo "è stato informato in anticipo" dal governo britannico sull'intenzione di inviare il 29 marzo la lettera che invoca l'applicazione dell'art.50 per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. "Siamo pronti a cominciare il negoziato" ha aggiunto specificando che "subito dopo" la Commissione pubblicherà le raccomandazioni per il negoziato e che il presidente Ue, Donald Tusk, convocherà un vertice straordinario per formalizzare il mandato negoziale per Michel Barnier.
Patto Gb-Germania - Un nuovo accordo sulla cooperazione nella difesa e la sicurezza tra Gran Bretagna e Germania. E' quello a cui vogliono giungere Londra e Berlino per il dopo Brexit, stando alle rivelazioni del Financial Times. Il giornale della City sottolinea che la premier Theresa May punta così ad instaurare un tono il più possibile dialogante con la cancelliera Angela Merkel in vista dei negoziati per il divorzio da Bruxelles.
Il dialogo in corso fra i due Paesi è stato confermato dal ministero della Difesa britannico e da quello tedesco, secondo cui "indipendentemente dagli effetti della Brexit, il Regno Unito rimane un forte partner e alleato nella Nato e a livello bilaterale". Le aree di maggiore collaborazione saranno la cyber-sicurezza, l'addestramento militare e il pattugliamento marittimo.
Tutti i numeri dell'addio all'Ue - Ecco le cifre più importanti della Brexit, il divorzio della Gran Bretagna dalla Ue:
* IL VOTO: l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea è stata decisa col referendum del 23 giugno 2016. Oltre 30 milioni di elettori, con un'affluenza pari al 71,8%, hanno votato per il 51,9% in favore della Brexit e per il 48,1% per la permanenza del Paese nell'Ue. In Inghilterra i pro Brexit sono stati il 53,4%, i Remain il 46,6%, mentre in Galles il 52,5% contro il 47,5%. Invece in Scozia hanno prevalso i Remain, 62% contro 38%, e anche in Irlanda del Nord, 55,8% contro 44,2%.
* I NEGOZIATI: l'iter di attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona prevede che i negoziati per il "divorzio" della Gran Bretagna dall'Ue inizino il 29 marzo e abbiano una durata di 2 anni, salvo proroghe che andranno concesse a unanimità da tutti i 27 membri restanti nell'Unione.
* L'"IMMIGRAZIONE": è uno dei nodi cruciali dei negoziati tra Londra e Bruxelles. Si calcola che circa 3,2 milioni di cittadini Ue siano residenti nel Regno Unito, di questi oltre 500 mila sono italiani. Rappresentano il 5% di tutta la popolazione del Paese. I britannici che vivono nei Paesi del continente sono invece 1,2 milioni.
* IL CONTO: fra i 20 e i 40 miliardi di sterline l'anno potrebbe risparmiare la Gran Bretagna una volta uscita dall'Ue e anche dal mercato unico europeo, secondo le stime dei "brexiters". Ma secondo Bruxelles il "conto del divorzio" potrebbe costare a Londra 60 miliardi di euro.
* L'ECONOMIA DEL REGNO: dopo il referendum del 23 giugno, l'inflazione è salita, toccando l'1,8% a gennaio, il massimo negli ultimi due anni e mezzo. Ma la disoccupazione è scesa al 4,7%, ai minimi storici, mentre il Pil 2017 è stato rivisto al rialzo, dall'1,4% al 2%.
* LA STERLINA: la divisa britannica si è indebolita ma non è crollata. Rispetto al periodo pre-referendum ha perso il 15% sul dollaro e il 10% sull'euro.
* L'INTERSCAMBIO COMMERCIALE: L'Unione europea acquista il 44% delle esportazioni britanniche e fornisce il 54% delle importazioni nel Regno Unito.