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RUSSIAYukos, la Corte costituzionale russa boccia Strasburgo

19.01.17 - 10:43
La Russia avrebbe dovuto pagare agli ex soci della compagnia petrolifera Yukos, un tempo guidata da Mikhail Khodorkovski, risarcimenti per 1,8 miliardi di euro a causa dell'espropriazione del colosso
Yukos, la Corte costituzionale russa boccia Strasburgo
La Russia avrebbe dovuto pagare agli ex soci della compagnia petrolifera Yukos, un tempo guidata da Mikhail Khodorkovski, risarcimenti per 1,8 miliardi di euro a causa dell'espropriazione del colosso

MOSCA - La Corte costituzionale russa ha respinto, dichiarandola contraria alla Costituzione, la decisione della Corte di Strasburgo che nel 2014 aveva imposto alla Russia di pagare agli ex soci della compagnia petrolifera Yukos, un tempo guidata da Mikhail Khodorkovski, risarcimenti per 1,8 miliardi di euro a causa dell'espropriazione del colosso petrolifero.

«Le sentenze della Corte europea per i diritti dell'Uomo, che si basano sull'interpretazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, non prevalgono sulla priorità della Costituzione nel sistema giudiziario russo», ha affermato il presidente della Corte costituzionale russa, Valeri Zorkin, accogliendo l'appello del ministero della Giustizia di Mosca contro la decisione di Strasburgo.

«La Russia ha il diritto di non eseguire gli obblighi imposti se questo è l'unico modo di non violare la Costituzione», ha dichiarato Zorkin. Secondo il presidente della Corte costituzionale russa, inoltre, la Yukos «ricorreva a complicati schemi illegali e si rivelava un evasore fiscale doloso» e «ha cessato di esistere lasciandosi dietro enormi debiti insoluti».

In un'altra sentenza, nel 2014, la Corte permanente di arbitrato dell'Aja aveva stabilito che la Federazione russa avrebbe dovuto pagare 50 miliardi di dollari in danni agli azionisti dell'ex colosso petrolifero, ma lo scorso aprile la Corte distrettuale dell'Aja ha cassato il risarcimento record.

A capo della Yukos c'era l'ex magnate del petrolio russo Mikhail Khodorkovski, graziato dal presidente russo Vladimir Putin alla fine del 2013 dopo dieci anni dietro le sbarre e che adesso vive a Londra, da dove continua a supportare e a finanziare l'opposizione, anche tramite la sua fondazione 'Russia aperta'.

Arrestato nel 2003, quando era l'uomo più ricco di Russia dopo aver costruito la sua fortuna durante le chiacchierate privatizzazioni dell'era ieltsiniana, Khodorkovski è stato processato due volte con una condanna complessiva a 14 anni (poi ridotta a 11) per frode, evasione fiscale, riciclaggio e appropriazione indebita. Per molti una vendetta del Cremlino. Gli asset della sua Yukos sono finiti nelle mani del gigante russo Rosneft, controllato dallo Stato.

Gli azionisti potrebbero essere parzialmente risarciti - La Corte costituzionale russa non esclude che la Russia possa manifestare la volontà di risarcire parzialmente «gli azionisti in buona fede» della Yukos. Lo ha detto Valeri Zorkin, presidente della Corte costituzionale russa.

«La Corte costituzionale - ha dichiarato Zorkin - partendo dall'importanza fondamentale del sistema europeo per la difesa dei diritti umani, dei diritti civili e delle libertà, ritiene necessario cercare un compromesso legittimo per sostenere questo sistema».

Nel dicembre del 2015 il presidente Vladimir Putin ha firmato una legge che consente alla Corte costituzionale russa di decidere se applicare o meno le sentenze di istituzioni sovranazionali in materia di diritti umani e civili.

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