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ITALIAMediterraneo centrale, la rotta della morte

25.05.16 - 21:14
Oggi si è consumato l'ennesimo dramma al largo delle coste libiche. Un barcone si è rovesciato. Nel 2015 sul Mediterraneo centrale si sono contati 2.892 morti, sulla rotta spagnola "soltanto" 106
Mediterraneo centrale, la rotta della morte
Oggi si è consumato l'ennesimo dramma al largo delle coste libiche. Un barcone si è rovesciato. Nel 2015 sul Mediterraneo centrale si sono contati 2.892 morti, sulla rotta spagnola "soltanto" 106

ROMA - L'ennesima tragedia si è consumata nel Mediterraneo. Un gommone con almeno 590 persone è affondato al largo della Libia. I corpi recuperati sono stati 5, mentre le persone tratte in salvo sono state 562. Non è chiaro se ci sono dei dispersi.

Con il blocco della via balcanica, tornano a fare notizia gli sbarchi sulle coste dell'Italia meridionale. Una rotta di mare pericolosa, affrontata con imbarcazioni di fortuna e guidate da scafisti senza scrupoli.

Il flusso di profughi verso l'Europa rallenta, ma non si ferma. Non bastano i proclami, le promesse della comunità internazionale e gli accordi con la Turchia.

Dai dati forniti da Eurostat riguardanti il numero di richiedenti asilo ogni mille abitanti, si evince che da gennaio a settembre 2015 era l'Ungheria, con 17,9 profughi ogni 1.000 abitanti, ad avere la più alta incidenza di richiedenti asilo nell'Unione europea. Seguono la Svezia, con 7,5; l'Austria (che recentemente ha reintrodotto i controlli al Brennero) con 6,6; la Germania con 3,6. Più distaccata è l'Italia, al di sotto della media dei 28 Paesi Ue di 1,7 ogni 1.000 abitanti, che si ferma a 1 ogni 1.000.

Guardando ad un altro grande Paese europeo affacciato sul Mediterraneo, si scopre che la Spagna ospita soltanto 0,2 richiedenti asilo ogni 1.000 abitanti. 

Un Paese che, con Ceuta e Melilla, confina praticamente con il Marocco, grande paese africano, rotta di migranti dal Senegal, Mauritania, Sahara Occidentale. Ma la Spagna, che controlla le sue acque marittime grazie ad un dispiegamento di navi della marina militare, all'avvistamento di barconi con migranti, questi vengono riportati sulle coste africane e consegnate alle autorità marocchine. 

Lo ha spiegato Hans-Werner Sinn, economista tedesco, professore ed ex presidente dell'Ifo, l'Istituto tedesco per la ricerca economica e conosciuto per la sua critica nella politica economica europea, in una sua recente conferenza, in cui ha presentato alcuni dati che danno la possibilità di riflettere sul fenomeno dei migranti deceduti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Per quanto riguarda il 2015, i decessi avvenuti sulla rotta del Mediterraneo Occidentale e della rotta africana occidentale (Spagna), sono stati 106.  

Sempre nel 2015, i migranti morti sulla rotta del Mediterraneo orientale per raggiungere le coste della Grecia sono stati 805.

Infine sulla rotta del Mediterraneo centrale, Italia e Malta,  i morti sono stati 2.892. 

Numeri che hanno portato a scrivere fiumi d'inchiostro su un fenomeno, quello sui migranti, di non facile soluzione e che sta richiedendo un enorme sforzo della comunità internazionale, sempre più divisa sul da farsi .

 

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