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ITALIAI genitori di Fabrizia: «La Germania è stata insensibile e incapace»

28.02.17 - 10:33
Parlano per la prima volta i familiari dell'unica vittima italiana dell'attentato di Natale a Berlino. Per loro niente risarcimento
I genitori di Fabrizia: «La Germania è stata insensibile e incapace»
Parlano per la prima volta i familiari dell'unica vittima italiana dell'attentato di Natale a Berlino. Per loro niente risarcimento

SULMONA - È una famiglia che, oltre al dolore per la perdita di una figlia, ha dovuto subire anche il trattamento freddo e ruvido di uno Stato apparentemente indifferente quella di Fabrizia Di Lorenzo, l’unica vittima italiana dell’attentato al mercatino di Natale di Berlino. Nella prima intervista rilasciata al Corriere della Sera da quel tragico 19 dicembre, la madre Giovanna, il padre Gaetano e il fratello Gerardo parlano infatti di una Germania «incapace e inefficiente» e della «mancanza di umanità» dimostrata dai suoi funzionari.

Tre giorni «interminabili»

Arrivati a Berlino nella notte dopo l’attentato con il fondato sospetto che Fabrizia fosse fra le vittime, sua madre e il fratello hanno dovuto attendere per tre giorni «interminabili, senza un aiuto psicologico, soffrendo da matti, senza che nessuna autorità tedesca si presentasse a dirci qualcosa», spiega Giovanna al quotidiano italiano. La donna, del resto, è convinta che le autorità avessero identificato il corpo della figlia già il 20 dicembre: «Ci hanno lasciato con le altre famiglie nell’angoscia, nella vana speranza di poterla ritrovare ferita, ma almeno viva», denuncia.

«La poliziotta mi ha prelevato il dna senza dire una parola»

I familiari della 31enne di Sulmona (Abruzzo) raccontano di avere avuto il solo supporto degli amici di Fabrizia e dell’ambasciata italiana fino al riconoscimento ufficiale, il 22 dicembre. Il governo tedesco, continua la madre della vittima, è stato sempre «assente, se si esclude la poliziotta che mi ha prelevato il dna senza dire una parola». E continua: «Non ci hanno mai contattati, non ci hanno dato un interprete, ci hanno lasciati soli. Abbiamo dovuto chiedere sempre, insistere. Hanno fatto lo stesso con le altre famiglie, anche tedesche». Nell’attentato morirono altre 11 persone, fra le quali sette tedeschi.

Il presidente ha chiesto scusa

I Di Lorenzo raccontano poi come il primo contatto cercato dalle autorità tedesche sia arrivato solo il 17 febbraio scorso, quando il presidente Joachim Gauck ha ricevuto a Berlino loro e le altre famiglie colpite. «Al presidente è stato detto che ciò che aveva amareggiato era stata la mancanza di sensibilità e umanità, ma anche che la Germania si era dimostrata inefficiente e incapace a dispetto della sua immagine internazionale», riporta il padre di Fabrizia. Gauck si sarebbe quindi detto «sbalordito»: «Ha risposto che sapeva che le cose non avevano funzionato perfettamente, ma non immaginava fino a quel punto. Ha chiesto scusa».

Risarcita come una “vittima della strada”

Ad aggiungersi al trattamento poco attento c’è anche un grosso limite del sistema giuridico tedesco. Come denunciato dai legali dei Di Lorenzo, infatti, i familiari di Fabrizia così come quelli delle altre vittime saranno risarciti attingendo al fondo per le vittime della strada. Una legge del 1985 esclude infatti che le persone ferite o uccise da veicoli a motore o rimorchi rientrino fra le vittime di crimini violenti. Unica eccezione: l’autista polacco del tir, Łukasz Urban, ucciso a colpi di pistola dall’attentatore Anis Amri. «Non c’è importo che possa pagare la morte di nostra figlia, ma un risarcimento significherebbe ammettere le responsabilità per non aver fermato un criminale noto da anni e per non aver preso precauzioni, come le barriere installate dopo l’attentato», spiega la madre di Fabrizia al Corriere della Sera.

 

 

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COMMENTI
 

mgk 7 anni fa su tio
se ne stava al paesello

Liola 7 anni fa su tio
Raga parliamo di terrorismo....non scordiamolo........

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Qualcuno , forse abituato a tettare alla mammella degli aiuti statali, si meraviglia che si faccia notare la parola risarcimento... capisco... :-)))

aquila bianca 7 anni fa su tio
Vedo che taluni blogger si sono fermati alla parola; risarcimento... ;-(( L'articolo parla della poca umanità, della mancanza di comunicazione, del sostegno psicologico, di mancanza di sensibilità, includendo tutte le vittime e non solo la loro figlia.... ;-(( Tre giorni d'angoscia con una piccola speranza di trovarla almeno solo ferita.. ;-(( Le stesse mancanze le trovo anche in quelli che non hanno capito lo sfogo di una famiglia devastata dal dolore per la perdita di una figlia, scrivendo post irrispettosi.... ;-(( Un abbraccio a tutte le famiglie che non potranno più abbracciare i loro figli, fatti saltare in aria da INVASATI DA METTERE ALLA GOGNA !!

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Ecco!... il risarcimento... effigurarsi...

Wunder-Baum 7 anni fa su tio
E' vero, purtroppo non è possibile riportare alla vita una persona deceduta, ma, è necessario combattere affinchè altre vittime innocenti non vengano colpite. Fabrizia, come le vittime di Nizza, erano in pace ed erano ignare del loro destino, in quanto erano in pace ! Abbiamo il diritto di vivere in pace, altrimenti quale destino avrà il nostro mondo ? Questa non è filosofia, ma pura concretezza, agiamo concretamente sul "cancro" che, purtroppo, è entrato anche in Europa, prima che sia troppo tardi !

vulpus 7 anni fa su tio
Risposta a Wunder-Baum
Cindivido, se per "cancro" si intende il terrorismo, chi lo finanzia e chi lo favorisce. Ma purtroppo non sarà un risarcimento pecuniario a ridare vita alla ragazza vittima dell'attentato. Qualsiasi cifra sarà sempre riduttiva e umiliante.

sedelin 7 anni fa su tio
a che cosa serve? i morti non tornano indietro. conviene dirigere i pensieri e le energie a onorare la defunta, piuttosto che rendersi visibili ai media.

tip75 7 anni fa su tio
vergogna
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