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STATI UNITITrump, sarà l'inaugurazione più breve ma più costosa

17.01.17 - 17:46
Si potrebbero raggiungere i 200 milioni di dollari
Trump, sarà l'inaugurazione più breve ma più costosa
Si potrebbero raggiungere i 200 milioni di dollari

WASHINGTON - La cerimonia di insediamento di Donald Trump potrebbe essere la più breve e la più costosa nella storia. La parata, secondo alcune fonti, dovrebbe durare solo 90 minuti, mentre con altri presidenti ha superato le quattro ore.

Anche i giorni di festeggiamento sono meno: tre (giovedì, venerdì e sabato) contro gli oltre 5 di Barack Obama. Trump inoltre si farà vedere solo a tre balli nel giorno del giuramento, Bill Clinton a 14.

I costi dell'Inauguration day e della settimana di eventi paralleli (balli, concerti, cene), secondo calcoli dei media, potrebbero raggiungere i 200 milioni di dollari, a carico dei contribuenti e dei donatori privati, dai quali sono arrivati oltre 90 milioni di dollari tra aziende, milionari e sostenitori di piccolo calibro: una cifra record, quasi doppia rispetto a quella raccolta da Barack Obama per il suo primo insediamento (53 milioni di dollari). Non è chiaro come saranno investiti i soldi dei donatori eccedenti le necessità. La spesa più alta sarà per la sicurezza, garantita da circa 28 mila agenti: 100 milioni di dollari, a carico del governo federale.

Donne in piazza come 100 anni fa - All'indomani del giuramento di Donald Trump da presidente, migliaia di donne scenderanno in piazza a Washington per far sentire la loro voce. La stessa cosa succedeva oltre cento anni fa durante il giuramento di Woodrow Wilson.

Era il marzo del 1913, infatti, quando durante la cosiddetta parata delle suffragette, oltre 5mila donne marciarono lungo Pennsylvania Avenue per chiedere il diritto al voto. All'epoca, secondo gli archivi della 'Library of Congress American Memory', la folla, composta prevalentemente da uomini, cercò di boicottare la marcia facendo inciampare le donne, sputando su di loro e colpendole, il tutto sotto gli occhi della polizia.

Secondo la stampa americana, oltre un secolo dopo, le donne marceranno sabato lungo lo stesso percorso delle suffragette e al grido di "non ci fermeremo fino a quando le donne avranno parità e uguaglianza a tutti i livelli di comando della società", chiederanno ancora di avere una voce più forte nella società e in un momento in cui il nuovo presidente ha ripetutamente offeso le donne durante la sua campagna elettorale.

La lista dei boicottatori s'ingrossa - Cresce la lista di deputati democratici che hanno deciso di boicottare il giuramento da presidente di Donald Trump. «È una minaccia alla democrazia» a loro detta.

Secondo la stampa americana, finora sono quasi una quarantina coloro che non parteciperanno per protesta alla cerimonia di venerdì. Il numero è aumentato in particolar modo dopo che Trump ha accusato il leader dei diritti civili John Lewis di fare solo chiacchiere. «Questo presidente semi-eletto - ha affermato in un comunicato ufficiale il deputato del Tennessee Steve Cohen - non merita di essere il presidente degli Stati Uniti. Non ha mostrato alcuna caratteristica o valore a cui teniamo, a cui teneva il Dr Marthin Luther King jr o a cui tiene John Lewis, la cui integrità è stata messa in dubbio».

Trump da parte sua, così come anche i repubblicani, non sembra essere preoccupato più di tanto del boicottaggio o delle lamentele e ha semplicemente etichettato i democratici come dei perdenti arrabbiati, i quali devono accettare il risultato delle elezioni e andare avanti.

Manifestazione a New York, ci sarà anche de Blasio - Anche Bill de Blasio si unirà alla manifestazione a New York contro l'elezione a presidente di Donald Trump. Il sindaco di New York, infatti, giovedì, il giorno prima dell'inaugurazione, sarà con Michael Moore, Alec Baldwin e altre celebrity davanti al Trump International Hotel, a Columbus Circle, di fronte all'ingresso sulla 59esima a Central Park.

«Manifesterò - ha scritto de Blasio in un tweet - davanti al Trump Int'l Hotel alle 18.00 il 19 gennaio perché il nostro prossimo presidente deve sentirsela dire da tutti i newyorkesi prima di assumere l'incarico». «Questa è New York - continua - niente di ciò che siamo è cambiato il giorno delle elezioni».

L'iniziativa è stata lanciata dal regista e attivista Michael Moore che in un tweet ha inviato tutti i cittadini a seguire il suo esempio e a radunarsi davanti all'hotel di Trump.

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