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EUROPA«L'ombra dell'ISIS dietro i recenti attacchi? Non risulta»

20.07.16 - 13:47
L'Europol, nonostante le rivendicazioni, non ritiene che vi siano prove certe di affiliazione fra gli attentatori e il sedicente Stato Islamico
«L'ombra dell'ISIS dietro i recenti attacchi? Non risulta»
L'Europol, nonostante le rivendicazioni, non ritiene che vi siano prove certe di affiliazione fra gli attentatori e il sedicente Stato Islamico

BRUXELLES - «Sebbene l'Isis abbia rivendicato gli attacchi di Orlando, Magnaville, Nizza e Wurzburg, nessuno dei 4 sembra essere stato pianificato, logisticamente sostenuto o eseguito direttamente dall'Isis», e in nessuno può essere stabilito un legame certo con il sedicente Stato Islamico: lo scrive Europol nell'analisi degli attacchi dei "lupi solitari".

«Non ci sono prove - scrive - che l'attentatore di Nizza si considerasse un membro Isis». È stato detto che «si era radicalizzato in poco tempo e aveva consumato propaganda Isis prima dell'attacco», così come a Wurzburg i media hanno detto che nella stanza del terrorista c'era una bandiera del Califfato fatta a mano.

Ma la loro «affiliazione al gruppo non è chiara». Come le rivendicazioni: l'agenzia Amaq ha detto di aver ricevuto informazioni da una fonte non identificata, «in contrasto con la chiara responsabilità» espressa per Parigi e Bruxelles. Una differenza «che indicherebbe come l'Isis voglia mantenere un livello di affidabilità se dovessero emergere informazioni che contraddicono la loro versione».

«I lupi solitari? Spesso sono malati mentali» - I cosiddetti «lupi solitari» hanno spesso dei «problemi mentali» e non bisogna trascurare questo aspetto che, legato all'ideologia o alla religione, diventa «un'aggravante» in grado di rafforzare l'attacco.

Anche il terrorista di Nizza, scrive l'Europol, «soffriva di un serio disordine psichiatrico ed era in cura». E ad una «porzione significativa di foreign fighters sono stati diagnosticati problemi mentali prima di unirsi all'Isis».

«Nonostante molti 'lupi solitari' leghino i loro atti a religione o ideologia, il ruolo dei loro potenziali problemi mentali non deve essere trascurato», scrive Europol nella sua analisi. E, oltre a Nizza, ricorda i due attacchi di dicembre 2014 in Francia, entrambi effettuati da persone con malattie mentali conclamate. Il 21 dicembre a Digione un uomo si è gettato con l'auto contro dei pedoni provocando 13 feriti, e il giorno dopo, a Nantes, un uomo lo ha imitato scagliandosi con il suo furgoncino nel mercatino di Natale, uccidendo una persona e lasciandone 9 ferite prima di pugnalarsi. Il primo era noto alla polizia, per attività criminali non terroristiche e soffriva di schizofrenia, il secondo è stato successivamente definito uno «squilibrato».

Secondo Europol, circa il 35% dei lupi solitari che hanno compiuto attacchi tra il 2000 e il 2015 soffrivano di qualche forma di disordine mentale. L'agenzia spiega che anche se l'ideologia può essere usata dai terroristi per gettare ombre sulle cause più profonde dei loro atti, che sono sempre di natura personale e psicologica, non bisogna nemmeno sottovalutare il potere del discorso jihadista verso un certo pubblico.

L'idea di restituire fiducia alla Nazione Musulmana per rispondere a quello che viene percepito come un intervento straniero negli affari islamici, è il tema alla base dei videomessaggi lasciati dagli attentatori di Magnaville e Wurzburg. «La funzione dell'ideologia - scrive Europol - è di diagnosticare il problema in una particolare situazione e prescrivere misure per risolverlo.

L'ideologia jihadista attuale in Europa identifica ogni 'miscredente' con un sostenitore della campagna globale contro l'Islam, legittimando gli attacchi contro obiettivi civili e militari in nome della difesa dell'ideologia jihadista.

Nei casi dove l'attentatore ha un disordine mentale, l'ideologia può avere un effetto aggravante, portando a scelte di target differenti e ampliando l'attacco».

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