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BREXIT LIVE: Greenspan, «La Brexit è solo la punta dell'iceberg, il problema è l'euro»
Il presidente russo nel frattempo mette in guardia sulla gravità dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea

LONDRA - Il Regno Unito lascia l'Unione Europea dopo 43 anni. Nel voto sullo storico Referendum sull'appartenenza del Regno Unito all'Unione Europea, al contrario di quanto "affermato" dai sondaggi svolti nella giornata di ieri, ha prevalso il "lasciare" con il 52% dei voti favorevoli.

La Gran Bretagna rompe gli ormeggi e veleggia verso la Brexit. Un'alba d'incognite si apre sull'Europa dopo una notte drammatica in cui l'opinion poll che alla chiusura dei seggi del referendum concesso dal premier David Cameron dava il fronte filo-Ue in vantaggio è stato ribaltato. Fino a portare i Leave, sostenitori del divorzio, a quasi un milione di voti in più.

Per la proclamazione formale ci sarà d'attendere, ma in effetti i giochi sono fatti, come conferma la Bbc. Londra e la Scozia non sono riuscite a compensare la valanga dell'Inghilterra profonda, ma anche del Galles. Forse un ruolo lo ha giocato anche il maltempo, con l'impatto che la pioggia torrenziale di ieri ha avuto sull'affluenza alle urne nella capitale. In ogni modo la partita è chiusa. E la reazione dei mercati - euforica dopo il primo opinion poll che aveva dato Remain al 52% - ne è una conferma: sterlina ai minimi storici sul dollaro dopo una discesa a precipizio peggiore di quella del Venerdì Nero del 1992, panico nelle borse di mezzo mondo, futures a -7,4% a Londra. Terremoti finanziari a parte, è la stessa Unione Europea a dover affrontare ora un contraccolpo pesantissimo, che le cancellerie occidentali - rimaste tutta la notte con il fiato sospeso - ancora ieri sera speravano di evitare.

20:36

Ocse: ora serve aiuto per la transizione - L'Ocse, sebbene contraria alla Brexit "non risparmierà ora i suoi sforzi nel supportare il governo del Regno Unito nel rendere la transizione più morbida possibile". Lo afferma il segretario generale dell'organizzazione Angel Gurria.

"Aiuteremo anche l'Unione Europea e la comunità internazionale a fare fronte al meglio alle conseguenze di questa decisione". L'Ocse ritiene che "l'apertura, l'integrazione e la diversità renderà le nostre economie e società più forti e giuste. Per questo continueremo a sostenere il progetto europeo".

19:51

Ambasciatore GB all'Onu: «Non temiamo una perdita di influenza» - "Anche dopo l'uscita effettiva dall'Ue, la Gran Bretagna continuerà ad essere una potenza mondiale con punti di forza significativi, incluso qui alle Nazioni Unite": lo ha detto l'ambasciatore inglese all'Onu, Matthew Rycroft, commentando la Brexit.

"Il Regno Unito è, e continuerà ad essere, una potenza diplomatica e un membro permanente del Consiglio di Sicurezza - ha precisato - Prendiamo queste responsabilità incredibilmente sul serio, e il nostro impegno continuerà". A chi gli chiedeva se teme una perdita di influenza all'interno dell'organizzazione internazionale, Rycroft ha risposto che a suo parere non ci saranno effetti.

"Sono fiducioso - ha spiegato - che la Gran Bretagna continuerà a svolgere un ruolo costruttivo e di primo piano al Consiglio di Sicurezza, in Assemblea Generale e in ogni altro organo delle Nazioni Unite".

19:50

Bri: «Coordinamento globale contro le incertezze» - "Con una buon coordinamento a livello globale, siamo fiduciosi che l'incertezza" derivante dalla Brexit che ha portato a "un'alta volatilità dei mercati", "possa essere contenuta e la transizione possa procedere nella maniera più morbida possibile".

Lo afferma in una nota la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), la banca centrale delle banche centrali, che nel fine settimana riunirà all'assemblea annuale i governatori dei principali paesi. La Bri rileva come le banche centrali siano "pronte a prendere le necessarie misure per assicurare il funzionamento ordinario dei mercati".

Secondo la Bri "sono scattati piani di emergenza da parte del settore privato e delle banche centrali per limitare perturbazioni nei mercati finanziari. Nel comparto finanziario privato una posizione patrimoniale più forte e cuscinetti di liquidità hanno reso il sistema più solido". In ogni caso, secondo la Bri "è probabile che vi sia un periodo di incertezza e correzione. Il Regno unito è strettamente integrato nell'economia globale e ospita uno dei maggiori centri finanziari mondiali".

19:50

vertice Ue, secondo giorno senza Cameron -  Dopo l'esito del referendum svoltosi in Gran Bretagna "la maggior parte dei lavori del Consiglio europeo dovranno essere dedicati alle sue conseguenze politiche".

È quanto scrive il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk nella lettera di invito al summit Ue inviata ai leader europei in cui spiega che la seconda giornata dei lavori del vertice, quella di mercoledì 28, sarà 'informale', consacrata all'applicazione dell'articolo 50 e non vedrà la partecipazione di Cameron alla riunione.

19:10

Stop alla compravendita sterlina-euro - Stop alla compravendita sterlina-euro in Gran Bretagna da Royal Bank of Scotland e la sua controllata NatWest che hanno sospeso i servizi di cambio per i clienti. La sospensione colpisce sia le filiali che l'on line, dopo che la domanda per la moneta unica è schizzata sulla scia della Brexit.

La valuta d'Oltremanica è sprofondata sui mercati, segnando i minimi da trent'anni a questa parte.

17:47

Morgan Stanley smentisce il trasferimento - Un portavoce di Morgan Stanley ha smentito come "non vera" la notizia, riportata dalla Bbc, secondo cui la banca d'affari americana avrebbe cominciato a trasferire 2000 dipendenti da Londra ad altre sedi europee. Ne dà notizia l'agenzia stampa Reuters.

 

17:40

Il vero problema è l'euro - «È solo la punta di un iceberg». A dare voce ai timori di un possibile effetto domino della Brexit è Alan Greenspan, ex numero uno della Federal Reserve, che mette in guardia dai pericoli all'orizzonte. Perchè quello che non è accaduto con la crisi del 2008-2009 e con la infinita crisi della Grecia potrebbe accadere ora con l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.

«Questo è il periodo peggiore che ricordo dall'inizio della mia carriera», afferma Greenspan, che è stato presidente della banca centrale statunitense fino al 2006, alla vigilia del terremoto sui mercati finanziari che ha portato ad anni di recessione e di instabilità sui mercati. Un sisma di cui ancora oggi tutto il mondo subisce le conseguenze.

La Brexit, è convinto l'ex banchiere centrale, avrà «un effetto corrosivo, implicazioni che non sarà facile fermare». A partire «quasi sicuramente» dalla resurrezione delle istanze indipendentiste della Scozia. Ma l'effetto in altri Paesi europei è difficile da prevedere. Anche quello in America, dove è in corso una durissima campagna elettorale per la successione a Barack Obama.

Alla radice di quanto accaduto nel Regno Unito, spiega Greenspan, ci sono infatti questioni «molto più profonde ed estese», che vanno al di là dei motivi che hanno portato alla Brexit'. E il problema "immediato" è l'euro. Un problema «molto serio», spiega. Perchè se è vero che l'Eurozona «è stata un passo importante verso l'integrazione europea, la moneta unica ora sta fallendo». Per l'ex presidente della Fed non potrebbe essere diversamente, visto che «i Paesi della parte Sud dell'Eurozona vengono sempre più finanziati e mantenuti dai Paesi del nord dell'Europa e dalla Bce».

 

17:12

Bisogna tornare a pedalare - Tornare a pedalare perché quando si smette si cade inevitabilmente dalla bicicletta. Lo ha detto a proposito di Brexit, Daniel Cohn-Bendit, carismatico leader dei verdi europei e storico leader del Sessantotto parigino.

«La lezione da prendere - sottolinea Cohn Bendit in un'intervista all'Ansa - è che quando facciamo un'Europa né carne né pesce, nessuno ci si ritrova. Quindi o andiamo più avanti nell'integrazione arrivando a una vera e propria sovranità europea - per gestire da protagonisti il processo di globalizzazione, con una visione economica a lungo termine, un'economia basata sulle energie pulite e con una sorta di reddito universale europeo per chi è disoccupato - oppure non usciamo da questa crisi».

Altro punto da rivedere, quello del funzionamento della macchina comunitaria. «La Ue non può più essere ostaggio di governi che cercano solo interessi nazionali e non comuni, dobbiamo tornare allo spirito della Convenzione», che scrisse la Costituzione Ue poi bocciata da altri due referendum, quello francese e quello olandese del 2005.

16:12

Farange, il genio anti-Ue uscito dalla lampada

«Il genio dell'euroscetticismo è uscito dalla lampada». Nigel Farage, al suo solito, non ha risparmiato la lingua nelle ore in cui il referendum sulla Brexit decretava con il passare della notte l'addio della Gran Bretagna dall'Ue. (vedi articolo allegato).

 

 

16:11

Cameron travolto, perde tutto in una notte

Passerà alla storia come il primo ministro che ha portato, suo malgrado, la Gran Bretagna fuori dall'Unione europea. David Cameron ha annunciato le dimissioni dopo l'affermazione della Brexit nel referendum che lui stesso ha voluto. (vedi articolo allegato).

15:49

«Aeroporti e mercati dell'aviazione restino integrati nonostante la Brexit

«Ue e Gran Bretagna si trovano ad affrontare la sfida di stabilire una nuova relazione. Mentre al momento c'è incertezza su quello che sarà il modello, la struttura e il modus operandi di questa nuova relazione, sarà essenziale che consenta ai mercati dell'aviazione dell'Ue e della Gran Bretagna di restare pienamente integrati e basati su regole totalmente allineate, se non comuni».

Così commenta l'esito del referendum britannico Oliver Jankovec, direttore generale di Aci Europe, l'associazione che rappresenta oltre 500 scali in 46 Paesi europei, Inghilterra compresa. «Assicurare certezza legale all'integrazione tra i mercati dell'aviazione di Ue e Gb deve essere la priorità chiave delle future relazioni tra Ue e Gb. Come voce degli aeroporti europei dentro e oltre l'Ue, Aci Europe porterà avanti questa priorità presso i propri membri», aggiunge Jancovec.

«Il mercato dell'aviazione europea, unico e interamente liberalizzato, ha portato molti benefici a consumatori e alle imprese in tutta Europa, a partire dall'aumento della connettività a tariffe più basse», prosegue Jancovec in una nota. «Mettendo così tanti aeroporti non solo sulla mappa dell'aviazione europea ma su quella mondiale, il mercato unico dell'aviazione europea li ha trasformati in un motore per la crescita delle loro comunità, specialmente nelle regioni. Semplicemente non possiamo permetterci di tornare indietro su quello che è oggi una spina dorsale delle nostre economie».

 

 

15:45

Wall Street e greggio affondano

Affonda il prezzo del petrolio a New York grazie all'effetto Brexit. Un barile viene scambiato a 47,54 dollari (-5,13%).

Effetto Brexit anche su Wall Street , la borsa apre col Dow Jones che perde il 2,33% e il Nasdaq il 3,90%. In profondo rosso anche l'indice S&P500 che cede il 2,33%.

15:39

Obama: «Assicurare stabilità e sicurezza» -  «Il popolo britannico ha parlato». Barack Obama auspica che i negoziati tra Regno Unito e Unione europea «assicurino stabilità, sicurezza, prosperità per l'Europa, la Gran Bretagna, l'Irlanda del Nord e per tutto il mondo».

15:33

Dopo la Brexit, la Frexit? I francesi dicono di "no"

Il 64% dei francesi si dice contrario ad una ipotetica uscita della Francia dall'Unione europea: è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Odoxa per iTélé e Paris Match.

Favorevole al Frexit invocato dalla leader del Front National, Marine Le Pen, sono invece il 35% dei francesi.

 
 
15:31

La Fmi «prende atto» della decisione e vuole una «transizione soft»

«Prendiamo atto della decisione del popolo britannico. Chiediamo alle autorità nel Regno Unito e in Europa di lavorare in maniera collaborativa per assicurare una transizione morbida verso nuove relazioni economiche»: così la numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, commenta l'esito del referendum sulla Brexit.

Lagarde - in una nota - chiede in particolare chiarezza sulle procedure della Brexit e sugli obiettivi di queste procedure.

«Sosteniamo con forza - ha aggiunto la numero uno del Fmi - gli impegni della Banca di Inghilterra e della Bce di fornire liquidità al sistema bancario e di ridurre l'eccesso di volatilità finanziaria». «Continueremo a monitorare gli sviluppi da vicino pronti a sostenere i nostri membri se necessario».

 
 
15:29

La Federal Reserve pronta ad agire

«La Fed sta monitorando con attenzione gli sviluppi sui mercati finanziari globali in collaborazione con le altre banche centrali, pronta a fornire liquidità e a fronteggiare possibili effetti avversi» della Brexit. È quanto si legge in un comunicato della banca centrale statunitense.

«La Federal Reserve è pronta, se necessario, a fornire liquidità in dollari attraverso i canali esistenti con le banche centrali, per affrontare le pressioni sui mercati globali» esercitati dalla Brexit. Pressioni che «potrebbero avere conseguenze avverse per l'economia americana», si legge ancora nella nota.

15:26

Tsipras e il campanello d'allarme: «L'Ue cambi rotta»

Il voto sulla Brexit "conferma una crisi politica profonda, di identità e di strategia per l'Europa" e impone un rapido cambio di rotta". Lo ha detto il premier greco, Alexis Tsipras in un discorso in tv.

Il referendum britannico deve servire come "un campanello d'allarme o sarà l'inizio di un percorso molto pericoloso e scivoloso per i nostri popoli", ha aggiunto.

15:23

Morgan Stanley pronta a trasferire duemila dipendenti

Morgan Stanley è pronta a trasferire duemila dipendenti dalla sua sede di Londra in un altro Paese dopo la vittoria dei "no" all'Europa nel referendum sulla Brexit. Ne dà notizia la Bbc che cita fonti vicino alla banca d'affari, secondo cui fra le possibili destinazioni c'è l'Irlanda.

15:01

Putin: «Ci saranno conseguenze per il mondo e la Russia»

«Il risultato del referendum in Gran Bretagna avrà senz'altro conseguenze per il mondo e per la Russia». Lo ha detto Vladimir Putin commentando da Tashkent il Brexit. Lo riporta l'agenzia Interfax.

«La Russia non ha mai interferito, non sta interferendo e non interferirà nella scelta della Gran Bretagna». Così ha detto ancora Putin citato dalla Tass.

Il presidente russo ha poi definito le parole di Cameron secondo cui la Brexit lo avrebbero fatto «felice» come un «tentativo scorretto di influenzare l'opinione pubblica e manifestazione di un basso livello di cultura politica».

14:27

Italia: possibile un calo di esportazioni fino a 3 miliardi

L'effetto Brexit sull'Italia potrebbe comportare nella peggiore delle ipotesi "un calo delle esportazioni fino a un valore massimo di circa 3 miliardi".

È quanto sostiene il Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, sugli effetti derivanti dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ricordando che l'Italia esporta verso il Regno Unito il 7% del proprio export, pari a circa 22 miliardi di euro.

De Felice ricorda quindi che «la trasmissione per l'Italia avviene in tre modi: la minore crescita inglese, la svalutazione della sterline e la maggiore avversione al rischio che si sta manifestando con forza sui mercati finanziari. Sui primi due punti l'impatto economico è limitato».

«Gli impatti sui mercati finanziari - sottolinea l'economista di Intesa Sanpaolo - sono legati alle capacità di reazione politica da parte del Consiglio, della Commissione e del Parlamento europeo. Se lo shock del referendum inglese avvierà un processo di ripensamento di alcune norme relative alle politiche di bilancio europee, gli effetti finali potrebbero essere paradossalmente positivi, con un'Europa più unita e orientata a garantire migliori prospettive di crescita e di occupazione a oltre 300 milioni di cittadini».

«In ogni caso i tempi non saranno rapidi - ricorda l'esperto -. Per esprimere la richiesta di recesso all'Unione europea, il Governo inglese necessita del voto del parlamento britannico e di un cambio di guardia a Downing Street. Da quel momento ci saranno due anni di tempo per concludere i negoziati». Infine, dal punto di vista del mercato dei titoli di Stato, conclude De Felice, «finora, l'ampliamento dello spread Btp/Bund ha avuto dimensioni limitate».

14:24

G7: riunione telefonica fra i ministri delle finanze

Si è tenuta da poco una riunione telefonica tra i ministri delle finanze del G7 per esaminare la situazione economica e finanziaria alla luce dei risultati sul referendum Brexit. Secondo quanto si è appreso si sarebbe trattato di una breve 'conference call' sulla quale sarà diffuso un comunicato da parte del G7.

14:22

Gestori divisi: «È una scossa, non una minaccia»

Gestori divisi sulla Brexit. C'è chi la considera come un "terremoto che avrà effetti nel lungo periodo sia in Gran Bretagna che al di fuori dei suoi confini", come Mattew Beesley di Henderson, e c'è chi invita alla cautela come Eric Lornegan di M&G Investment, convinto che "è difficile fin d'ora dire l'impatto del voto sulle economie del Regno Unito ed europea, poiché tutto dipende dai termini della relazione che Inghilterra ed Europa negozieranno".

Secondo Vontobel Asset management il voto degli inglesi è stato "una scelta sventurata", poiché "la nozione di identità nazionale è diventata superflua in un mondo più integrato e digitalizzato". Tuttavia la scelta di lasciare l'Ue "non rappresenta una minaccia al sistema finanziario europeo e globale" e si limiterà a portare "una volatilità dei prezzi che avrà comunque vita breve". Secondo gli analisti di Vontobel, infatti, "una minaccia al sistema di solito incomincia con una debolezza del sistema bancario, che sia nel Regno Unito sia nell'Ue gode di buona salute ed è più capitalizzato oggi rispetto al 2008 e al 2011".

Regole "drasticamente nuove" sono in arrivo invece secondo Philippe Waechter, capo economista di Natixis Asset Management, perché la Brexit "avrà un impatto forte e duraturo sulla vita dei britannici, ma anche sull'intera Europa". Se "nel breve termine non accadrà nulla sul versante economico" - spiega - a cambiare saranno "le aspettative dei mercati finanziari". Waechter confida però nel ruolo delle banche centrali che "non rimarranno neutrali e si attiveranno per fornire liquidità ai mercati finanziari globali". Quanto al rapporto tra Regno Unito ed Ue, si dovrà definire "un nuovo paradigma" che "richiederà tempo e creerà incertezza" aggiungendo "confusione sull'outlook globale".

 

Il capo economista di Axa Investment Managers David Page prevede invece un calo "dall'1,9 allo 0,4% del Pil del Regno Unito nel 2017", con un "allentamento della politica monetaria da parte della BoE entro la fine dell'anno, due tagli dei tassi dello 0,25% e un Qe compreso tra i 50 e i 100 miliardi di sterline". Confida invece sulle capacità di adattamento dei mercati Ken Hsia, Portfolio Manager European Equity di Investec Asset Management. "Gli asset difensivi così come i bond governativi - spiega - potrebbero registrare un rally momentaneo, mentre gli asset più rischiosi saranno probabilmente impattati in maniera negativa nel breve periodo". Tuttavia "i mercati tendono ad aggiustarsi rapidamente e talvolta a reagire meglio del previsto". A suo dire "gli investitori generalmente preferiscono non muoversi nell'immediato sulla scia del referendum e nel lungo periodo saranno i fondamentali economici e aziendali a guidare i rendimenti".

14:21

Wall Street in ansia, si teme il tracollo in apertura

Ansia a Wall Street, dove si teme un tracollo in apertura delle contrattazioni (alle 15:30 svizzere) dovuto all'effetto Brexit e sulla scia di quanto sta accadendo su tutte le principali piazze finanziarie europee.

Tra gli analisti e gli operatori che già affollano il floor del New York Stock Exchange serpeggia nervosismo: «La giornata di contrattazione di oggi è pessima, la peggiore che ho visto nella mia carriera», afferma Naeem Aslam, Chief market di Think Forex: «Giornate del genere non avvengono ogni decennio».

14:20

Nowotny: «Niente panico. La Bce è preparata»

La Banca centrale europea (Bce) e la Bank of England hanno predisposto "massicce" iniezioni di liquidità per «alcune centinaia di miliardi» in modo da arginare turbolenze sui mercati innescate dalla Brexit.

Lo ha ribadito l'esponente della Bce Ewald Nowotny - riferisce Bloomberg che cita un'intervista a un'emittente radiofonica austriaca - sottolineando che una esplosione di "panico" è immotivata e che la situazione non è paragonabile al collasso di Lehman Brothers, vittima della crisi dei mutui subprime nel 2008.

Nowotny si aspetta una reazione dei mercati "più razionale" a partire da lunedì prossimo, mentre ritiene più problematiche le conseguenze politiche dell'uscita del Regno Unito dalla Ue.

14:18

Sanders: «L'economia mondiale non funziona»

«Questo voto è la dimostrazione che l'economia mondiale non sta funzionando e che serve un cambiamento»: così il candidato democratico alla Casa Bianca, Bernie Sanders ha commentato la Brexit in un'intervista alla Msnbc.

14:17

Biden: «Era meglio un risultato diverso»

«Avrei preferito un risultato differente, ma rispetto pienamente la decisione presa»: così il vicepresidente Usa, Joe Biden.

13:59

City Of London Corp. esclude una fuga di massa dalle banche

L'amministrazione municipale della City di Londra esclude «fughe di massa di banche e istituzioni finanziarie» a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e chiede un «periodo di consultazione con il governo per assicurarsi di poter continuare a creare posti di lavoro».

«La City ha prosperato come un centro finanziario e commerciale per più di mille anni e continuerà a farlo», afferma in una nota il policy chairman della City of London Corporation, Mark Boleat. Boleat ricorda che i servizi finanziari contribuiscono alle entrate del Tesoro per 66,5 miliardi di sterline (l'11% del totale) e che dai servizi finanziari e professionali derivano 2,1 milioni di posti di lavoro (il 7,2% dell'occupazione complessiva).

«L'opinione comune della City è che il governo debba spingere per consentire al Regno Unito l'accesso al mercato comune» senza discriminazioni e «mantenere il mercato del lavoro flessibile» visto che «le nazioni europee hanno fornito molto del talento altamente qualificato di cui abbiamo bisogno per avere successo». 

13:56

Kaczynski: «Serve un nuovo trattato per far "rientrare" la Gran Bretagna»

L'Unione europea dopo il Brexit deve elaborare il nuovo trattato europeo per poter nuovamente contare a suo tempo sull'adesione della Gran Bretagna. Lo ha dichiarato oggi a Varsavia Jaroslaw Kaczynski, il leader del partito conservatore Diritto e giustizia (Pis) al governo in Polonia.

Secondo Kaczynski devono essere precisate le regole di collaborazione fra gli Stati membri della Ue e assicurata una vera messa in moto del principio di sussidiarietà per evitare che "troppe cose dipendano dal voto unanime".

Kaczynski ha suggerito che con il Brexit va posta la domanda sull'efficacia dell'attuale equipe che gestisce l'Ue (con il presidente Donald Tusk, il suo ex rivale politico in Polonia). Secondo lui, il nuovo trattato deve prendere in atto che "l'Europa di oggi è sempre delle nazioni".

13:55

Ayrault: «Siamo tristi. Dobbiamo preservere l'unità d'Europa»

«Siamo tristi per il Regno Unito e tristi per l'Europa, ma dobbiamo affrontare la situazione, e cioè preservare l'unità dell'Europa, più attenti alle aspirazioni dei popoli»: lo ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault entrando alla riunione informale dei ministri degli Esteri della Ue, convocata a margine della riunione dei ministri degli Affari Europei già prevista per oggi.

Il ministro ha spiegato che «è urgente» che il Governo britannico dia seguito al voto, chiedendo l'applicazione dell'articolo 50 del Trattato europeo che prevede l'uscita dall'Ue, perché «non c'è tempo da perdere e ogni momento di incertezza in più è dannoso».

Ayrault ha spiegato che è proprio di questo che i ministri parleranno oggi. «Alcuni pensano che sarà il caos, no, non lo sarà perché ci sono dei Trattati e l'articolo 50 del Trattato europeo prevede le condizioni per l'uscita, quindi non bisogna avere incertezza», ha concluso.

13:50

Ban Ki-Moon: «Continueremo a lavorare con GB e UE»

«All'Onu continueremo a lavorare con il Regno Unito e con la Ue, entrambi partner importanti». Lo ha detto il Segretario Generale Ban Ki moon commentando il voto del referendum in Gran Bretagna.

Ban ha detto di confidare nella «comprovata storia di pragmatismo e responsabilità comune nell'interesse dei cittadini europei».

13:47

Ecclestone: «L'Europa perderà un paio di GP»

Bernie Ecclestone, convinto sostenitore della Brexit, il giorno dopo la vittoria del "leave" al referendum, ha anticipato che il prossimo calendario della Formula 1 perderà "uno o due" appuntamenti europei.

«Non posso dire quali - ha detto all'emittente russa Rbc il boss della F1 - ma i nuovo Paesi che entreranno non saranno europei. La Formula 1 non è un campionato europeo, ma del mondo». Dopo aver detto, ad inizio settimana, che il calendario 2017 potrebbe passare da 21 gare ad un minimo di 18, Ecclestone ha assicurato che ci sarà sempre meno spazio per alcuni circuiti che hanno fatto la storia della F1: «Assolutamente, questo è certamente quello che accadrà».

13:40

Mozione di sfiducia a Corbyn

Due deputate laburiste, Margaret Hodge e Ann Coffey, hanno presentato una mozione di sfiducia al leader del loro partito, Jeremy Corbyn, dopo il referendum sulla Brexit. Ne dà notizia la Bbc, secondo cui il documento dovrà essere prima accolto dai vertici del partito e, in caso di parere positivo, messo ai voti.

13:38

Vucic: «La Serbia proseguirà la sua strada»

La Serbia proseguirà nel suo cammino verso l'integrazione nell'Unione europea, nonostante l'esito del referendum sull'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Lo ha detto il premier serbo uscente e incaricato Aleksandar Vucic.

«Rispettiamo la decisione dei cittadini britannici, ma per noi restano cruciali la prosperità e la stabilità poiché i cittadini serbi vogliono un futuro migliore per sé e per i propri figli», ha detto Vucic in una conferenza stampa a Belgrado.

13:37

Cerar: «Ora dobbiamo rafforzare l'UE»

«Sono convinto che l'Ue debba essere ulteriormente rafforzata come una comunità ed un progetto per promuovere pace, cooperazione, libertà e sicurezza. L'Unione europea resta, e deve sopravvivere anche senza la Gran Bretagna, quindi promuoverò questa idea con convinzione». Così il premier sloveno Miro Cerar dopo la Brexit.

13:36

Documento in comune per Germania e Francia

Germania e Francia presenteranno domani a Berlino, nell'incontro tra i sei ministri degli Esteri dei Paesi fondatori della Ue dopo il sì alla Brexit, un documento comune, già pronto, sul futuro della Ue. Lo annuncia il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier in una intervista alla "Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung" il cui testo viene

«L'Europa ha bisogno di un orientamento, Germania e Francia in questo momento hanno una speciale responsabilità», rileva il capo della diplomazia tedesca.

«Non possiamo permetterci - spiega - né perplessità né blocchi. La Ue non può fare come se nulla sia successo, né il semplice richiamo ad avere più Europa né la sola richiesta di una pausa di riflessione è la risposta giusta da dare in questo momento», sostiene Steinmeier.

Nel documento, che il quotidiano tedesco sostiene di aver visionato, Germania e Francia si descrivono come Paesi «legati da un destino comune», che devono portare avanti una soluzione politica del problema dei profughi e ideare proposte per la crescita economica ed occupazionale e per la sicurezza esterna ed interna dell'Unione.

Al contempo, Berlino e Parigi si rendono conto che alcuni Stati Ue non vogliono una Unione sempre più stretta; per questo va immaginata una "Unione più flessibile" che lasci spazio a questi partner che non possono o non vogliono procedere ad ulteriori passi verso la integrazione. «Germania e Francia - si legge ancora nel documento - si rendono conto con dispiacere che il popolo britannico abbia votato per lasciare la Ue. Francia e Germania hanno l'obbligo comune a impegnarsi perché in altri paesi europei non si ripetano situazioni simili».

13:34

I Balcani si interrogano

La decisione della Gran Bretagna di lasciare l'Unione europea domina anche in tutti i media della regione balcanica, i cui Paesi per la gran parte aspirano a entrare nella Unione europea.

Membri dell'Unione sono Romania e Bulgaria (entrate insieme nel 2007), Slovenia (membro dal 2004) e Croazia (ultima arrivata nella Ue nel 2013).

Per tutti gli altri Paesi della ex Jugoslavia, insieme all'Albania, l'integrazione europea è l'obiettivo principale delle rispettive politiche nazionali. Serbia e Montenegro hanno già avviato il negoziato di adesione, la Bosnia-Erzegovina ha presentato domanda per ottenere lo status di Paese candidato, la Macedonia tale status ce l'ha dal 2005 ma non ha ancora cominciato il negoziato di adesione per l'opposizione della Grecia e l'annosa disputa sul nome. Il Kosovo, indipendente dalla Serbia dal 17 febbraio 2008, ha concluso l'Accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con l'Unione e spera in un rapido cammino verso lo status di Paese candidato, chiedendo in primo luogo l'abolizione dell'obbligo del visto per i kosovari in viaggio nella Ue.

Agenzie, radio, tv, giornali online e principali portali della regione hanno seguito da vicino i risultati del referendum sulla Brexit, e tutti i notiziari aprono con la notizia shock del successo del 'Leave'. Il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic ha detto stamane che l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue non avrà alcun impatto sul cammino europeo di Belgrado. Secondo il giornale di Zagabria Jutarnji list si tratta del cambiamento più importante e sensazionale dalla disintegrazione dell'Urss nel 1991, che pone il mondo dinanzi a un periodo di grande insicurezza e instabilità. Il portale montenegrino CdM parla di 'giorno storice', mentre il giornale bosniaco Nezavisne Novine scrive che il sì alla Brexit è un 'giorno triste per l'Unione europee'. Anche in Macedonia i media danno grande risalto alla Brexit, e l'edizione in lingua macedone dell'emittente Deutsche Welle parla apertamente di 'catastrofe'.

13:32

Jagland: «Una scelta da rispettare»

«La scelta democratica presa con questo referendum deve essere rispettata» afferma Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa, riferendosi al voto sul Brexit.

«La via migliore per l'Unione europea è di lavorare assieme al governo di Londra per ottenere la soluzione più accettabile per i cittadini del Regno Unito e l'Europa» ha proseguito Jagland. «Tutti si devono concentrare ora ciò che unisce la famiglia europea: democrazia, diritti umani e lo stato di diritto» ha concluso il segretario generale.

13:29

Salvini: «Inizieremo la raccolta firme per il referendum»

La Lega Nord inizierà la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta agli italiani di esprimersi sui trattati europei sul modello del referendum inglese sulla Brexit. Lo ha detto in conferenza stampa il leader della Lega, Matteo Salvini.

13:20

Finlandia: «Valutare subito le conseguenze»

«L'Unione europea deve valutare velocemente le conseguenze» della Brexit. «Per la Finlandia continuare a sviluppare l'Ue è importante quanto il nuovo rapporto tra Unione e Gran Bretagna. La Finlandia è e resterà un membro dell'Unione europea», così il premier finlandese Juha Sipila.

13:12

Merkel: «È un taglio netto per l'Europa»

Un «taglio netto» per l'Europa. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel definisce la Brexit. Ma avverte che ora serve un'analisi «calma e composta» dell'esito del referendum.

«Ci sono 27 altri Paesi che sono ancora disposti e capaci di non prendere decisioni affrettate e di reagire in maniera calma, tranquilla e con prudenza per giungere a delle decisioni giuste», ha aggiunto.

«L'idea dell'unità europea è una idea di pace: non possiamo mai dimenticarlo". «La Ue è abbastanza forte per dare risposte giuste alle domande di oggi», ha detto aggiungendo: «La Germania ha un interesse ed una responsabilità particolare a che la Ue funzioni». «L'Ue è variegata, dobbiamo assicurare che i cittadini sentano che la loro vita possa migliorare con essa. L'Ue è un garante per la pace, il benessere e la stabilità. Le sfide di oggi sono troppo grandi per farcela da soli. Solo insieme possiamo affermarci nella competizione globale», ha sottolineato Merkel nella sua dichiarazione alla stampa.

13:07

Le Pen: «Attenti, ora vedremo il vero volto dell'UE»

«Restiamo tutti attenti, vigili, nei prossimi giorni vedrete il vero volto dei difensori dell'Unione europea»: questo l'avvertimento di Marine Le Pen, presidente del Front National, lanciato dal suo quartier generale di Nanterre.

«Restiamo molto attenti al comportamento di questi giorni delle istituzioni Ue - ha continuato la Le Pen - non hanno scelta, devono rispettare la decisione del popolo britannico. Sarebbe inammissibile che se ne infischiassero come fece Sarkozy dopo il referendum sulla Costituzione Ue del 2005».

13:01

Juncker: «Non è l'inizio della fine» - «Sono personalmente molto dispiaciuto per questa decisione, ma la dobbiamo rispettare»: così il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.

«Il processo di incertezza in cui siamo entrati non durerà molto a lungo, bisogna accelerare le cose», ha detto Juncker aggiungendo «mi aspetto che il motore franco-tedesco, come lo chiamate, prenda una posizione molto chiara».

«No. Grazie a tutti», ha risposto Juncker a una giornalista britannica che aveva domandato con tono assertivo: «Nonostante le forti dichiarazione sue e di Tusk, il risultato del referendum è l'inizio della fine dell'Unione europea». Juncker ha subito dopo messo fine tra gli applausi alla brevissima conferenza stampa (in cui ha accettato due sole domande) tenuta dopo la lettura della dichiarazione comune dei tre presidenti delle istituzioni europee.

12:57

La Scozia vuole restare nell'Ue: possibile nuovo referendum sull'indipendenza - L'opzione di un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia è "sul tavolo". Lo ha detto la prima ministra scozzese e leader degli indipendentisti dell'Snp, Nicola Sturgeon, riservandosi «passi» per ora imprecisati a tutela dell'appartenenza all'Ue.

Sturgeon è stata critica col governo Tory di Londra e ha detto che «l'establishment di Westminster deve farsi un esame di coscienza»

«Farò tutto il possibile perché la Scozia resti nell'Unione Europea e nel mercato unico», ha affermato dopo il voto per la Brexit (maggioritario in Inghilterra e nel Regno, non in Scozia) e ha avvertito che questo «cambia le condizioni» del rapporto della Scozia con il Regno Unito sancito dal no all'indipendenza scozzese del 2014.

 
12:52

Johnson: «Non voltiamo le spalle all'Europa» -  «Siamo comunque parte dell'Europa, continueremo ad essere una grande potenza europea» e continuerà ad esserci fra il Regno Unito e i Paesi europei un rapporto «aperto e amichevole». Lo ha detto l'ex sindaco di Londra Boris Johnson in una conferenza stampa al quartier generale della campagna Leave a Londra.

La Gran Bretagna si prepara a «districarsi dall'Ue, senza fretta», ma «non volta le spalle all'Europa». Così Boris Johnson, abbassando i toni dello scontro sulla Brexit dopo la vittoria degli anti-Ue nel referendum di ieri.

L'ex sindaco conservatore di di Londra ha poi reso l'onore della armi a Cameron, ha detto che il Paese «resterà unito" e ha rassicurato in particolare "i giovani": «Restiamo europei, continuerete a viaggiare nel Continente».

12:49

Hollande: «Ora serve una scatto in avanti dell'Europa» -  Ora serve «uno scatto in avanti dell'Europa». Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande, commentando il referendum sulla Brexit.

La Brexit è una «prova grave per l'Europa. Dobbiamo mostrare solidità e forza», ha proseguito Hollande. Oggi, davanti al «pericolo immenso degli estremismi e dei populismi» un «soprassalto è necessario», ha aggiunto. Oggi «la storia bussa alla nostra porta, bisogna essere all'altezza», ha precisato Hollande. «Farò di tutto affinché si adotti un cambiamento profondo piuttosto che un ripiegamento».

La Brexit è una «scelta dolorosa che deploro profondamente per la Gran Bretagna e per l'Unione europea. E però è la loro scelta, dobbiamo rispettarla, e trarne tutte le conseguenze. La Gran Bretagna non farà più parte dell'Ue», ha dichiarato Hollande.

 
12:47

Hollande e Renzi a Berlino - «Lunedì sarò a Berlino dove incontrerò la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier italiano Matteo Renzi». Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande commentando l'esito del referendum sulla Brexit.

Ho invitato a Berlino il presidente francese, Francois Hollande, il premier italiano Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk per dei colloqui», ha poi detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, commentando il voto britannico pro Brexit. «Poi - ha aggiunto - allargheremo questo circolo per rendere le discussioni più profonde».

 
 
12:43

«Ogni ritardo prolunga l'incertezza» - «Ogni ritardo» nel negoziato con la Gran Bretagna «prolungherebbe l'incertezza senza necessità». È scritto nella dichiarazione comune dei presidenti delle istituzioni europee dopo la riunione di crisi nella sede della Commissione europea e letta da Jean Claude Juncker nella sala stampa.

 
 
12:42

Presidenti Ue: «Speriamo che la Gran Bretagna rimanga un partner stretto» - «Speriamo che il regno Unito resti un partner stretto della Unione europea in futuro» ed «ogni accordo che sarà concluso con il Regno Unito come paese terzo, rifletterà gli interessi di entrambe le parti e sarà equilibrato in termini di diritti e doveri». È scritto nella dichiarazione dei presidenti delle istituzioni europee dopo la riunione di crisi nella sede della Commissione europea.

 
12:36

«Nullo l'accordo di febbraio» - L'accordo raggiunto dal premier David Cameron con la Ue nel vertice del 19 febbraio scorso con le concessioni per lo "statuto speciale" del Regno Unito «non entrerà in vigore e cessa di esistere». È scritto nella dichiarazione comune dei presidenti delle istituzioni europee dopo la riunione di crisi nella sede della Commissione europea.

12:31

«La Gran Bretagna abbandoni il prima possibile» - «L'Unione di 27 stati membri continuerà». Lo dicono in una dichiarazione congiunta dopo il vertice di crisi il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ed il presidente di turno, il premier olandese Mark Rutte.

«Ci aspettiamo che il governo del Regno Unito dia effetto alla decisione del popolo britannico al più presto possibile, per quanto doloroso il processo potrà essere il processo».

«Siamo pronti a lanciare prontamente il negoziato con il Regno Unito sui termini e le condizioni del suo ritiro dalla Ue». È scritto nella dichiarazione comune dei presidenti delle istituzioni europee. «Finché il processo non sarà finito, il Regno Unito resta un membro della Ue, con tutti i diritti e doveri che da questo derivano».

 
 
12:24

Le Pen: «Se vinciamo referendum entro 6 mesi» -  Se il Front National vincerà le elezioni presidenziali nel 2017, Marine Le Pen intende avviare la procedura per un referendum "Frexit". «Lo chiedo dal 2013 - ha annunciato nel suo quartier generale a Nanterre la presidente del partito - è una consultazione per recuperare le quattro sovranità principali della Francia, territoriale, legislativa, monetaria, economica».

Le Pen ricorda che sono previsti «6 mesi di negoziati con l'Ue» prima di tenere il referendum, poi i francesi «potranno scegliere questa strada che restituirà loro la libertà».

«Oggi non è morta l'Europa, è l'Unione europea a morire. Le nazioni rinascono»: ha affermato. «Sarà l'Europa delle nazioni, libere e sovrane - ha aggiunto la Le Pen - in cui il nuovo obiettivo sarà la cooperazione».

12:21

Una risposta unita -  «Il popolo britannico con un processo libero e democratico ha espresso la volontà di lasciare l'Unione europea. Siamo dispiaciuti, ma lo rispettiamo. Questa è una situazione senza precedenti, ma siamo uniti nella nostra risposta». Lo dicono in una dichiarazione congiunta il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ed il presidente di turno, il premier olandese Mark Rutte.

 

12:19

I liberaldemocratici a Bruxelles auspicano un «divorzio rapido e amichevole» -  «Ora dobbiamo mirare ad assicurare un divorzio rapido e amichevole, in modo da evitare disordini non necessari sui mercati finanziari, impatti negativi sul commercio e perdite di posti di lavoro» perché «l'Unione europea non può essere tenuta in ostaggio da una disputa per leadership dei Tories». Così il leader dei liberaldemocratici all'Europarlamento ed ex premier belga Guy Verhofstadt dopo la Brexit.

Verhofstadt chiede «una notifica ora dell'articolo 50» per far legalmente scattare l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. «Il risultato di questo referendum è una sveglia, saremo in grado di rovesciare l'ondata solo lavorando insieme in modo più efficiente, l'Europa deve riformarsi per sopravvivere», ha concluso il leader dell'Alde.

12:16

«Un segnale al Politburo di Bruxelles» - «L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea è un segnale al Politburo di Bruxelles e ai suoi burocratici sostenitori». Così la leader del partito nazional-populista ed anti-Ue tedesco Alternative fuer Deutschland (Afd), Frauke Petry, ha commentato la vittoria della Brexit in un comunicato diffuso alla stampa.

«Se l'Europa non abbandona finalmente l'errato esperimento para-socialista di approfondimento dell'integrazione politica - ha aggiunto Petry - altri popoli europei riconquisteranno la propria sovranità sull'esempio inglese». «Il tempo è maturo per una nuova Europa», ha concluso la leader di Afd.

12:14

Hauch: «Restare fedeli all'idea di Europa» -  «Molti europei oggi sono tristi. Bisogna restare fedeli all'idea di Europa». Lo ha detto il presidente tedesco Joachim Hauch commentando a Sofia l'esito del referendum sulla Brexit.

12:12

«Per Irlanda e Germania le maggiori conseguenze» - «L'Irlanda e la Germania saranno gli Stati membri della Ue a subire le conseguenze maggiori della Brexit»: è quanto si legge nelle conclusioni di uno studio della Fondazione Bertelsmann per l'IFO, il prestigioso Istituto di ricerca economica con sede a Monaco.

Lo studio sottolinea che «la permanenza del Regno Unito nella Ue avrebbe aiutato a giungere velocemente alla conclusione dell'accordo di libero scambio con gli Usa: A questo punto - viene sottolineato nello studio - Londra non ha nessun interesse a spingere».

 
 
12:08

«L'Europa? O la cambiamo o la lasciamo» -  L'Europa? "O la cambiamo o la lasciamo": lo ha detto il leader del Front de Gauche e candidato alle presidenziali francesi del 2017, Jean-Luc Mélenchon, commentando i risultati del referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.

La Brexit "è un terremoto per l'Ue che conosciamo", il "fallimento di un'Europa che ha un indirizzo: quello della Germania", ha continuato Mélenchon. Per lui, inoltre, "il rifiuto espresso dai popoli non è il rifiuto dell'Europa ma il rifiuto dei privilegiati". E anche un'"occasione per la Francia di tornare sulla scena"

12:04

Fico: «L'Ue reagisca senza indugio» - L'Unione europea deve reagire velocemente al risultato del referendum britannico, la politica dell'Ue deve cambiare. Lo ha detto oggi a Bratislava il premier slovacco Robert Fico.

«Non è una tragedia. È la realtà alla quale i 27 paesi rimanenti devono reagire molto velocemente. E sarebbe un grande errore se la reazione fosse la continuazione dell'attuale politica dell'Ue», ha detto Fico.

Secondo il premier gran parte dei cittadini della Ue rifiutano la politica sull'immigrazione attuata da Bruxelles, così come c'è una sostanziale disapprovazione dell'attuale politica economica. «Dipende solo da noi, dai 27 paesi rimanenti, se troveremo la forza per dire che ci vogliono cambiamenti fondamentali per l'intera Ue», ha aggiunto Fico. La Slovacchia assume a partire dal 1 luglio la presidenza di turno della Ue.

12:02

Le Pen: «Uscire dall'Ue ora si può» - «È una giornata storica, adesso la realtà si è imposta: uscire dall'Unione europea è possibile»: queste le prime parole della presidente del Front National, Marine Le Pen, in una conferenza stampa nella sede del partito, a Nanterre, sulle conseguenze della Brexit.

11:56

Cameron annuncia le dimissioni alla Regina

David Cameron è a colloquio con la regina Elisabetta a Buckingham Palace per annunciarle la sua volontà di dimettersi da premier dopo la sconfitta nel referendum sulla Brexit. Ne dà notizia Sky News.

11:54

«Un brutto giorno per la democrazia» - «Oggi è un brutto giorno per l'Europa, per la sua economia e la sua democrazia». Lo ha detto il presidente della Repubblica di Bulgaria Rosen Plevneliev commentando l'esito del referendum sulla Brexit durante la visita a Sofia del suo omologo tedesco.

 
 
11:29

Nessuno sconto per la Gran Bretagna - Non c'è tempo da perdere, la procedura deve partire subito. È quanto chiede la conferenza dei presidenti del Parlamento Ue.

A quanto si apprende, i lavori della riunione dell'organismo che riunisce il presidente Martin Schulz e i capigruppo del parlamento sono stati interrotti per seguire in diretta l'intervento di David Cameron. Diverse fonti riferiscono che non c'è disponibilità ad accogliere le richieste di nuove dilazioni che vengono da Londra.

11:27

Contestazione contro Johnson - Boris Johnson è stato fischiato e contestato da decine di persone, protetto dalla polizia, quando è uscito dalla sua casa nel nord di Londra dopo la vittoria del suo schieramento Leave nel referendum sulla Brexit.

L'ex sindaco della capitale, che dopo l'annuncio di dimissioni da parte del premier David Cameron si prepara alla sfida della leadership conservatrice, dovrebbe fare un annuncio più tardi.

11:26

Mosca: «Brexit è un affare interno della Gran Bretagna» - Il Brexit è un «affare interno» della Gran Bretagna. Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha definito il risultato del referendum.

A chi gli chiedeva un commento sulla valutazione del ministero degli esteri britannico Philip Hammond secondo cui l'uscita dalla Ue avrebbe fatto piacere alle autorità russe Lavrov ha risposto "non ho un'istruzione medica quindi non commento i casi medici". Lo riporta la Tass.

11:17

Il "Remain" ha vinto solo in Scozia, a Londra e Ulster - Nove delle 12 macroaree che compongono il Regno Unito hanno votato in favore di Leave e contro l'Ue. Lo certifica un prospetto della Bbc secondo il quale Remain è prevalso soltanto in Scozia, a Londra e in Irlanda del Nord.

Le aree più euroscettiche sono state le Midlands, regioni che comprendono grandi centri urbani come Birmingham e vecchi distretti industriali, con le West Midlands contro l'Ue al 59,3% e le East Midlands al 58,8. A ruota il North East e poi lo Yorkshire, proprio la regione in cui giovedì 16 l'estremista di destra Tommy Mair ha ucciso la deputata laburista Jo Cox, paladina di migranti e integrazione europea. Da notare pure l'inattesa vittoria di Leave, di misura, in Galles.

La vera roccaforte europeista resta invece la Scozia, pur con un'affluenza inferiore alla media nazionale, che si conferma una realtà a parte nel regno e che ha votato Remain al 62%. Segue Londra, filo-Ue al 59,9% e l'Irlanda del Nord, un po' meno anti-Brexit delle previsioni con il 55,8%.

11:15

Tusk in viaggio: a Roma, Berlino e poi Parigi

Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, sta preparando una agenda per gli incontri con i leader europei alla luce della crisi per il voto nel referendum britannico e in vista del vertice della prossima settimana.

Fonti europee riferiscono che l'agenda non è ancora confermata, ma il programma al momento attuale prevede una incontro a Roma col premier italiano Matteo Renzi che potrebbe avvenire già oggi. Nei prossimi giorni, probabilmente lunedì, Tusk dovrebbe incontrare Merkel a Berlino e Hollande a Parigi.

11:12

Stoltenberg: «la NATO ora più importante che mai»

«Mentre il Regno Unito definisce il prossimo capitolo del suo rapporto con la Ue, so che la sua posizione nell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (Nato) resterà immutata. La Gran Bretagna rimarrà un alleato forte e impegnato e continuerà a svolgere un ruolo guida nella nostra Alleanza». Lo dichiara il segretario generale Jens Stoltenberg.

«Mentre affrontiamo più instabilità e incertezza, la Nato è più importante che mai come piattaforma per la cooperazione tra gli alleati europei e tra Europa e Nord America», aggiunge Stoltenberg.

11:11

La folla di fronte a casa Johnson

È ressa di fronte alla casa di Boris Johnson, l'ex sindaco di Londra che ha sfidato e battuto il premier David Cameron dentro il Partito Conservatore sul fronte del referendum sulla Brexit.

Decine di giornalisti, operatori e fotografi, oltre a gente comune, si sono radunati fin dalle prime ore del mattino per attenderlo al varco. Johnson finora ha taciuto e si aspetta una sua dichiarazione: per i media britannici è il suo momento e molti lo considerano a questo punto candidato naturale alla successione di Cameron.

11:10

Blair: «È un momento molto triste»

È un momento molto triste per il nostro Paese, l'Europa e il mondo». È il commento fatto a Sky News dall'ex premier britannico Tony Blair sulla Brexit. Ha invocato ora una «risposta matura» a questo cambiamento storico per il Regno Unito.

11:06

«Temiamo una forte insicurezza economica e politica»

Il Brexit rappresenterà una grande sfida per l'industria di esportazione, secondo Economiesuisse. L'organizzazione mantello dell'economia elvetica ritiene peraltro che l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea renderà ancora più difficile la trasposizione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa.

Attualmente, la Gran Bretagna rappresenta il quinto mercato per l'industria di esportazione elvetica. Inoltre, Londra occupa il quarto posto nella graduatoria degli investimenti diretti elvetici all'estero. Un ulteriore rafforzamento del franco svizzero e una possibile recessione in Gran Bretagna avranno effetti inevitabili in Svizzera, scrive Economiesuisse in una nota odierna.

La Svizzera esporta principalmente verso la Gran Bretagna prodotti farmaceutici, pietre preziose e metalli nobili, macchinari e orologi. Le aziende svizzere impiegano inoltre nelle loro succursali inglesi circa 100'000 persone.

L'organizzazione mantello ritiene peraltro che il Brexit comporterà conseguenze per la politica elvetica nei riguardi dell'Unione europa. Sarà in particolare più difficile negoziare entro i termini una soluzione concordata per la trasposizione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa - sottolinea - perché l'uscita della Gran Bretagna monopolizzerà nei prossimi anni le istituzioni europee e gli altri Stati membri.

11:04

Dimissioni Cameron, è shock fra i ministri

È di «shock» la prima reazione dei ministri britannici all'annuncio di dimissioni da parte del premier David Cameron. Fra i primi ad esprimersi con parole di stupore sono stati il ministro della Difesa Michael Fallon e quello per l'Irlanda del Nord Theresa Villiers.

Secondo la Bbc è ora molto probabile che si arrivi a un rimpasto con l'ingresso di esponenti Tory anti Ue nell'esecutivo.

10:58

Khan: «Europei, siete i benvenuti qui»

«Siete i benvenuti qui». Lo ha detto il sindaco di Londra Sadiq Khan al milione di cittadini europei che vivono nella capitale britannica dopo la vittoria del no all'Ue nel referendum sulla Brexit.

L'esponente laburista ha anche rassicurato sul fatto che la metropoli continuerà ad essere prospera e aperta agli investitori e al business.

10:56

BusinessEurope: «L'Unione Europea si riformi»

«Mantenere il sangue freddo è essenziale per minimizzare le conseguenze negative di questo voto, dobbiamo restare calmi e andare avanti». Così il presidente degli industriali europei di BusinessEurope Emma Marcegaglia dopo la Brexit, sottolineando che «questo colpo basso rende ancora più importante fare le riforme necessarie nell'Ue».

Le imprese europee, infatti, sottolinea Marcegaglia, continuano a «credere fortemente nell'Ue» ma gli Stati membri ora devono «mandare un segnale forte che riconfermi il loro impegno per l'Ue e i suoi tre principali pilastri economici: il mercato unico, la politica commerciale comune e l'euro» e, allo stesso tempo vanno trovate «soluzioni intelligenti per un processo ordinato di Brexit».

10:53

Donald Trump: «I britannici si sono ripresi il paese»

"È una grande notizia" che i britannici si siano «ripresi il loro paese». Lo ha detto il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, oggi in Scozia per inaugurare il suo 'Trump Turnberry', esclusivo resort e golf club nella località di Ayrshire.

10:52

Moody's: «Incertezza prolungata»

L'agenzia Moody's commenta in uno studio il voto Uk: "Preannuncia un prolungato periodo di incertezza che peserà su risultati economici e finanziari della Gran Bretagna".

Avrà impatto su investimenti e fiducia nel Paese con effetti negativi sul credito sovrano Uk e degli altri emittenti del Paese, tra l'altro per i possibili cambiamenti nelle relazioni commerciali con la Ue o nei regimi regolatori. Brexit è meno, invece, una preoccupazione sul credito degli emittenti Ue, anche se "i rischi politici nell'unione potrebbero aumentare".

10:46

Europarlamento: martedì riunione straordinaria

Il Parlamento Europeo si riunirà per una sessione straordinaria sulla Brexit martedì prossimo. Questa, a quanto si è appreso, la decisione maturata dalla conferenza dei presidenti dei gruppi politici ancora in corso.

Il Pe chiederà a Londra di formalizzare la richiesta di uscita dall'Ue e l'applicazione dell'articolo 50.

Martedì prossimo l'assemblea dell'Europarlamento sarà chiamata a votare una risoluzione sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione e sulle iniziative da prendere per il futuro dell'Ue. Un testo che nelle prossime ore sarà messo a punto congiuntamente dai tre principali gruppi politici (Popolari-Ppe, socialdemocratici-S&D e liberaldemocratici-Alde) che attualmente costituiscono la coalizione di maggioranza all'interno del Pe. E sul quale si cercherà l'intesa anche con i Verdi e la sinistra unita (Gue). Alla sessione, a quanto si appreso, interverranno anche i presidenti della Commissione, Jean Claude Juncker, e del Consiglio, Donald Tusk.

10:44

Cina: «Auspichiamo che GB e EU trovino una base negoziale»

"Abbiamo visto il risultato del referendum: lo rispettiamo e auspichiamo che ora Gran Bretagna e Unione Europea possano trovare una base negoziale. Un'Europa stabile è nell'interesse di tutti". È il primo commento della Cina sulla Brexit espresso da Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, durante la conferenza stampa quotidiana.

"Per lasciare l'Ue ci vorrà tempo quanto all'attuazione della decisione", ha detto Hua in risposta a una domanda sulle conseguenze della Brexit sulle relazioni tra Londra e Pechino, soprattutto sotto il profilo finanziario. "I rapporti Gb-Cina sono di lunga prospettiva, di cooperazione in diversi settori. La Cina rispetta il sentiero scelto dagli altri Paesi, dalla sua gente e dello stesso premier David Cameron".

Lasciando l'Ue, l'impatto causato dalla Gran Bretagna "è in differenti campi", ma la Cina continuerà "a sviluppare rapporti con pragmatica cooperazione" verso Londra e Bruxelles.

Sull'ipotesi che altri Paesi europei possano indire un referendum sul modello Brexit, la portavoce ha replicato di "non avere commenti da fare" sul punto, osservando però che "la Cina vuole supportare un'integrazione che sia consistente e chiara".

L'auspicio è che i rapporti "siano di fiducia tra Cina e Ue", osservato ancora Hua all'ennesima domanda sulla Brexit ("ci sono molti giornalisti oggi, siete veramente interessati al referendum", ha scherzato).

10:42

Boris Johnson favorito alla successione

Sarebbe l'ex sindaco di Londra e principale promotore del 'Leave', Boris Johnson, il favorito per la successione del premier David Cameron alla guida del governo, secondo i bookmakers britannici.

Lo riporta un Tweet della Reuters citando lan società di scommesse Ladbrokes.

10:40

BOE, 250 miliardi di sterline pronte

Il governatore della Bank of England (Boe), Mark Carney, afferma che l'istituto non esiterà a prendere misure addizionali ed è pronto a fornire extra fondi per 250 miliardi di sterline. Lo riferisce Bloomberg.

La Boe «non esiterà a prendere misure addizionali se necessario non appena si aggiustano i mercati e l'economia Uk procede», ha aggiunto poi Carney. «Nelle prossime settimane la banca centrale valuterà le condizioni economiche e prenderà in considerazione qualsiasi ulteriore reazione nelle proprie politiche».

10:32

Farage: «L'Ue sta morendo, altri seguiranno l'esempio» - Dopo il voto sulla Brexit, l'Unione Europea sta morendo e altri Paesi potrebbero seguire l'esempio della Gran Bretagna, ha affermato il leader dell'Ukip, Nigel Farage.

10:31

Il premier ceco: «Non è la fine del mondo» - Il risultato del referendum britannico non è la fine del mondo e neanche dell'Ue, ha affermato il premier ceco Bohuslav Sobotka, aggiungendo tuttavia che si tratta di una decisione grave e irreversibile.

«La Gran Bretagna ha scelto un'altra strada, non quella dell'integrazione europea. La decisione è grave e irreversibile. I britannici avranno ora meno influenza su ciò che succede in Europa. Il loro Paese sarà più debole e meno importante», ha scritto Sobotka nel suo profilo Facebook.

«L'Ue deve cambiare non perché la Gran Bretagna esce, ma perché il progetto europeo deve avere un sostegno maggiore da parte dei cittadini. L'Europa deve essere molto più flessibile, meno burocratica e sensibile verso le diversità», ha affermato ancora il premier ceco.

10:29

La tristezza di Rajoy - Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha accolto «con tristezza» la vittoria del 'sì' al referendum Brexit. In una breve dichiarazione il capo del governo di Madrid ha però raccomandato agli spagnoli «serenità e tranquillità» davanti alla decisione britannica.

10:26

Le Pen britannica - Presa dall'entusiasmo per il risultato del referendum sulla Brexit, la leader del Front National, Marine Le Pen, ha sostituito la foto del suo profilo Twitter con la bandiera britannica.

Prima ancora della proclamazione ufficiale dei risultati, la leader del Front National aveva esultato per il "leave" britannico. «Vittoria della libertà! Come chiedo da anni ora serve lo stesso referendum in Francia e nei Paesi dell'Ue», ha scritto Le Pen nel tweet che riportiamo sotto, a meno di un anno dalla corsa all'Eliseo del 2017.

10:24
10:23

«Punire la GB sarebbe un errore» - «L'Ue commetterebbe un errore se volesse mandare un segnale al resto dell'Ue punendo la Gran Bretagna». Così il leader del gruppo dei conservatori all'Europarlamento, il britannico Syed Kamall, dopo la Brexit, auspicando «una reazione calma e sensibile, che tenga a mente la necessità per la Gran Bretagna e il resto d'Europa di continuare a cooperare in quelle aree di comune interesse».

«Oggi», ha aggiunto, «cominceremo gli incontri per cominciare a trovare una strada che sia condivisibile da entrambe le parti».

 

10:17

Renzi: «L'Ue è il nostro futuro» - «Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l'Europa è la nostra casa, è il nostro futuro». Così il premier Matteo Renzi, su Twitter, dopo la vittoria del "Leave" al referendum in Gran Bretagna.

 
 
10:11

Schulz: «Brutta notizia, sono triste e deluso» - «Sono molto deluso e triste, è una brutta notizia. Basti pensare al subbuglio dei mercati sulla valuta britannica». Lo ha detto il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, a Skytg24, commentando il referendum sulla Brexit, e aggiungendo che «i messaggi di insoddisfazione» che provengono dalla Gran Bretagna «si verificano anche in altri Paesi».

«Ora prevedo che il governo britannico prenda sul serio la volontà degli elettori e che si comincia a negoziare l'uscita in base all'art. 50 del Trattato», ha sottolineato Schulz.

«Per 40 anni la relazione tra la Gran Bretagna e l'Ue è stata ambigua, ora è chiara. La volontà degli elettori deve essere rispettata. Ora c'è bisogno di un negoziato chiaro e veloce per l'uscita» della Gran Bretagna dall'Ue. Così su Twitter il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz.

 

10:08

«L'Europa resti unita» - «L'Europa dovrà adesso rimanere unita, insieme dobbiamo tirare fuori il meglio dalla decisione dei nostri amici britannici». Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble questa mattina a Berlino, commentando la vittoria della Brexit.

«Rispettiamo il risultato - ha aggiunto Schaeuble - anche se mi ero augurato un altro esito». Il ministro ha poi detto di essere costantemente in contatto con i colleghi del G7 e che il procedimento per l'uscita dall'Ue è regolato in maniera chiara e verrà utilizzato: «Questo crea affidabilità», ha concluso.

 

10:06

«Meno pressione per Putin» - «Da oggi la Russia di Vladimir Putin sentirà meno pressione». Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond parlando alla Bbc dopo la vittoria del 'no' all'Europa nel referendum sulla Brexit.

Da oggi «la nostra voce in Europa è più debole», ha aggiunto Hammond. «L'ho detto durante la campagna e lo ripeto: l'influenza del Regno Unito nel mondo sarà ridotta», ha sottolineato durante un'intervista alla Cnn. «Rimarremo partner importante e amico degli Usa, abbiamo rapporti stretti in tema di sicurezza, intelligence e difesa», ha continuato, «in futuro saremo però quel tantino sotto nella lista delle priorità per qualsiasi presidente americano in quanto, pur rimanendo un importante partner bilaterale, non avremo alcuna influenza sulle relazioni degli Stati Uniti con l'Ue».

10:04

«Fiero di quanto fatto da premier» - David Cameron si è detto «fiero» per quanto fatto nei sei anni da primo ministro. Annunciando le sue dimissioni davanti a Downing Street ha ricordato di aver formato una una coalizione di governo coi libdem dopo le elezioni del 2010, e aver indetto il referendum sull'indipendenza della Scozia e quello sull'Europa, che ha segnato la fine della sua carriera.

 
 
09:55

Belgio, subito un summit senza Gb - Convocare al più presto un 'conclave' senza la Gran Bretagna: questo l'invito-appello lanciato ai suoi colleghi questa mattina dal premier belga Charles Michel. La riunione dovrebbe servire a dare una risposta alla Brexit e indicazioni sul futuro Ue. Secondo Michel il 'conclave' tra i leader Ue, ma senza Cameron, si dovrebbe svolgere a luglio con l'obiettivo di "definire al più alto livello gli orientamenti politici sul futuro dell'Europa". In particolare, bisognerà individuare come procedere sulla strada del completamento del mercato unico e dell'unione monetaria, nonché ad approfondire la cooperazione in materia di sicurezza. Si tratta, ha sottolineato Michel, di trasformare un "momento difficile" in una "opportunità". Il voto per la Brexit è uno "schiaffo" all'Europa, ha detto ancora il premier belga, ma non per questo bisogna cedere al panico. La costruzione dell'Ue è stato il più bel sogno del Ventunesimo secolo, bisogna costruirne un altro.

 

09:30

Cameron annuncia le sue dimessioni - David Cameron ha annunciato le sue dimissioni da premier britannico parlando davanti a Downing Street dopo la vittoria del no all'Europa nel referendum sulla Brexit.

Ha assicurato che sarà ancora primo ministro per i prossimi tre mesi e che verrà organizzata in ottobre l'elezione del nuovo leader del partito conservatore. «Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre", ha detto Cameron aggiungendo che il nuovo premier "dovrà guidare i negoziati con l'Ue».

«Io farò il possibile, come primo ministro, per pilotare la nave nei prossimi settimane e mesi. Ma non penso che sia giusto per me cercare di essere il capitano che guida il nostro paese verso la sua prossima destinazione», ha dichiarato. «Non è una decisione che ho preso alla leggera. Ma credo che sia nell'interesse nazionale avere un periodo di stabilità e poi la nuova leadership richiesta», ha aggiunto il premier.

Non ci saranno cambiamenti immediati per i cittadini dell'Unione Europea che vivono in Gran Bretagna e per i britannici che vivono in altri Paesi dell'Unione Europea, ha affermato il premier britannico.

Cameron ha confermato che parteciperà al Consiglio europeo della prossima settimana a Bruxelles.

09:23

Gli Stati Uniti temono un colpo all'economia, si teme il caro-dollaro - L'uscita della Gran Bretagna dall'Ue preoccupa gli Stati Uniti, che temono un colpo per l'economia americana. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcuni funzionari americani, secondo i quali il rischio è quello di un apprezzamento del dollaro che farebbe calare la domanda per le esportazioni americane, andando a indebolire una ripresa già fragile. Anche se i danni di una Brexit non faranno scivolare gli Stati Uniti in recessione, le autorità americane sono preoccupate. Gli analisti ritengono che il G7 sarà costretto a un comunicato per cercare di rassicurare, impegnandosi a monitorare la volatilità dei cambi e dicendosi pronto ad agire.

09:21

Momento politicamente drammatico - "Non nascondo che volevamo un risultato diverso. Sono pienamente cosciente di quanto grave e anche drammatico sia questo momento politicamente. Non c'è modo di prevedere tutte le conseguenze politiche". Così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. L'unione europea "è determinata a mantenere l'unità a 27", dichiara Tusk che invita a non cedere a mantenere i nervi saldi e a non cedere a "isteriche reazioni". "Voglio rassicurare tutti. Siamo preparati anche per questo scenario negativo. L'Ue non è un progetto solo per i tempi buoni", afferma Tusk aggiungendo che "non ci sarà un vuoto legale". "Finché il Regno Unito non avrà formalmente lasciato la Ue, le leggi della Ue continueranno a valere per e all'interno della Gran Bretagna, ciò significa diritti e doveri". "Per discutere i dettagli di come procedere, ho offerto ai leader un incontro informale a 27 a margine del vertice e proporrò anche di cominciare un'ampia riflessione su futuro della nostra Unione", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo.

 

09:10

 

Mercati, «crisi superiore a quella di Lehman Brothers» - Gli operatori borsistici Usa dopo il risultati del referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Ue guardano all'azione della banche centrali per arginare la volatilità dei mercati che stimano superiore a quella della crisi di Lehman Brothers.

09:03

«Ora tocca all'Italia» - Dall'Italia arriva il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini: "Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti", twitta. E come gli altri rilancia: "Grazie Uk, ora tocca a noi".

08:52

 Donald Trump vola in Scozia -  Donald Trump vola in Scozia nel giorno in cui gli inglesi decidono di lasciare l'Ue. "Potrebbe essere una semplice coincidenza. Ma in modo sorprendente le forze che hanno spinto il referendum sono simili a quelle che stanno scuotendo la politica americana". Lo afferma il Washington Post, sottolineando che il crescente risentimento per le ricadute della globalizzazione e gli effetti della crisi finanziaria hanno spaccato l'elettorato inglese e americano. "A questo si aggiungono i nodi dell'identità nazionale e culturale in un momento di crescente diversità demografica, messo in evidenza dal dibattito sull'immigrazione. Sia il partito del Leave sia Trump hanno trovato nell'immigrazione la loro più potente arma politica".

08:39

Pronti piani di emergenza - Dopo il voto per la Brexit la Bank of England afferma di aver assunto "estensivi piani di emergenza" e afferma di lavorare a stretto contatto con il ministero del Tesoro, le altre autorità del Regno Unito e le banche centrali estere. "La Bank of England sta monitorando attentamente gli sviluppi - afferma l'istituto centrale britannico in una nota -. Ha intrapreso estensivi piani di emergenza e sta lavorando strettamente con il Tesoro di Sua Maestà, le altre autorità domestiche e le banche centrali estere. La Bank of England intraprenderà tutte le azioni necessarie per assumersi appieno le proprie responsabilità sulla stabilità monetaria e finanziaria".

08:25
08:24

Riunione d'emergenza per i vertici dell'Unione Europea -  Prima la riunione della conferenza dei presidenti dei gruppi politici al Parlamento europeo poi un 'summit' tra i presidenti della Commissione, Jean Claude Juncker, del Consiglio, Donald Tusk, del parlamento Martin Schulz e della presidenza di turno olandese dell'Ue Mark Rutte: questa la sequenza di incontri con cui stamane le istituzioni europee metteranno a punto la prima risposta ufficiale da dare alla Brexit. A Lussemburgo, per il primo pomeriggio, è poi prevista la riunione del Consiglio affari generali.

08:14

Cameron resterà premier -  David Cameron "resterà primo ministro e darà seguito alla volontà del popolo britannico". Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, secondo un tweet della Bbc.

08:12

Schulz, deluso e triste, insoddisfazione inglese diffusa - "Sono molto deluso e triste, è una brutta notizia. Basti pensare al subbuglio dei mercati sulla valuta britannica". Lo ha detto il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, a Skytg24, commentando il referendum sulla Brexit, e aggiungendo che "i messaggi di insoddisfazione" che provengono dalla Gran Bretagna "si verificano anche in altri Paesi". "Ora prevedo che il governo britannico prenda sul serio la volontà degli elettori e che si comincia a negoziare l'uscita in base all'art. 50 del Trattato", ha sottolineato Schulz.

08:11

Corea Sud, governo convoca seduta d'emergenza - Il governo della Corea del Sud ha convocato una seduta d'urgenza per esaminare gli effetti della Brexit: lo riferisce l'agenzia Yonhap. I mercati azionari accusano pesanti perdite (-4% la Borsa di Seul, mentre al Kosdaq è scattata il "circuit breaker" per tamponare il tonfo), mentre il won è trattato a 1'155,65 contro il dollaro, in calo di 5,45.

 

08:10

L'Olanda euroscettica esulta: «Ora è il nostro turno» - "Hurrah per i britannici. Ora è il nostro turno. È tempo per un referendum olandese": così il leader degli euroscettici olandesi, Geert Wilders esulta su Twitter, prefigurando una Nexit dopo la Brexit. Se diventerò primo ministro, ci sarà un referendum anche in Olanda per abbandonare l'Unione europea, lasciamo decidere il popolo olandese". Così il leader del Partito per la libertà (Pvv) Geert Wilders in un comunicato dopo i risultati sulla Brexit. "Vogliamo essere responsabili per il nostro stesso Paese, la nostra stessa moneta, le nostre stesse frontiere, e la nostra stessa politica migratoria", ora "è tempo per un nuovo inizio facendo affidamento alla nostra stessa forza e sovranità, anche in Olanda", per questo il Pvv "chiede un referendum sulla Nexit, un'uscita dell'Olanda dall'Ue".

08:06

Partito popolare europeo: «Ora i negoziati di uscita entro due anni» -  "Rispettiamo e deploriamo la decisione degli elettori britannici" che "provoca un danno maggiore a entrambe le parti, ma in prima battuta alla Gran Bretagna", per questo "non ci può essere nessun trattamento speciale per il Regno Unito" e quindi "i negoziati di uscita devono concludersi entro due anni". Così il leader del Partito popolare europeo (Ppe) all'Europarlamento, il tedesco Manfred Weber, sottolineando che ora "l'Europa ha bisogno di un momento di riflessione, vogliamo un'Europa migliore e più intelligente".

 

08:02

Riunione alle 9:00 all'Eliseo - Il presidente Francois Hollande ha convocato una riunione alle 9:00 all'Eliseo, con il premier Manuel Valls e i principali ministri del governo dopo il voto sulla Brexit. Secondo quanto reso noto dalla presidenza, il presidente Francois Hollande si rivolgerà ai francesi subito dopo la fine della riunione.

07:58
07:57

Marine Le Pen: «Ora referendum in Francia» - «Vittoria della libertà. Come chiedo da molti anni, bisogna adesso fare lo stesso referendum in Francia ed in altri Paesi europei». Lo scrive su twitter la leader della destra francese Marine Le Pen.
Le fa eco la nipote Marion Le Pen: «Vittoria. Dalla Brexit alla Frexit: è tempo ormai di portare la democrazia nel nostro Paese, i francesi devono avere il diritto di scegliere». 

 

 

07:45

Crolla la sterlina - La Brexit spinge il crollo della sterlina, che è arrivata a perdere il 10% sul dollaro, raggiungendo quota 1,33. Si tratta del valore più basso degli ultimi 30 anni. Crollo verticale per la piazza finanziaria di Tokyo a un'ora dalla chiusura. Il Nikkei 225, indice guida, cede l'8,17% a 14.911 punti.

07:43
07:42

 Il franco si rafforza dopo il voto sulla Brexit - Il franco ha guadagnato valore la notte scorsa a causa del referendum del Regno Unito per lasciare l'Unione europea: ha raggiunto il più alto livello sull'euro da mesi. La moneta unica è scesa al di sotto di 1,10 franchi e costa temporaneamente solo 1,072 franchi. Dalle sei del mattino, da quando l'emittente britannica Bbc ha annunciato la vittoria del "Leave", l'euro non supera il valore di 1,07 franchi. La valuta svizzera è salita ai più alti livelli dall'agosto 2015. Il franco si è rafforzato anche nei confronti della sterlina, crollata ai minimi storici sul dollaro dopo una discesa a precipizio peggiore di quella del Venerdì Nero del 1992.

07:35
07:31

Farage canta vittoria: «Ora Cameron si dimetta» - «È l’Independence Day». Con queste parole, pronunciate in tarda notte il tribuno populista dell’Ukip Nigel Farage, si è lasciato andare  all'entusiasmo.  Inizialemnte, di fronte ai primi risultati aveva dichiarato: «Forse abbiamo perso una battaglia, ma vinceremo la guerra». Ma quando poi i risultati erano ormai quasi definitivi ha iniziato a cantar vittoria e ha chiesto le dimissioni di Cameron.

 

 

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