Cerca e trova immobili

ITALIACon lo scioglimento dell'artico aumenterà il gas serra

09.12.16 - 17:28
Con lo scioglimento dell'artico aumenterà il gas serra

BOLOGNA - Lo scioglimento del permafrost, il suolo congelato, dell'Artico potrebbe causare un aumento di gas serra, sprigionando in atmosfera CO2 e metano. Cosa già successa 14 mila anni fa, e che allora comportò un aumento della temperatura di 4 gradi.

E, oggi come millenni fa, questi processi potrebbero ripetersi, offrendo così anche una spiegazione al riscaldamento globale. E' questo il risultato di uno studio dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar-Cnr), pubblicato su Nature communication e che analizza, per la prima volta - grazie agli archivi paleoclimatici in Artico - lo scioglimento del permafrost durante l'ultima deglaciazione, evidenziando un sensibile aumento proprio di anidride carbonica e metano.

La ricerca - che si è concentrata sul mare di Laptev, margine siberiano del mar Glaciale Artico, prelevando nel 2014 delle carote di sedimento, un archivio unico per la ricostruzione storica del permafrost durante l'ultima deglaciazione - dimostra, in sostanza, che esiste una corrispondenza tra lo scioglimento massiccio del permafrost in Artico e l'aumento dei gas serra in atmosfera.

"È noto che oltre un terzo del carbonio della Terra si trova in Artico in uno stato congelato noto come permafrost - spiega Tommaso Tesi, ricercatore Ismar-Cnr e primo autore del lavoro - negli ultimi 30 anni questi suoli stanno subendo un progressivo riscaldamento e sono a rischio di destabilizzazione termica, ossia di scioglimento".

Si è presa in considerazione "la destabilizzazione termica del permafrost durante il riscaldamento post-glaciale, risalente dai 14.000 mila ai 7 mila anni fa, quando la concentrazione di anidride carbonica passò da 190 a 270 ppm (parti per milione) e la temperatura globale media aumentò di circa 4 gradi".

Ed il passaggio sul riscaldamento globale trova riscontro quando per esempio viene raccontato come il permafrost contenga "oltre due volte la quantità di carbonio presente in atmosfera prima della rivoluzione industriale"; ne consegue "il processo di scioglimento e il successivo rilascio dei gas serra".

Sulla base dei risultati la ricerca ha permesso di ricostruire l'evoluzione del permafrost durante il passaggio glaciale-interglaciale: durante l'ultima deglaciazione, circa 21.000 anni fa, il nord della Siberia aveva un permafrost spesso e più esteso rispetto alle condizioni moderne; piano piano "l'inspessimento di questo strato del suolo superficiale nella fase post-glaciale" ha permesso che prevalesse lo scioglimento. È per questo che diventa "credibile", conclude Tesi, che ciò "possa rappresentare una prefigurazione del paventato futuro cambiamento climatico e che quindi questi processi possano manifestarsi nuovamente in uno scenario di riscaldamento antropico".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE