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BRASILEL'emozione del Brasile, il giorno dopo il disastro aereo

30.11.16 - 22:59
Migliaia di tifosi si sono radunati per una veglia funebre in ricordo delle 71 vittime del volo LaMia schiantatosi in Colombia
L'emozione del Brasile, il giorno dopo il disastro aereo
Migliaia di tifosi si sono radunati per una veglia funebre in ricordo delle 71 vittime del volo LaMia schiantatosi in Colombia

CHAPECO - Il Brasile è in lutto per lo schianto dell'aereo della Chapecoense, la squadra di provincia diventata rivelazione del campionato nazionale che era entrata nei cuori di tutti i tifosi per aver raggiunto la finale della Coppa Sudamericana, il secondo torneo continentale.

Per un giorno almeno, i tifosi di tutte le squadre hanno idealmente indossato la maglia bianco-verde della formazione di Chapecó, la cittadina di 210 mila abitanti nello stato di Santa Catarina da dove era cominciato il sogno di un miracolo sportivo, infrantosi contro una montagna colombiana.

La veglia funebre - Migliaia di tifosi si sono radunati oggi nell'Arena Condà, lo stadio cittadino, per una veglia funebre in ricordo delle 71 vittime del volo LaMia schiantatosi contro El Gordo, una montagna che sovrasta Medellin, forse perché l'aereo era rimasto a corto di carburante, secondo fonti colombiane.

Il vice presidente della Chapecoense, Ivan Tozzo, che si e' trovato a capo della società dopo la morte del presidente Sandro Pallaoro, ha offerto lo stadio per commemorare i funerali delle vittime brasiliane, che dovrebbero far ritorno in patria venerdì a bordo di quattro aerei dell'aeronautica militare.

«I corpi dovrebbero rientrare venerdì, al massimo sabato. Poi si decideranno le scelte logistiche», ha detto il presidente del parlamento di Santa Catarina, Gelson Merisio, che doveva trovarsi a bordo del volo della morte assieme al sindaco Luciano Buligon e che invece all'ultimo minuto hanno deciso di prendere un volo successivo.

Sostegno ai familiari delle vittime - Buligon ha decretato il lutto cittadino di un mese ed ha assicurato sostegno ai familiari delle vittime e dei feriti, le cui condizioni sono ancora gravi.

In particolare, destano preoccupazioni quelle del secondo portiere Jackson Follmann, al quale i medici hanno dovuto amputare la gamba destra e stanno cercando di salvare la sinistra. Prognosi riservata anche per gli altri due calciatori superstiti, Alan Ruschel e Helio Neto, e per il giornalista Rafael Henzel. Migliorano invece quelle dei due assistenti di volo che hanno raccontato le ultime fasi concitate a bordo prima dello schianto. «Le luci si sono spente prima dell'impatto», ha ricordato Ximena Suarez, mentre il suo collega Erwin Tumiri ha detto che «molti si sono alzati dai loro posti in preda al panico, urlando. Mi sono salvato perché mi sono messo in posizione fetale con una valigia tra le gambe».

Le cause - Mentre in Brasile si consuma il lutto e scatta la gara di solidarietà tra i maggiori club di serie A che offrono giocatori in prestito alla Chapecoense per il prossimo campionato, dalla Colombia rimbalzano notizie circa le possibili cause della sciagura. Gli esperti colombiani hanno già iniziato l'esame delle due scatole nere dell'aereo della compagnia boliviana, ritrovate ieri intatte.

L'assenza di tracce di carburante attorno ai resti del velivolo ha pero' rilanciato l'ipotesi che l'aereo sia rimasto coi serbatoio vuoti in vista dell'aeroporto. 

«Non vi sono tracce di combustibile nell'aeronave», ha detto Alfredo Bocanegra, responsabile dell'aviazione civile colombiana. La tesi della mancanza di carburante e' rilanciata con forza anche dalla stampa locale, che cita le concitate conversazioni tra il pilota del volo LaMia, Miguel Quiroga, che era anche proprietario della compagnia aerea, e la torre di controllo.

«Siamo senza carburante, aiutateci», ha detto alla radio Quiroga, che era un ex pilota dell'aeronautica boliviana ed aveva sposato la figlia dell'ex senatore boliviano Roger Pinto Molina, un oppositore del presidente Evo Morales indagato per corruzione e fuggito in Brasile nel 2013.

La fuga di Pinto Molina, a bordo di un'auto con targa diplomatica brasiliana, provocò una crisi diplomatica tra Bolivia e Brasile, tanto che l'allora presidente Dilma Rousseff licenziò il ministro degli Esteri, Antonio Patriota, attuale ambasciatore a Roma.

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