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STATI UNITI La prima cellula staminale sintetica funziona

27.12.16 - 20:06
I benefici sono gli stessi di quelle naturali, ma i rischi sono azzerati
La prima cellula staminale sintetica funziona
I benefici sono gli stessi di quelle naturali, ma i rischi sono azzerati

NEW YORK - Fabbricata la prima cellula staminale sintetica: permette di ottenere gli stessi benefici delle staminali 'naturali', ma non i loro rischi. Questa prima versione è una cellula cardiaca, ma la tecnica permette di ottenere cellule staminali artificiali di molti altri organi e tessuti.

Descritto su Nature Communications, il risultato si deve al gruppo coordinato da Ke Cheng, della North Carolina State University.

«È un approccio interessante e innovativo» ha osservato il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'università di Roma Tor Vergata. È interessante anche, ha aggiunto, «che sia stato sperimentato sia in vitro sia su topi».

I ricercatori hanno infatti dimostrato che le staminali sintetiche nei test sui tessuti hanno stimolato la crescita delle cellule del muscolo cardiaco e si sono rivelate efficaci anche nella sperimentazione animale. Trapiantate in topi che avevano subito un infarto, le staminali sintetiche si sono legate ai tessuti del cuore e hanno riparato quelli danneggiati, con una efficacia paragonabile a quella delle staminali cardiache.

Le terapie con le cellule staminali sono infatti una strategia promettente nel campo della medicina rigenerativa. Queste cellule possono riparare tessuti o organi danneggiati, grazie alla produzione di proteine che hanno la capacità di rigenerare i tessuti. Tuttavia il trapianto di queste cellule è associato al rischio di sviluppo di tumori e al rischio di rigetto da parte del sistema di difesa dell'organismo, cioè il sistema immunitario. ''Le cellule staminali, come tutte le cellule si dividono - ha detto Novelli - e per questo possono crescere in modo incontrollato e portare allo sviluppo di tumori''.

Le staminali artificiali invece hanno le funzioni delle cellule staminali nella riparazione dei tessuti, ''ma - ha rilevato l'esperto - sono prive di nucleo, di Dna e non possono dividersi, quindi evitano i rischi connessi all'uso delle staminali''. Secondo Novelli, queste cellule sono una sorta di ''navette mimetizzate da staminali'' che una volta arrivate a destinazione, liberano il loro carico e si dissolvono. Sono state fabbricate a partire da un materiale biodegradabile e biocompatibile chiamato Plga (acido lattico co-glicolico) che è stato utilizzato per impacchettare le informazioni con le quali le staminali cardiache producono le proteine in grado di riparare i tessuti.

I vantaggi di queste cellule sintetiche sono numerosi: oltre a evitare rischi di tumori e rigetti, non devono essere derivate dalle cellule del paziente, sono anche molto più resistenti rispetto alle staminali umane e si conservano meglio. Inoltre, il processo di fabbricazione può essere utilizzato per ottenere qualsiasi tipo di cellula staminale. ''Speriamo - ha rilevato Cheng - che questo possa essere un primo passo per produrre staminali sintetiche in serie'' da utilizzare nella medicina rigenerativa.
 
 

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