L'attentato doveva avvenire sulla Via Husseiniya, nel quartiere di Tesin, a maggioranza sciita turcomanna
KIRKUK - Il ragazzo di 15 anni arrestato domenica sera a Kirkuk, in Iraq, prima di poter azionare il giubbetto esplosivo che portava addosso, ha affermato di essere stato «rapito, sedato e costretto» a compiere un attentato suicida da parte dell'Isis. Lo ha riferito l'ispettore generale della polizia di Kirkuk, il colonnello Arkan Hamad Latif, che ha anche reso noto il nome dell'adolescente, originario di Mosul.
L'attentato, ha aggiunto Latif, doveva avvenire sulla Via Husseiniya, nel quartiere di Tesin, a maggioranza sciita turcomanna. In un comunicato, il comando della polizia di Kirkuk ha asserito da parte sua che un fratello dell'adolescente era riuscito a farsi saltare in aria un'ora prima in una moschea sciita, e che i due giovani erano stati «addestrati e incoraggiati dal padre a compiere azioni suicide».