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Il primo ministro: "Faremo tutto quello che è umanamente possibile per migliorare la protezione dei nostri cittadini"
MONACO - Dopo gli attentati del weekend la Baviera si mobilita e promette sicurezza ai sui cittadini, ma reclama da Berlino più controlli alle frontiere e più risorse per la prevenzione e l'intelligence.
"Faremo tutto quello che è umanamente possibile per migliorare la protezione dei nostri cittadini", ha detto il primo ministro bavarese in una conferenza stampa prima del seminario di clausura del governo, che dopo attentati e strage dell'ultima settimana è dedicato alla sicurezza. Horst Seehofer ha ribadito che "la prudenza è importante, ma non può sostituire quella protezione che deve essere assicurata da parte dello Stato".
Il ministro dell'Interno del Land Joachim Herrmann chiede più polizia. I tedeschi, spiega, "sono nel mirino delle milizie dell'Isis che minaccia "la libertà del mondo occidentale ed il nostro modo di vivere". Per questo "bisogna opporle la visibilità dello Stato, che emerge dalla presenza delle forze dell'ordine". Anche con un affiancamento dell'esercito che, viene rivelato dalle autorità bavaresi, non deve sostituire ma affiancarsi alla polizia.
E per proteggere efficacemente la gente servono i soldi, sostiene il primo ministro Seehofer secondo cui in Baviera "si è oltrepassato il segno" con gli attentati del fine settimana che mostrano "una nuova dimensione del terrorismo islamico che si combatte con la prevenzione e con la repressione". Prevenzione che, secondo il ministro della Giustizia bavarese, può essere condotta anche con "un braccialetto elettronico per gli estremisti islamici".
Capitolo a parte sui profughi. Seehofer chiede una verifica supplementare per tutti quelli arrivati in Germania ed Hermann rinforza: "Si può fare in breve tempo". In più i bavaresi chiedono una riduzione dei vincoli per le espulsioni: "Bisogna tenere conto dei trattati sui diritti dell'uomo", dice ancora Seehofer, ma il suo ministro dell'Interno pensa a eliminare come ostacoli i motivi medici e il divieto di rimpatrio in zone di guerra.
Monaco chiede poi di allentare le garanzie sulle comunicazioni con i social e i sistemi di messaggistica che vengono usati dai terroristi: "So che sono importanti, ma con i terroristi dobbiamo combattere ad armi pari, e le nostre garanzie non possono essere controproducenti nei nostri stessi confronti".
