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ITALIARenzo Piano: dopo il sisma un cantiere su due generazioni

29.08.16 - 10:35
Per il senatore a vita e architetto italiano «si deve agire subito, con urgenza massima, per mettere a norma antisismica gli edifici pubblici»
Renzo Piano: dopo il sisma un cantiere su due generazioni
Per il senatore a vita e architetto italiano «si deve agire subito, con urgenza massima, per mettere a norma antisismica gli edifici pubblici»

TORINO - «Da me Matteo Renzi voleva dei consigli, una visione, un aiuto per un grande progetto. Gli ho detto: ci vuole un cantiere che impegni due generazioni, e con un respiro internazionale, contributi dal mondo intero». Così si è espresso l'architetto italiano Renzo Piano in un'intervista a Repubblica sull'incontro avuto con il premier Renzi circa la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia.

«Per i sopravvissuti che hanno perso le case bisogna operare con cantieri leggeri, che non allontanino le persone dai luoghi dove abitavano. Non tendopoli ma edifici leggeri, vicinissimi, che si potranno smontare e riciclare in seguito», dice Piano, che è pure senatore a vita.

Con Renzi «abbiamo parlato di una visione non-partisan, che possa essere condivisa da tutti a prescindere dagli orientamenti politici, e di una visione internazionale, che ispiri un disegno di lunga portata. L'emergenza come primo tassello strettamente inserito in un progetto di lungo termine».

Sui tempi, «parliamo di tutta la dorsale degli Appennini, la spina dorsale dell'Italia da Nord a Sud, parliamo di un intervento progettato su 50 anni e su due generazioni. Parliamo - prosegue Piano - di contributi internazionali, anche perché la straordinaria bellezza dell'Italia non appartiene solo a noi, è un patrimonio dell'umanità».

Per il senatore a vita «si deve agire subito, con urgenza massima, per mettere a norma antisismica gli edifici pubblici». Tuttavia «la stragrande maggioranza sono privati», e per convincerli si può intervenire con «incentivi, sgravi fiscali, come già fatto nel campo energetico. Deve entrare in modo permanente nelle leggi del Paese - sottolinea - l'obbligo di rendere antisismici gli edifici in cui viviamo, così come è obbligatorio per un'automobile avere i freni che funzionano».

Nencini: il modello del Friuli per la ricostruzione

«Ricostruire rimettendo ogni pietra al suo posto e seguendo il modello Friuli». Intervistato dal Mattino, il viceministro italiano delle Infrastrutture Riccardo Nencini sottolinea dal canto suo la necessità di un intervento organico, che non si fermi soltanto a rafforzare le case esistenti.

«Dobbiamo muoverci - spiega - con uno strabismo positivo: con un occhio dobbiamo guardare all'emergenza e al dramma di questi giorni, ma con un altro dobbiamo guardare al futuro».

La nomina di Vasco Errani a commissario «è una scelta che farà a breve Palazzo Chigi». Per Nencini «servono provvedimenti quadro», cioè, «procedure più rapide soprattutto nell'erogazione dei fondi. Ci vuole una triangolazione più veloce tra Stato centrale, Regioni e Comuni in questa fase».

Per reperire i 300 miliardi stimati per mettere in sicurezza il Paese, «intanto faremo una ricognizione dei fondi esistenti: quelli nazionali, quelli comunitari, utilizzando al meglio possibile i mutui Bei. Il tutto superando quella soglia del rigore, sul quale l'Europa è molto spesso troppo proterva», dichiara Nencini.

«Guai se qualcuno avesse da lamentarsi. Come ha spiegato il ministro (delle infrastrutture ndr.) Graziano Delrio, ci vuole un intervento finanziato dalla flessibilità spalmato su più anni».

In merito ai dubbi sul nuovo codice degli appalti, «queste regole si riveleranno una bellissima sorpresa: renderanno più veloci i lavori e più certe la fase di controllo», assicura il viceministro.
 
 

 

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