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ITALIACoste italiane «divorate dal cemento», se ne perdono 8 km ogni anno

28.06.16 - 19:58
Coste italiane «divorate dal cemento», se ne perdono 8 km ogni anno

ROMA - Le coste italiane sono fragili. A farle sgretolare, oltre ai colpi inflitti dai cambiamenti climatici e al continuo aumento dell'erosione costiera almeno su un terzo delle spiagge, in Italia una grossa fetta se la "mangia il cemento. Tanto che, al ritmo di 25 metri giorno, in un anno se ne perdono 8 chilometri. A certificare l'emergenza è il nuovo rapporto "Ambiente Italia" di Legambiente che fa presente come l'erosione sia destinata a crescere senza un cambio delle politiche.

Il 51% dei litorali italiani è stato infatti trasformato da cemento, palazzi, alberghi e ville. Tra i mali principali da curare, il mare soffre per cemento, erosione, cattiva depurazione e beach litter (rifiuti marini). Recenti dati parlano di oltre 14 mila reati ai danni del mare e della costa italiana: 40 al giorno, 2 ogni chilometro di costa; per non parlare dell'inquinamento con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (fino al 40% in alcune località) e ben 1'022 aree in procedura di infrazione europea, mentre soltanto il 19% della costa (1'235 km) è sottoposta a vincoli di tutela.

"Per il futuro delle aree costiere - ha dichiarato la presidente di Legambiente, Rossella Muroni - abbiamo la possibilità di scegliere un modello di successo come quello del sistema di 32 aree protette nazionali, che sono un esempio virtuoso di gestione delle aree costiere". Per il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, "le coste sono uno straordinario patrimonio del nostro Paese: dobbiamo liberarle dal cemento e dall'inquinamento. La sfida che i cambiamenti climatici pongono alle aree costiere del Mediterraneo deve portare a una nuova visione, rafforzando la resilienza e puntando alla riqualificazione".

L'analisi di Legambiente, tra consumo di suolo ed erosione, prende in considerazione 6'500 km di costa, da Ventimiglia a Trieste e le due isole maggiori: 3'300 km trasformati in modo irreversibile (720 occupati da industrie e porti, 920 da centri urbani), quasi 1'700 chilometri con ville e villette (25% della costa). Tra le Regioni italiane, la Sicilia ha il primato per urbanizzazione meno densa ma diffusa (350 km), seguita da Calabria e Puglia; la Sardegna è invece la Regione più virtuosa, la meno urbanizzata d'Italia. Tra le Regioni "più devastate", per aver costruito negli ultimi decenni entro i 300 metri di distanza dalla costa, Sicilia, Lazio e Campania.

Intanto, proprio per valutare il consumo di suolo su scala nazionale, capace però di entrare nei dettagli territoriali, arriva anche se ancora in fase sperimentale un'applicazione web ad hoc, messa a punto in tre anni di lavoro dal Centro di ricerca interdipartimentale Crisp, costituito dall'università Federico II di Napoli e del Centro nazionale italiano per la ricerca. Si chiama "Soil monitor" e promette di offrire un quadro delle funzioni dei servizi ecosistemici dei suoli e il rischio di un suo degrado. Una piattaforme che potrebbe implementare alcuni testi di legge sulla tutela del suolo, ma anche quella sugli ecoreati, e il Collegato ambientale, per esempio, proprio per combattere l'abusivismo edilizio.
 
 

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