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VATICANOIl Papa ai parroci: «Fatevi prossimi alle coppie che preferiscono la convivenza al matrimonio»

25.02.17 - 12:48
Il Papa ai parroci: «Fatevi prossimi alle coppie che preferiscono la convivenza al matrimonio»

CITTÀ DEL VATICANO - "Fatevi prossimi, con lo stile proprio del Vangelo, nell'incontro e nell'accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere senza sposarsi". Lo ha chiesto il Papa ai parroci che hanno partecipato al corso sul nuovo processo matrimoniale, promosso dalla Rota.

"Essi - ha aggiunto il pontefice -, sul piano spirituale e morale, sono tra i poveri e i piccoli, verso i quali la Chiesa, sulle orme del suo Maestro e Signore, vuole essere madre che non abbandona ma che si avvicina e si prende cura. Anche queste persone sono amate dal cuore di Cristo. Abbiate verso di loro uno sguardo di tenerezza e di compassione".

"Questa cura degli ultimi, - ha raccomandato - proprio perché emana dal Vangelo, è parte essenziale della vostra opera di promozione e difesa del Sacramento del matrimonio. La parrocchia è infatti il luogo per antonomasia della salus animarum".

"Unioni celebrate in Cristo, unioni di fatto, unioni civili, unioni fallite, famiglie e giovani felici e infelici. Di ogni persona e di ogni situazione voi siete chiamati ad essere compagni di viaggio per testimoniare e sostenere", ha raccomandato il Papa.

Francesco ha ricordato loro che sono i "primi interlocutori" sia dei giovani che desiderano formare una nuova famiglia, che dei coniugi "in crisi, con seri problemi di relazione".

La loro prima "premura", è "testimoniare la grazia del sacramento del matrimonio e il bene primordiale della famiglia", aiutando le coppie "a vivere nelle luci e nelle ombre".

Ma sono anche chiamati a "sostenere quanti si sono resi conto del fatto che la loro unione non è un vero matrimonio sacramentale e vogliono uscire da questa situazione": siano visti non come "esperti di atti burocratici", ma come "fratelli" "in ascolto e comprensione".

Una società che dà spazio solo ai "sani" non è degna dell'uomo -  "Anche la persona con disabilità e fragilità fisiche, psichiche o morali, deve poter partecipare alla vita della società ed essere aiutata ad attuare le sue potenzialità nella varie dimensioni. Soltanto se vengono riconosciuti i diritti dei più deboli, una società può dire di essere fondata sul diritto e sulla giustizia". Lo ha detto il Papa ai membri della comunità di Capodarco (Marche), ricevuti in udienza nell'aula Paolo VI in occasione dei 50 anni di fondazione.

"Una società che desse spazio solo alle persone pienamente funzionali, del tutto autonome e indipendenti non sarebbe una società degna dell'uomo. La discriminazione in base all'efficienza non è meno deplorevole di quella compiuta in base alla razza o al censo o alla religione", ha sottolineato il pontefice.

"Voglio ancora ringraziare - ha detto papa Francesco alla comunità che aiuta disabili, poveri ed emarginati - per la testimonianza che date alla società, aiutandola a scoprire sempre più la dignità di tutti, a partire dagli ultimi, dai più svantaggiati".

"Le istituzioni, le associazioni e le varie agenzie di promozione sociale - ha auspicato - sono chiamate a favorire l'effettiva inclusione di queste persone. Voi lavorate per questo scopo con generosità e competenza, con l'aiuto coraggioso di famiglie e volontari, che ci ricordano il significato e il valore di ogni esistenza".

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