Parlano il ragazzo che ha fatto il video dal balcone, in cui si vede il 18enne sparatore sul tetto dell'autosilo prima che ricominciasse a sparare, e suo padre
BERLINO - «Per causa vostra sono stato vittima di bullismo per 7 anni e adesso devo comprarmi un'arma per farvi fuori». L'urlo di rabbia di Ali Sonboly è stato ripreso da un telefonino mentre si stava consumando il bagno di sangue che ha sconvolto Monaco di Baviera e tutta la Germania.
Un video che, come osserva la Die Welt nella sua versione online, descrive meglio di tutte le conferenze stampa tenutesi nelle ultime 48 ore, la follia vissuta venerdì sera nella capitale bavarese.
Ali Sonboy sul tetto dell'autosilo - Sul tetto dell'autosilo dell'OEZ, il centro commerciale inaugurato nel 1970, nella Monaco che stava accingendosi ad accogliere i giochi olimpici ed uno dei più grandi della Baviera, Ali Sonboly cammina avanti e indietro sull'asfalto grigio, con fare insicuro. Tutto è ripreso da un telefonino, mentre il 18enne cerca di difendersi dall'attacco verbale di Thomas Salbey, un inquilino del palazzone modello Plattenbau, proprio a fianco dell'autosilo.
Il reporter va a trovare l'autore del video - La Die Welt ha intervistato colui che ha filmato e pubblicato il video in rete. Per il reporter della testata tedesca non è stato semplice trovarlo. Sabato mattina l'accesso all'area del centro commerciale era completamente sbarrata. La polizia stava eseguendo i rilievi, mentre agenti armati presidiavano le entrate del centro commerciale. Anche l'ala posteriore dell'autosilo era inaccessibile.
Mersid, 20 anni, arrivato a Monaco 8 anni fa - Il ragazzo che ha fatto il video abita in uno degli appartamenti al quarto piano del palazzone vicino all'autosilo. Al campanello nessun nome. Il reporter suona e dopo un po' apre un giovane che afferma: «Sì, il video è mio». Il ragazzo si chiama Mersid, ha vent'anni ed è arrivato a Monaco 8 anni fa. E' cresciuto in Germania ed è di fede musulmana.
Ho inviato il video ai miei amici - «All'inizio pensavamo che ci fosse uno che lanciava mortaretti», racconta Mersad, «ma poi abbiamo visto il tipo con l'arma». Ed è in quel momento che ha acceso la videocamera del suo smartphone. «Sapevo che all'OEZ c'erano dei miei amici e volevo metterli in guardia. Ed è per questo che ho mandato ad altri il video. Non avrei mai potuto immaginare che si sarebbe diffuso in tutto il mondo».
«Ha sparato subito verso di noi» - Ali Sonboly aveva caricato la pistola «e poi ha sparato subito sul nostro balcone», ha affermato Mersid. «Due colpi, vicinissimi alla mia testa. Ho avuto una grande fortuna», continua Mersid.
«Neppure qui in Germania si può più vivere tranquilli» - Arriva alla porta il padre di Mersid. La spalla del 47enne è bendata. «Sono stato appena dimesso dall'ospedale, questa mattina presto», ha raccontato scuotendo la testa. «E' terribile che neppure qui in Germania si possa vivere tranquilli», ha affermato. Fortunatamente la pallottola non lo ha colpito. Sono stati i frammenti del colpo di sbieco ad averlo colpito.
«Quello che sto facendo non ha nulla a che fare con l'islam» - L'uomo presenta ancora sul volto lo spavento di quanto successo venerdì. E racconta che il 18enne sparatore aveva affermato di essere tedesco e che quello che stava facendo non aveva nulla a che fare con l'Islam. Il telefonino con il video è stato sequestrato dalla polizia.
«Il terrore non ha religione» - «Sono anche io musulmano», dice Mersid, «ma quello che è successo in Francia, in Belgio e qui è soltanto triste e disumano. Questo non è islam, è soltanto terrore. E il terrore non ha religione».
«Se avessi avuto un fucile...» - Il reporter va dall'inquilino che abita al piano di sopra, Thomas Salbey, l'uomo divenuto famoso in mezzo mondo per essere colui che ha cercato di fermare il 18enne sparatore con gli insulti, ma anche lanciando una bottiglia di birra. L'escavatorista 57enne si stava gustando la sua birra della sera quanodo ha sentito degli spari. «Se avessi avuto un fucile, non avrei gettato la bottiglia, ma gli avrei sparato in testa a questo perfetto imbecille».
«Sempre peggio» - Salbey guarda dal balcone gli agenti che effettuano i rilievi sul tetto dell'autosilo. «Sta diventando sempre peggio, siamo ormai alla Terza Guerra Mondiale».
«Colpa della Merkel, lascia entrare in Germania tutti»- Secondo lui la colpevole di questa situazione e del bagno di sangue a Monaco è la cancelliera: «La Merkel lascia entrare in Germania tutti. E continua a dire soltanto: ce la facciamo, ce la facciamo». E la sua rabbia nei confronti di Merkel non si attenua quando gli si spiega che lo sparatore non era un profugo, ma che era cresciuto ed era andato a scuola in Germania.