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GIORDANIAMorire per una vignetta

25.09.16 - 18:12
Lo scrittore giordano Nahed Hattar è solo l'ultima vittima degli attacchi alla satira
Morire per una vignetta
Lo scrittore giordano Nahed Hattar è solo l'ultima vittima degli attacchi alla satira

AMMAN - Morire per una vignetta. L'assassinio dello scrittore giordano Nahed Hattar, oggi ad Amman, per aver condiviso una vignetta considerata blasfema, allunga la scia di sangue del fanatismo di matrice islamica contro la satira, occidentale e non, culminata con l'attacco a Charlie Hebdo.

Le polveri della violenza si accendono in Danimarca, nel 2005. A settembre il quotidiano Jyllands-Posten pubblica dodici illustrazioni satiriche di Maometto, che viene raffigurato anche con una bomba al posto del turbante. Dopo qualche mese, scatta un'ondata di proteste in tutto il mondo islamico. Vengono assalite ambasciate, minacciati attentati, organizzati boicottaggi contro i Paesi in cui si pubblicano le vignette. Oltre cento morti in diversi Paesi, soprattutto in Nigeria.

A febbraio del 2006 in Libia il bersaglio sono gli italiani, dopo la maglietta con una delle vignette su Maometto esibita in tv dall'allora ministro Roberto Calderoli. Una protesta davanti al consolato di Bengasi provoca undici morti e decine di feriti, tutti libici. In Turchia, invece, muore un italiano: il sacerdote Andrea Santoro, ucciso nella sua chiesa da un 16enne che poi confessa di aver agito perché sconvolto dalle vignette sul profeta.

A Parigi, il 7 gennaio 2015, il fanatismo compie un salto di qualità colpendo direttamente gli autori 'blasfemi'. Due individui armati ed a volto coperto, i fratelli Kouachi, che si proclamano di al Qaida, irrompono nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, aprendo il fuoco contro i dipendenti al grido di "Allah è grande": vengono uccise 12 persone, tra cui 8 giornalisti, incluso il direttore, della rivista-simbolo della satira graffiante contro tutto e tutti, dai politici al Papa, senza risparmiare imam e Maometto, che viene disegnato persino nudo.

Un mese dopo a Copenaghen un giovane di origini arabe fedele all'Isis entra in azione durante una cerimonia per ricordare la strage di Charlie Hebdo, a cui partecipano anche l'ambasciatore francese ed il vignettista svedese Lars Vilks, possibile obiettivo dell'assalitore per le sue illustrazioni dissacranti del profeta, con le fattezze di un cane. Il killer attacca anche una sinagoga, uccidendo 2 civili e ferendo 5 agenti in tutto, prima di essere ucciso. Vilks si salva.

A maggio, la paura arriva fino negli Stati Uniti. Due uomini aprono il fuoco ad una mostra di vignette su Maometto nei pressi di Dallas, a cui partecipa il politico ultraconservatore olandese Geert Wilders, noto per le sue posizioni anti-Islam. Gli assalitori feriscono una guardia, prima di essere uccisi dalla polizia. L'Isis rivendica.

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