Primo al mondo, il governo di Tallinn s'è inventato la residenza virtuale: una realtà già per 10mila persone.
TALLIN - Con il livello di digitalizzazione che si ritrova, non sarebbe proprio male andarci a vivere. Servizi pubblici virtuali, tecnologia blockchain per tutelare i dati sensibili, voto online, riunioni di gabinetto che non fanno più uso di carta da tempi quasi immemori: benvenuti in Estonia, dove tutto questo è realtà da oltre quindici anni. E dove, però, si realizza il paradosso.
Portateci i soldi, ma restate dove siete - Perché questo paradiso dove tutto sembra funzionare, e meglio che in Paesi apparentemente più avanzati ma ancora penalizzati dal digital divide, i nuovi residenti non li vuole proprio. O, per essere precisi: non che stiano fisicamente lì. Anche se poi vuole diventare ricco, ammette: sempre più ricco. Ma per attirare i consumatori e i soldi s'è inventato l'e-residenza: concessa già a 10mila persone che hanno chiesto la cittadinanza estone e l'hanno ottenuta, sì, ma virtuale.
Saremo il primo Paese "fornitore di servizi" - Un'invenzione delle autorità, la prima al mondo, con la quale accedere a oltre un migliaio di servizi pubblici, assistenza sanitaria in primis e pagamento delle tasse online. Basta un'autenticazione della firma, un numero identificativo personale: e si può costituire anche una società che operi nell'Europa dell'est. «Aspiriamo a diventare un Paese fornitore di servizi», spiega Taavi Kotka, sviluppatore di software di professione e responsabile del progetto. Che «è cominciato un anno fa e ha già raccolto 10mila adesioni. Pensare che non l'abbiamo neanche pubblicizzato più di tanto: vogliamo prima metterlo a punto meglio. Aprire un conto in banca, per esempio, può ancora rivelarsi difficile se non ci si presenta di persona».
Così si controlla l'economia: e lo Stato - Dettagli, non troppo difficili da aggiustare per una nazione che pretende di avere un controllo totale della sua economia: e in questo modo dello Stato. «Governare bene è impossibile se non si padroneggiano tutti i dati relativi a un territorio. O, piuttosto, conoscerli permette di governare bene davvero, con giustizia e correttezza. Il Pil, le statistiche sulla disoccupazione o sul commercio sono roba vecchia, non bastano. Per questo abbiamo cominciato a chiedere alle aziende di fornirci più informazioni».
Prevedere tutto: per intervenire prima - Il primo risultato è stato abbattere il numero di frodi, pare. «Attualmente, tutte le aziende in Estonia dichiarano i loro traffici in maniera trasparente. E il governo ha a disposizione un enorme database su cui lavorare. Per esempio, abbiamo già previsto il rischio di perdere 5mila posti di lavoro nel settore chimico nei prossimi sei mesi. O sappiamo individuare le zone economicamente più a rischio, dove è necessario attrarre imprese».
Un bambino in un negozio di dolciumi - Realistici o meno che siano i numeri e i pronostici, per lui è come stare in un sogno che si realizza. «Mi sento come un bambino in un negozio di caramelle, libero di far man bassa».