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EUROPAEcco perché in Svezia ci sono sempre meno donne

01.06.16 - 08:20
Il cambiamento epocale: dal marzo del 2015 ci sono più uomini che donne grazie alla immigrazione e all'aumento dell'aspettativa di vita. Un esperto mette in guardia
Ecco perché in Svezia ci sono sempre meno donne
Il cambiamento epocale: dal marzo del 2015 ci sono più uomini che donne grazie alla immigrazione e all'aumento dell'aspettativa di vita. Un esperto mette in guardia

STOCCOLMA - Altro che sette donne per ogni uomo. Il punto di svolta epocale lo si è raggiunto nel marzo dello scorso anno. Per la prima volta in Svezia ci sono più uomini che donne. Gli esperti stanno studiando quelle che potranno essere le conseguenze sociali di questa "rivoluzione" demografica". "Questo è un fenomeno piuttosto nuovo per l'Europa", ha dichiarato al quotidiano "Die Welt" il demografo dell'università di Oxford, Francesco Billari, che è anche presidente dell'Unione Internazionale per lo studio scientifico della popolazione.

In Europa donne sempre in maggioranza - Storicamente in Occidente le persone di sesso femminile sono state sempre in numero maggiore rispetto a quelle di sesso maschile. Nonostante nascano 100 bambine su 105 bambini, le donne europee, vista la maggiore aspettativa di vita rispetto ai loro connazionali di sesso maschile, sono sempre risultate in maggioranza rispetto agli uomini. In questi ultimi anni in Europa si sta assistendo però a due fenomeni che stanno cambiando le carte in tavola: l'aumento dell'aspettativa di vita per gli uomini e l'immigrazione.

In Svizzera uomini e donne quasi in parità - In Norvegia il sorpasso degli uomini sulle donne è avvenuto già nel 2011, quattro anni prima della Svezia. In Danimarca e Svizzera si è ormai vicini alla parità, mentre in Germania, che dopo le due guerre mondiali mostrava un deficit rilevante di persone di sesso maschile, oggi si ha un rapporto di 96 uomini su 100 donne. Nel 1960 il rapporto era di 87 uomini per 100 donne.

Nel 2080 ci saranno in Europa soltanto un milione di donne in più - Nel 2015 vivevano nei 28 Paesi dell'Unione Europea 500 milioni di persone. Come riferisce l'Ufficio Statistico dell'Unione Europea (Eurostat), le donne erano 12 milioni in più degli uomini. Ma la differenza è destinata ad assottigliarsi nel corso dei prossimi anni. Parola di Baiba Grandovska, portavoce di Eurostat, che prevede il raggiungimento del quasi pareggio entro il 2080. In quell'anno in Europa ci saranno soltanto un milione di donne in più rispetto agli uomini. Secondo Eurostat il "recupero" degli uomini sulle donne è dovuto "soprattutto a causa della diminuzione della differenza dell'aspettativa di vita tra uomini e donne".

In Gran Bretagna maggioranza femminile fino al 2050 - Nella maggioranza dei singoli paesi europei le donne, stando ad un'analisi dell'agenzia stampa AP, manterranno la maggioranza per ancora alcuni decenni. In Gran Bretagna, per esempio, che più o meno presenta un rapporto tra il numero di uomini e di donne simile a quello della Germania, si assisterà al sorpasso nel 2050.

Previsioni che presentano delle incognite - Sono tuttavia previsioni che presentano tuttavia delle incognite. Infatti i demografi svedesi, ancora nel 2003 prevedevano che il numero di uomini sarebbe stato maggiore rispetto a quello delle donne soltanto nel 2050. La realtà è un'altra: il superamento è avvenuto già nel 2015.

Il fattore immigrazione - Oltre all'aumento dell'aspettativa degli uomini vi è un altro fattore che sta cambiando gli equilibri demografici finora costituiti: l'immigrazione. Nel paese scandinavo l'arrivo di decine di migliaia di profughi, giovani uomini senza famiglia, ha già avuto come effetto una forte predominanza di persone di sesso maschile nel gruppo di popolazione tra i 15 e i 19 anni.

Maggioranza di donne in Svezia dal 1749 al marzo del 2015 - E' dal 1749 che in Svezia viene rilevato il numero di abitanti per appartenenza di genere. E da sempre le donne erano in maggioranza. Fino all'anno scorso. Ecco che all'improvviso in Svezia, nel marzo del 2015, si sono contati più uomini, 277 in più rispetto al numero di donne. Oggi sono oltre 12.000 in più. Su una popolazione di 10 milioni di persone la differenza non è comunque rilevante. Tuttavia, come osserva l'esperto Tomas Johansson dell'Ufficio di statistica nazionale svedese, non è illegittimo pensare che in futuro il surplus di uomini assumerà una dimensione maggiore.

Il pericolo di diventare come la Cina o l'India - Sulle conseguenze sociali di questa situazione di un mondo a maggioranza maschile gli esperti si dividono. Valerie Hudson, dell'università texana A&M, vede in questa evoluzione la presenza di elementi che destano preoccupazione. Dalle ricerche della direttrice di un programma per le donne, la pace e la sicurezza, sulla Cina e l'India, Paesi in cui il sopravanzo di uomini è forte, si registrano più episodi di violenza contro le donne ed un tasso di criminalità più alto rispetto alla media.

Cambiamenti demografici "drammatici" - Sui cambiamenti demografici ai quali si sta assistendo in Svezia, Hudson ritiene che siano "i più drammatici in così poco tempo che abbia mai visto". La studiosa ritiene che sia buffo che un Paese come la Svezia, precursore dei diritti della donna attribuisca così poca importanza a questo fenomeno. "Le persone non si rendono conto che questo può compromettere le conquiste delle donne svedesi degli ultimi 150 anni?

Non il numero è importante, ma la composizione della società . Di parere opposto la ricercatrice australiana Jacqui True, dell'Università Monash di Melbourne, Australia. Il numero di uomini non sarebbe secondo lei determinante. Molto più importante, secondo lei, è di vedere com'è composta la società, con uno sguardo alle gerarchie che favoriscono gli uomini.

"Il paragone con la Cina o l'India non regge" - Dello stesso parere è Annick Wibben dell'università di San Francisco. L'uguaglianza sessuale è così radicata profondamente nella società svedese che paragoni con la Cina o l'India non reggerebbero. La studiosa è convinta che "bisogna considerare anche il modo in cui la mascolinità si manifesta nelle diverse società".

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